Decreto “Cresci-Italia” a rischio: presentati più di 2400 emendamenti

Prosegue l’iter del decreto legge sulle liberalizzazioni in Commissione Industria del Senato sono stati presentati 2400 emendamenti. Settimana prossima si deciderà sull’ammissibilità, poi l’esame e le votazioni. Ma il Governo vuole approvare in fretta il provvedimento nuova fiducia in vista?

La conversione in legge del decreto sulle liberalizzazioni potrebbe diventare una corsa a ostacoli. Il Governo punta a chiudere in tempi brevissimi, massimo due settimane, evitando grossi stravolgimenti. Ma dalla Commissione Industria del Senato, dove il testo è attualmente in discussione, sono arrivati oltre 2400 emendamenti. Approvazione complessa. Il Governo porrà la fiducia? Ora l’iter si fa più complicato nelle sedute di settimana prossima si deciderà sull’ammissibilità degli emendamenti proposti, poi si procederà con l’esame e, infine, con la votazione. Il provvedimento, quindi, potrebbe subire ingenti modifiche. E per evitare che ciò accada, il Governo potrebbe ricorrere nuovamente alla fiducia. Giustizia chiesta la soppressione dell’articolo 2 sui Tribunali delle imprese Il presidente della Commissione Giustizia in Senato, Filippo Berselli, ha presentato tre emendamenti, due dei quali sono finalizzati a sopprimere gli articolo 2 e 9, rispettivamente dedicati al Tribunale delle imprese e alle tariffe. Quanto al primo aspetto, Berselli contesta l’impostazione della norma, in base alla quale si verrebbero a creare 12 tribunali di serie A, e tutti gli altri a competenza “residuale”. Altre criticità della disposizione in esame sono già state evidenziate dal Cnf, che già al tempo del dibattito parlamentare aveva paventato il rischio di «un allontanamento del servizio giustizia dal territorio, con conseguente minore sensibilità rispetto alle realtà imprenditoriali locali». Criticità, peraltro, amplificate, dalla nuova versione della norma, così come approvata dall’Esecutivo, che ad esempio riduce il numero si uffici competenti solo 12, appunto e aumenta le materie da devolvere al Tribunale delle imprese se prima si trattava di una norma «concepita per un contenzioso “d’elite”, estremamente limitato nel numero e prevalentemente documentale», ora l’articolo 2 prevede che ai tribunali delle imprese venga attribuito un contenzioso molto più corposo, sottratto al giudice ordinario. Insomma, la creazione di percorsi giudiziari differenti desta anche sostanziali dubbi sulla sua piena compatibilità costituzionale. e dell’articolo 9 sulle tariffe. Un’altra disposizione sulla quale si discute da settimane senza sosta è l’articolo 9. Per Berselli, «la soppressione delle tariffe da un lato e l’obbligo dei preventivi dall’altro creerebbero enormi problemi ai professionisti, privi di alcun parametro a cui fare riferimento». La posizione dell’Avvocatura, sul punto, è chiara e netta, ed è stata ribadita anche in occasione dell’incontro col Guardasigilli «anche se il ministro Severino», dice il presidente Oua, Maurizio de Tilla, «sulla richiesta di abrogazione dell’articolo 9 sulle tariffe non ha mostrato aperture, pur ascoltando con grande attenzione, crediamo che nel Parlamento ci siano forti margini per correggere questa stortura che danneggia il cittadino e che crea il caos nei tribunali». Il dibattito, insomma, è aperto, e la sorte di queste due misure verrà decisa in poco tempo.