Equo compenso per tutti i professionisti

Emendamento approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. Ora attesa l’approvazione della Camera. Soddisfazione di Calderone e Zambrano Giorno importante .

Professionisti d’Italia, rallegratevi il principio dell’ equo compenso” varrà per tutti, e non solo per gli avvocati. A metterlo per iscritto è stata la Commissione Bilancio del Senato che, esaminando il corposo ‘Decreto legge fiscale’, ha approvato ieri notte un emendamento ad hoc, sancendo il diritto di ogni professionista a un compenso dignitoso, richiamando l’articolo 36 della Costituzione che stabilisce che ogni lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa . La questione non è ancora chiusa, poiché sarà necessaria l’approvazione della Camera, ma la notizia ha caratterizzato l’incontro con cui stamane, nella sala stampa della Camera dei Deputati, è stata presentata la manifestazione che si svolgerà a Roma, al Teatro ‘Brancaccio’, il prossimo 30 novembre, e che, come auspicato dai promotori – il ‘Comitato unitario delle professioni’ e la ‘Rete delle professioni tecniche’ – servirà a ribadire che l’equo compenso è un diritto . Pare finalmente poter essere scongiurato il pericolo rappresentato dalla visione con cui i giudici del Consiglio di Stato, esaminando il contenzioso tra il Comune di Catanzaro e alcuni professionisti, avevano riconosciuto la possibilità per la pubblica amministrazione di ottenere prestazioni professionali gratuite. Ecco perché Marina Calderone, presidente del ‘Comitato unitario delle professioni’ ha parlato di sostanziale passo avanti” e ha sottolineato l’importanza di due paletti, cioè la dignità del lavoro professionale e la necessità di un compenso dignitoso per tutti i professionisti , spiegando che laddove una prestazione lavorativa non vale niente e non viene quantificata, non ne viene neanche percepita l’importanza . Inevitabile, quindi, la soddisfazione, alla luce dell’emendamento approvato al Senato, ma resta la necessità di valorizzare la manifestazione del 30 novembre, che sarà un ulteriore momento di confronto per le organizzazioni professionali che dovranno mostrare unità e forza nella battaglia per evitare la svalutazione dell’opera del professionista . E il ‘no’ all’ipotesi della gratuità delle prestazioni professionali è stato ribadito da Armando Zambrano, presidente della ‘Rete delle professioni tecniche’. Anche lui ha parlato di giorno importante per ogni professionista, che è sì un operatore economico, ma è anche una persona che ha la capacità di trovare ogni giorno modo per esplicare la propria attività, non solo per sé stesso ma anche per dare risalto alla propria funzione sociale . La vittoria notturna però è considerata da Zambrano solo come il primo passo. Siamo a un punto di svolta, ora dobbiamo portare avanti nostra battaglia perché questi principi vengano estesi a tutto il mondo del lavoro , e, ha aggiunto, vogliamo venga riconosciuto, una volta per tutte, che le professioni in questo Paese, nonostante i tanti obblighi esame di Stato, formazione, tirocinio, assicurazione, casse, oneri fiscali , rappresentano quel ceto medio che è stato la spina dorsale di questo Paese” e meritano per questo di essere valorizzate . Zambrano ha mantenuto lo sguardo sul futuro, oltre la manifestazione del 30 novembre Abbiamo raggiunto un risultato, che aspettavamo da tempo e che è arrivato oggi perché le professioni tutte assieme hanno preso coscienza della necessità di dare il proprio contributo a questo Paese e di lavorare insieme. Ecco perché oggi c’è bisogno di un’associazione che metta insieme tutte associazioni professionali, per poter ridare dignità e capacità di lavoro alle nostre professioni, soprattutto per i giovani. Bisogna proseguire sulla strada dell’unità, e questa organizzazione, che stiamo portando avanti, dovrà essere aperta a tutto il mondo degli ordini professionali, alle associazioni, ai sindacati. Solo così saremo forti nell’interesse del Paese, che ha bisogno di recuperare classe professionale in grado di fare innovazione, di portare proposte e idee, oltre a principi etici e deontologici, e desiderosa di lavorare nell’interesse del Paese . In questa ottica, l’emendamento sull’equo compenso è una base fondamentale su cui lavorare tutti insieme, Governo, Parlamento e professioni, per migliorare il Paese , ha concluso Zambrano. Soddisfazione ha espresso anche il deputato Cesare Damiano. Per lui il risultato ottenuto non era scontato , ma è arrivato grazie alla capacità di convergere sull’obiettivo . Così, finalmente, secondo Damiano, si esce dalla paradossale visione secondo cui è giusto non pagare un professionista, perché in cambio delle proprie prestazioni il professionista ha già ottenuto la visibilità. Così si rischiava di arrivare al lavoro gratuito Ora possiamo considerarci fuori da una situazione distorta . Ciò grazie agli avvocati che hanno aperto la strada , mentre noi ostinatamente abbiamo voluto che tutti i professionisti potessero contare sul principio dell’equo compenso . Stessa linea di pensiero anche per il senatore Maurizio Sacconi. C’è piena soddisfazione per il risultato prodotto nella notte, poiché l’emendamento non solo afferma il principio dell’equo compenso per le prestazioni di tutti i professionisti regolamentati e non ma fissa anche un obbligo per tutti i committenti, pubblici e privati . Questo, però, ha aggiunto Sacconi, è solo l’inizio di un percorso, soprattutto vista la necessità di atti applicativi e atti interpretativi che saranno fondamentali . Per chiudere, infine, le parole di Federica Chiavaroli, sottosegretario al Ministero della Giustizia, con delega alle professioni. Da lei è arrivata la sottolineatura del lavoro fatto perché l’emendamento riguardasse tutti i professionisti, e non solo alcune determinate categorie. Abbiamo evitato che le professioni si dividessero e che solo qualcheduno trovasse risposta alle proprie legittime esigenze. Rivendico il fatto che il testo approvato al Senato, che ricalca quello scritto dal Ministero della Giustizia, fissa un principio che vale per tutti .