Secondo il Parlamento europeo, l’Italia è un modello per tutta la UE

Si è svolto il 16 gennaio, presso la splendida sala del Cenacolo della Camera dei Deputati, il prestigioso convegno dal nome La Mediazione in Europa e in Italia . Sono intervenuti il Ministro Annamaria Cancellieri, il prof. Giuseppe De Palo, Presidente di Adr Center, Giorgio Santacroce, Primo Presidente della Corte di Cassazione, Cecilia Wikstrom, Componente della Commissione giuridica del Parlamento europeo con un messaggio video , Michele Vietti, Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura e Guido Alpa, Presidente del Consiglio Nazionale Forense.

I lavori sono stati aperti dal Ministro Cancellieri con un interessante intervento il cui testo integrale si può trovare qui http //www.giustizia.it/giustizia/it/mg_6_9.wp?previsiousPage=mg_6_2_1& amp contentId=NOL979954 , in cui il Ministro ha ribadito l'importanza e l'utilità della mediazione e delle procedure alternative delle controversie in generale in Italia, in particolare in questo momento storico. Al riguardo, ha dichiarato che se si opera una rivoluzione culturale e i cittadini accettano di sedersi al tavolo della mediazione, questa può diventare uno strumento fondamentale di abbattimento del carico giudiziario . Per il Ministro, il ricorso alle procedure alternative, che si fa sempre più forte, è dovuto alla giusta convinzione che la via tradizionale del ricorso alla giurisdizione esasperi i conflitti, rendendoli più acuti, laddove la via conciliativa tende ad attenuarli quando non riesce a comporli. Apprezzamenti per la mediazione dal Ministro Cancellieri. Il Ministro ha espresso forti apprezzamenti per la mediazione e per i suoi risultati, dichiarando che le esperienze ormai consolidate in altri paesi europei hanno dimostrato che la mediazione può costituire un importante strumento di riduzione del contenzioso giudiziario civile e può abbreviare notevolmente i tempi di attesa della decisione della controversia. Ha ricordato poi che già con la normativa introdotta nell’agosto 2013 ci si è fatti carico di importanti innovazioni riconoscendo la qualifica ex lege di mediatore all’avvocato, stabilendo l’obbligatorietà dell’assistenza legale nella c.d. mediazione obbligatoria, sancendo la necessità comunque dell’assistenza legale nella mediazione facoltativa per addivenire alla formazione immediata del titolo esecutivo e introducendo il regime di autonomia in materia di formazione e aggiornamento riconosciuto agli avvocati. Indici normativi che senza dubbio delineano un regime speciale riservato dal legislatore all’avvocato-mediatore. Ha poi aggiunto che il Ministero sta lavorando intensamente ad una modifica, attraverso l'emanazione di un nuovo Decreto, del D.M. 180 in particolare per quanto riguarda le garanzie, a tutela dei cittadini, di serietà e professionalità di organismi e mediatori. Al riguardo, il Ministro ha specificato che la speranza è che standard qualitativi ancora più elevati possano ridurre considerevolmente il numero degli scettici sulle sue potenzialità . Il Ministero, ha aggiunto, sta vigilando al fine di garantire l’assoluta trasparenza nel settore e di impedire, in particolare, la costituzione di rapporti di interesse, di qualunque specie o natura, tra gli organismi di mediazione ed i mediatori da una parte, e le parti che partecipano al procedimento dall’altra. L’intervento di Giuseppe De Palo, Presidente di ADR Center. Terminando il suo applaudito intervento, dinanzi alla sala gremita, il Ministro ha dato la parola al prof. Giuseppe De Palo, Presidente di ADR Center, al quale l’estate scorsa il Parlamento europeo ha affidato la redazione di uno studio sull’attuazione della Direttiva in materia di mediazione nei 28 Stati membri dell’Unione, allo scopo di individuare le best practice” e di suggerire modifiche, legislative e non, capaci di realizzare gli obiettivi fissati nell’articolo 1 della stessa Direttiva facilitare il ricorso alla risoluzione alternativa delle controversie e raggiungere un’equilibrata relazione tra processo e mediazione. Il Prof. De Palo, nell'illustrare alcune slide relative al progetto reperibili all'indirizzo http //www.giustizia.it/giustizia/protected/980149/0/def/ref/NOL979449/ , che verrà presentato tra quatto giorni al Parlamento Europeo, ha ricordato che la Direttiva UE del 2008 sulla mediazione ha dato risultati inferiori al previsto, e dunque è necessario trovare dei sistemi che ne garantiscano la corretta applicazione. Ha poi illustrato i vantaggi, in termini di risparmio di tempi e di costi, della mediazione rispetto al processo, ricordando che l’Italia è leader in Europa nel settore, con oltre 200mila mediazioni, rispetto alle 10 mila della Germania, e che il modello di mediazione italiana è stato indicato come best practice dal Parlamento Europeo. Secondo lo studio di De Palo, i tempi medi di definizione di un processo civile sono di 1.210 giorni dato inconfutabile , con un costo per l'intero sistema di 15.370 euro, contro 47 giorni di una mediazione con la quale il costo si abbatterebbe a 4.369 euro. In base allo studio, se tutte le controversie andassero in mediazione, il mediatore e supponendo che vi sia l'accordo nella metà dei casi, in Italia il risparmio medio sarebbe di 588 giorni e 3.315 euro. A livello europeo il tasso minimo di successo perché la procedura generi risparmi di tempo e denaro in un determinato Paese è del 19% per tagliare sui tempi e del 24% per tagliare i costi. In Italia, invece, è sufficiente un tasso rispettivamente del 4% e del 28%. Questo perché, ha chiarito De Palo, i risparmi in caso del successo della singola mediazione sono molto maggiori dell'incremento dei costi se la procedura fallisce”. L’intervento di Giorgio Santacroce, Primo Presidente della Corte di Cassazione. All'intervento del Prof. De Palo è succeduto quello di Giorgio Santacroce, Primo Presidente della Corte di Cassazione, il quale ancora una volta ha espresso il suo apprezzamento per la mediazione, ricordando che essa non è solamente uno strumento nato per lo sfoltimento delle cause, ma un istituto di grande potenzialità ed utilità. Ha ricordato che il mediatore non deve essere solo un tecnico, ma una figura trasversale, che compie un'attività metagiuridica, e che deve avere conoscenze di psicologia e di comunicazione. Ha poi fatto riferimento alla circolare di fine novembre del Ministero, ricordando che i mediatori e gli organismi devono impegnarsi sempre di più per garantire indipendenza e professionalità. Il Presidente Santacroce ha poi espresso le sue perplessità per l’esclusione, dalle materie in cui la mediazione è condizione di procedibilità, della r.c. auto, che a lui sembrerebbero invece particolarmente adatte ad essere risolte con procedure alternative al ricorso al Tribunale. Infine, in chiusura d’intervento, ha giustamente ricordato che gli avvocati non devono avere una preconcetta ostilità verso l'istituto, come purtroppo in alcuni casi ancora capita, anche se ormai il numero degli avvocati favorevoli alla mediazione è in crescita costante. L'intervento di Cecilia Wikstrom, Componente della Commissione giuridica del Parlamento europeo. E' seguito poi l'intervento in video di Cecilia Wikstrom, Componente della Commissione giuridica del Parlamento europeo, il cui testo possiamo trovare a questo indirizzo http //www.giustizia.it/giustizia/protected/980215/0/def/ref/NOL979449/ . La Wikstrom ha detto, tra l'altro, che da un recente studio è emerso che il 45% delle piccole imprese europee ha dichiarato che non avviarebbe un'azione legale presso un altro Tribunale dell'Unione, qualora l’importo dovuto fosse inferiore ai 50.000 euro perché finirebbero per spendere di più in spese legali mentre i risultati di rapporti redatti dalla UE hanno dimostrato che la mediazione è uno strumento valido per consumatori e imprese. Secondo la Wikstrom, l’Europa ha la responsabilità di agire prontamente al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi fondamentali previsti dalla Direttiva sulla mediazione. L’intervento di Michele Vietti, Vice Presidente del CSM. Ha poi preso la parola un applauditissimo Michele Vietti, Vice Presidente del CSM, il quale ha subito dichiarato apertamente la sua iscrizione al Partito della Mediazione . Questa sua affermazione, ha precisato, non significa che egli non sia in grado di individuare eventuali difetti e di suggerire miglioramenti. Al riguardo, ha suggerito che la mediazione deve essere parte di un più ampio disegno di modernizzazione del Paese, in cui rientra anche il recente riordino della geografia giudiziaria. A questo riguardo, relativamente ad alcune critiche fatte a proposito del fatto che per i cittadini sarebbe più difficoltoso recarsi in Tribunale, con una battuta ha ricordato che non tutti i giorni il cittadino si reca in Tribunale normalmente, anzi, lo fa pochissime volte nell'arco della sua esistenza. Inoltre, ha ricordato che il contesto del contenzioso attuale è profondamente cambiato, come accertato anche da uno studio di Unioncamere, e a maggior ragione pretende risposte rapide, che non possono essere quelle del Tribunale. La sfida della modernità, secondo Vietti, è la sfida della competività, e la risposta tribunalecentrica è inadeguata. Anche la lettura dell'art. 24 della Costituzione, ha proseguito, nell'ottica esclusiva del contenzioso, è errata. La legittimazione della mediazione, infatti, sussiste in quanto è alternativa e non limitativa della giurisdizione, che deve essere solo l'extrema ratio e che presuppone, appunto, delle alternative meno costose e più rapide, come la mediazione. Anche lui ha espresso forti perplessità sull’esclusione della r.c. auto dalle cosiddette materie obbligatorie”. Ha poi concluso, quindi, dichiarando che per questo processo di modernizzazione è indispensabile che ci siano alternative meno costose e più rapide, come la mediazione, e aggiungendo che, per parlare di liti, dobbiamo tenere presente l'esempio del cortocircuito. Quando ne accade uno, infatti, ciò che maggiormente importa non è chi sia stato a causarlo, ma ripristinare il circuito come accade in mediazione. Serve la tempestività della risposta sul contenzioso se non vogliamo che la giustizia sia la palla al piede del Paese . Questa è stata la sua conclusione. L’intervento di Guido Alpa. Ha chiuso poi i lavori il prof. Alpa, il quale apparentemente, pur dichiarando di non essere contrario alla mediazione, pare non averne ben compreso lo spirito, dato che ha detto che si tratta di giustizia privata e arrivando a dichiarare che le clausole contrattuali di mediazione potrebbero essere nulle in quanto vessatorie. Nessuna considerazione, poi, per il nuovo modello di mediazione con l’incontro gratuito alla presenza obbligatoria degli avvocati. Francamente, ci aspettavamo di meglio. In realtà, dal convegno è emersa ben chiara una cosa la mediazione, in Italia e in Europa, è il futuro, e come ha detto Michele Vietti, non si torna indietro”.