Lista studenti omosessuali su FB: bisogna insegnare ai giovani come utilizzare i social network

Con un comunicato stampa del 20 marzo 2013, il Presidente dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali ha ribadito con forza l’esigenza di sensibilizzare i giovani ad un uso responsabile dei social network.

Il Garante per la Privacy, ha emanato un comunicato del 20 marzo 2013, con le dichiarazioni del Presidente Antonello Soro. Era meglio essere conosciuti per gli studenti illustri. Il caso che ha fatto tanto scalpore è nato in un liceo classico di Nuoro, il Liceo Asproni, già «famoso» per aver ospitato studenti poi divenuti illustri, tra i quali Indro Montanelli, che lo ha frequentato per un breve periodo, senza però diplomarvisi, a causa del lavoro del padre, che, quale preside di liceo, si spostava da una scuola all’altra. Le offese omofobe sulla pagina FB del liceo. Sulla pagina FaceBook del liceo, utilizzata dagli studenti per scambiarsi informazioni e materiale didattico, sono di recente apparse scritte ingiuriose ai danni di alcuni alunni, sottolineandone in maniera negativa, con epiteti scurrili, l’omosessualità. Non si sa se le offese corrispondano a verità, ma la collettività ha reagito in maniera indignata, in primis i membri dello stesso liceo, che subito hanno manifestato davanti all’istituto. Bisogna spiegare ai giovani che strumenti hanno in mano. Il Presidente Soro ha espresso l’esigenza di fornire ai giovani una guida per «frequentare le piazze mediatiche senza nuocere a se stessi e agli altri, aiutandoli a conoscere realmente gli strumenti che abitualmente usano, ma di cui spesso ignorano i pericoli». In tal modo, continua Soro, «possiamo garantire loro una autentica capacità di costruire se stessi in libertà e armonia». E’ necessario unire gli sforzi per salvaguardare le giovani generazioni. Internet, a parere del Presidente, è spesso una «terra incognita», la cui fragilità è accentuata dalle nuove sfide tecnologiche. Per questo genitori, istituzioni scolastiche, organismi di garanzia e media devono fare fronte comune a protezione «dei nostri ragazzi».