Durante il Consiglio dei Ministri numero 44, tenutosi a Palazzo Chigi il 10 gennaio 2014, è stata varata la bozza di ddl che prevede la possibilità per il figlio di assumere il cognome del padre ovvero, in caso di accordo tra i genitori risultante dalla dichiarazione di nascita, quello della madre o quello di entrambi i genitori.
Il figlio «assume il cognome del padre ovvero, in caso di accordo tra i genitori risultante dalla dichiarazione di nascita, quello della madre o quello di entrambi i genitori». È quanto previsto dalla bozza di ddl varato oggi in Consiglio dei Ministri. E questa disposizione vale anche per i figli nati fuori dal matrimonio o adottati. Piena attuazione alla sentenza della Corte europea. Il testo dà piena attuazione alla sentenza della Corte Europea di Strasburgo e prevede l'obbligo per l'ufficiale di stato civile della iscrizione all'atto di nascita del cognome materno in caso di accordo tra entrambi genitori. Nel dare piena attuazione alla sentenza della Corte europea inerente al cognome materno, tuttavia, il Consiglio dei Ministri ha rilevato che la complessa materia presenta ulteriori profili che saranno approfonditi da un gruppo di lavoro presso la Presidenza del Consiglio, con la partecipazione dei rappresentanti dell'Interno, degli Affari esteri, della Giustizia e delle Pari Opportunità. Potrebbe esserci la possibilità che fratelli e sorelle abbiano cognomi diversi? Al testo – secondo quanto affermato dal vice-ministro Cecilia Guerra - non sono state apportate modifiche, ma «è stato deciso di istituire un gruppo di lavoro Pari opportunità-Giustizia-Interni per valutare le implicazioni del provvedimento». «Con questo ddl noi facciamo capire che vogliamo che l'Italia riconosca la possibilità del cognome materno - sottolinea Guerra - era importante prendere un'azione per risolvere un problema. Il ddl istituisce in modo chiaro una possibilità che il nostro ordinamento non prevede. Strasburgo chiede una risposta veloce, dovevamo garantire da subito questo». Riforma dello strumento militare. Durante la riunione, tuttavia, non si è parlato solo di cognome dei figli e di famiglia in generale, ma sono stati approvati anche due decreti legislativi di attuazione della legge di riforma dello strumento militare. Tali decreti, tra l’altro, prevedono una consistente riduzione delle forze armate nei prossimi anni. Il termine del processo di revisione è previsto nel 2024 e la riforma porterà ad una riduzione del personale della Difesa di 27.800 unità circa 20.000 militari e 7800 civili . Prorogate le missioni internazionali. Il Consiglio dei Ministri, inoltre, ha approvato un decreto legge che proroga le missioni internazionali delle Forze Armate e di polizia e le iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione.