Il Governo taglia il nastro di inizio lavori al cantiere della Giustizia

Al termine del Consiglio dei Ministri di lunedì 30 giugno, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ed il Ministro della Giustizia Andrea Orlando hanno presentato 12 linee guida su cui fondare una riforma della Giustizia ad ampio raggio. Partono ora le consultazioni di approfondimento su questi punti, che dureranno fino al 31 agosto.

Ai blocchi di partenza. Ha inizio la riforma della Giustizia il Consiglio dei Ministri di lunedì 30 giugno è arrivato ad un primo progetto per cambiare faccia al sistema giudiziario italiano. Nessun testo approvato a disposizione, ma 12 linee guida su cui si concentrerà una fase di consultazione che si concluderà il 31 agosto. I 12 punti. Una riforma ad ampio raggio, almeno guardando i punti che saranno al centro del dibattito 1 Giustizia civile riduzione dei tempi. Un anno in primo grado 2 Giustizia civile dimezzamento dell’arretrato 3 Corsia preferenziale per le imprese e le famiglie 4 CSM più carriera per merito e non grazie alla ‘appartenenza’ 5 CSM chi giudica non nomina, chi nomina non giudica 6 Responsabilità civile dei magistrati sul modello europeo 7 Riforma del disciplinare delle magistrature speciali amministrativa e contabile 8 Norme contro la criminalità economica falso in bilancio, autoriciclaggio 9 Accelerazione del processo penale e riforma della prescrizione 10 Intercettazioni diritto all’informazione e tutela della privacy 11 Informatizzazione integrale del sistema giudiziario 12 Riqualificazione del personale amministrativo. I dettagli. Sull’analisi di questi punti il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ed il Ministro della Giustizia Andrea Orlando si sono soffermati nella successiva conferenza stampa. «E’ l’occasione per far recuperare alla giustizia il suo carattere, un grande strumento al servizio dei cittadini» ha affermato Orlando, che vuole allargare il confronto non solo ai rappresentanti dei vari interessi in gioco, ma anche ad ogni singolo cittadino. Spinta sull’acceleratore. Uno dei punti centrali riguarda il diritto di famiglia l’idea è che per separazioni e divorzi, se consensuali, non servirà più andare davanti al giudice. Questa ipotesi si inserisce in un piano di velocizzazione di alcuni aspetti della giustizia civile, da una parte proprio quello della famiglia e dall’altra quello delle imprese. Questo secondo caso ha dei risvolti anche sull’impatto economico del Paese «sappiamo come la giustizia civile gravi in negativo anche sull’andamento economico del nostro Paese e degli investimenti, è assolutamente fondamentale provare all’interno di questa grande domanda di giustizia a dare alcune risposte che riconoscono delle priorità». La tecnologia “al potere”. Orlando ha insistito molto anche sul percorso di informatizzazione, che «è la via maestra» per la giustizia civile ne è prova l’obbligatorietà del processo civile telematico, scattato ieri, lunedì 30 giugno, per le nuove cause. Capitolo intercettazioni. Il Ministro ha poi rivolto un appello a costruire un sistema che non pregiudichi le indagini, non impedisca l’utilizzo delle intercettazioni per le indagini, ma tuteli di più chi in qualche modo è coinvolto indirettamente o semplicemente con vicende che non hanno direttamente attinenza penale. Su questo punto, il Premier Renzi si è rivolto direttamente ai giornalisti presenti in sala «qual è il limite alla pubblicabilità di vicende personali che attengono alla privacy?». Il personale. Altro aspetto su cui si è puntata l’attenzione è il personale amministrativo della giustizia il fine è di colmare le lacune in organico, in modo da riqualificare anche il personale già presente e valorizzare le competenze. Per Orlando, si tratta di «un’emergenza fondamentale». Merito nel CSM. Infine, non sfuggirà alla “ristrutturazione” generale neanche il CSM, «presidio straordinario dell’indipendenza della magistratura, a cui noi ci inchiniamo» come ripetuto dal Presidente del Consiglio. Orlando ha voluto sottolineare come la proposta di riforma sia partita dallo stesso CSM, per arrivare ad una serie di regole che impediscano meccanismi di lottizzazione degli incarichi e permettano, all’opposto, di creare una selezione dei soggetti da “mandare avanti” basata sul riconoscimento delle capacità e non sull’appartenenza ad una corrente particolare. Inoltre, bisogna «separare meglio le funzioni interne al CSM, quelle amministrative dalle funzioni di carattere disciplinare», distinguendo meglio questi due ruoli. Diritto all’informazione. Oltre alla pubblicazione di queste linee guida, il Consiglio dei Ministri ha approvato in esame definitivo un decreto legislativo di recepimento della direttiva europea 2012/13/UE sul diritto all’informazione nei procedimenti penali. Con questo provvedimento, si garantisce il diritto costituzionale della persona accusata di un reato di essere adeguatamente e tempestivamente informata dei diritti e delle facoltà concesse dall’ordinamento processuale, affinché comprenda l’addebito contestatogli e disponga del tempo e delle condizioni per preparare la sua difesa. Il testo propone di introdurre l’obbligo di consegna tempestiva di una comunicazione scritta, con cui informare la persona arrestata o fermata dei propri diritti. Se il destinatario non conosce la lingua italiana, è prevista una prima comunicazione verbale, seguita però dalla comunicazione scritta nella lingua conosciuta dal soggetto. Saranno fondamentali le informazioni riguardanti l’accusa, il diritto all’interprete ed alla traduzione degli atti fondamentali, la possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere, di accedere agli atti del provvedimento, di informare le autorità consolari e avvisare i familiari, di accedere all’assistenza medica d’urgenza, di essere condotto in breve termine davanti ad un giudice, di comparire davanti ad esso per rendere l’interrogatorio e, infine, di impugnare l’ordinanza che dispone una misura cautelare.