Ridisegnati i contributi all’editoria: i titoli da prima pagina sono salvi?

Il Consiglio dei Ministri numero 28 si è tenuto venerdì 11 maggio alle ore 11,30. Durato 3 ore, gli argomenti che hanno tenuto banco sono i contributi pubblici destinati all’editoria e la liberalizzazione delle farmacie.

Razionalizzare, semplificare e rendere trasparenti. Nel Consiglio dei Ministri tenutosi tra le 11,30 e le 14,30 di venerdì 11 maggio, è stato approvato il decreto legge che ridisegna l’accesso per le imprese editrici di quotidiani e periodici ai finanziamenti pubblici. Tre le esigenze di cui si è tenuto conto contribuire al conseguimento del pareggio di bilancio pubblico indirizzare le imprese verso l’innovazione e verso comportamenti aziendali coerenti con la trasformazione del mercato realizzare in pieno l’obiettivo di tutela del pluralismo e sostegno alla effettiva fruizione di prodotti editoriali reali. L’obiettivo è diminuire i costi di distribuzione e stampa. Nello specifico, il contributo verrà erogato nel 2014, ma sono stati rimodulati i requisiti di accesso per le testate nazionali il rapporto tra distribuzione e vendita è aumentato dal 15% al 30%, per quelle locali dal 25% al 35%. I costi ammessi per calcolare l’importo del contributo statale «sono solo quelli fondamentali di produzione e quelli effettivi di vendita». Inoltre, per accedere al contributo, l’impresa deve essere in regola con gli adempimenti tributari verso lo Stato. Nel comunicato stampa del cdm viene specificato che tali criteri sono applicati anche ai giornali organi di partito e assimilati. Siamo nell’era del digitale. Il decreto prevede che «le imprese editrici che diffondono esclusivamente online possono usufruire di un sostegno di durata biennale, a condizione che rispettino effettivamente la propria periodicità e siano accessibili in digitale anche a titolo oneroso». Il contributo previsto consiste nel coprire il 70% dei costi e nella corresponsione di 0,10 euro per ciascuna copia venduta in abbonamento. Liberalizzazione delle farmacie Il Consiglio ha approvato uno schema di disegno di legge per superare alcuni dubbi interpretativi e di applicazione emersi in seguito all’approvazione in Senato del decreto “Cresci Italia”. I problemi riguardano il numero di farmacie superiore a quello individuabile applicando il criterio demografico in alcune province, il limite - troppo restrittivo - dei 40 anni di età per la partecipazione al concorso in forma associata, il limite di età pensionabile per la direzione di farmacie private e la poca chiarezza delle procedure amministrative da attuare in caso di spostamento delle farmacie. e molto altro ancora. Il Consiglio è poi intervenuto sulla partecipazione italiana alla missione ONU in Siria, sulla convenzione tra Italia e Libia, sulla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nel settore portuale, marittimo e ferroviario.