Linee guida di Stewardship per le Casse di previdenza

Il Mefop ha pubblicato le linee guida di Stewardship ove si afferma, nel preambolo, che gli investitori istituzionali hanno intrapreso negli ultimi anni un percorso di formazione e di continuo dialogo sui temi della Stewardship. Io mi soffermo sulla gestione responsabile delle risorse come skill del management.

Dal punto di vista organizzativo e manageriale si impara che la logica della Stewardship tende a superare la tecnica del controllo e della gerarchia per livelli per sostituirla con una più adeguata logica della condivisione e della partnership della responsabilità e della affidabilità nella prospettiva dello sviluppo di beni comuni. Come dicevo, Assogestioni e Mefop hanno elaborato le linee guida per l'esercizio dei diritti amministrativi e di voto nelle società quotate. Io intendo sensibilizzare le Casse di previdenza dei professionisti, annoverate tra gli investitori istituzionali, sui temi della Stewardship nei rapporti interni per arricchire di contenuti una cornice regolamentare “minimalista” con la seguente raccomandazione delegati e amministratori delle Casse di previdenza non devono svolgere ruoli di responsabilità, diretta o indiretta, all'interno di enti, società o fondi in cui investono risorse.   Questo per evitare in radice potenziali conflitti di interesse tra investitori ed investito e tra investitore ed iscritti. La raccomandazione declina anche il codice etico cfr. codice etico di Cassa Forense che raccomanda di evitare situazioni di conflitto di interesse o di incompatibilità di funzioni e di non avvalersi della carica per ottenere vantaggi personali. Fatta questa premessa, vi lascio alla lettura delle linee guida di Stewardship Linee guida di Stewardship e dei principi italiani di Stewardship Principi guida . Viviamo in due mondi paralleli destinati a non incontrarsi nemmeno all'infinito! Dico questo perché in un recentissimo convegno, guarda caso organizzato da Hope SICAF SB spa, nel cui CdA siede il Past President di Cassa Forense, oggi presidente di EMAPI, il Presidente dell'ADEPP ha così dichiarato «Per poter investire al meglio però alle casse previdenziali private deve essere garantita piena autonomia nell'utilizzo dei propri fondi, magari rivedendo gli anacronistici cinquant'anni di sostenibilità imposti dalla legge, eliminando la pesante doppia tassazione che ci viene applicata, contenendo la volatilità legislativa e riducendo l'eccesso di controllo e vigilanza esercitato». Intervenendo poi sul tema della sostenibilità degli investimenti messi in campo «le casse aderenti all'Adepp fanno ormai da tempo investimenti che si ispirano ai criteri di responsabilità previsti dall'approccio Esg. Esiste a monte però un problema più rilevante noi incassiamo contributi dai nostri iscritti per poi pagare, con un tempo differito, delle pensioni. Per fare ciò dobbiamo quindi fare investimenti che siano il più possibile prudenti, tempestivi e lungimiranti. Tenendo anche presente che nel 2021 la sola Enpam ha versato allo Stato ben 250 milioni di euro di tasse relativi al 2020, cioè l'anno durante il quale i medici e gli odontoiatri hanno svolto la loro attività fronteggiando gli aspetti più duri della pandemia». In questo tempo di crisi le casse previdenziali private chiedono allora tre cose «innanzitutto la definizione del giudice di competenza, visto che attualmente la giurisprudenza prevede alternativamente interventi di giudici ordinari, amministrativi o contabili. In secondo luogo, l'esonero dal codice degli appalti, che prevede strettoie per noi insostenibili. Infine che non si faccia un uso distorto della nostra inclusione a fini statistici nell'elenco Istat, che ci assimila all'amministrazione pubblica, come nel caso dell'applicazione delle norme sulla spending review». In buona sostanza libertà assoluta negli investimenti senza regole cogenti! Altro che STEWARDSHIP!