Chiarissima la Corte Costituzionale: la fecondazione eterologa non è più tabù

Il divieto di fecondazione eterologa è incostituzionale. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità della norma della l. numero 40/2004 che vieta il ricorso a ovuli o spermatozoi di un donatore esterno nei casi di infertilità assoluta. La Consulta, in particolare, ha bocciato gli articolo 4, comma 3 9, commi 1 e 3 e 12, comma 1, l. numero 40. Questi prevedevano il divieto assoluto di fecondazione attraverso donatori esterni e sanzioni per i medici che l’avessero praticata, così che, ora, anche le coppie sterili potranno avere una speranza in più di concepire. I Giudici delle leggi hanno accolto, così, i ricorsi presentati dai Tribunali di Milano, Firenze e Catania. Le motivazioni, come prevede il regolamento, saranno depositate entro un mese.

Cade un divieto vecchio 10 anni. Dopo aver affrontato la questione della conservazione degli embrioni, della diagnosi preimpianto e del numero di embrioni da impiantare nell’utero materno, la Corte Costituzionale ha dichiarato oggi l’illegittimità della norma “simbolo” della legge 40, l’articolo 4, comma 3, che vieta il ricorso a ovuli e spermatozoi di un donatore esterno nei casi di infertilità assoluta. Cadono anche, di conseguenza, i due incisi che recitano entrambi «in violazione del divieto di cui all'articolo 4, comma 3», cioè del divieto di eterologa, previsti nei commi 1 e 9 dell'articolo 9, che resta ovviamente immutato per le altre parti e per i suoi contenuti, compreso il divieto di disconoscimento di paternità in caso di eterologa. Incostituzionale, infine, anche l'articolo 12, comma 1, sulle sanzioni «Chiunque a qualsiasi titolo utilizza a fini procreativi gameti di soggetti estranei alla coppia richiedente, in violazione di quanto previsto dall'articolo 4, comma 3, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 300mila a 600mila euro». Si conclude così l’iter iniziato nel maggio 2012 quando i Giudici delle leggi decisero di restituire gli atti ai tribunali rimettenti, per valutare la questione alla luce della sopravvenuta sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sulla stessa tematica. Antinori una svolta rivoluzionaria per le coppie. Esulta il ginecologo Severino Antinori, uno dei padri della fecondazione assistita in Italia, e inneggia all’intervento costituzionale che determinerà «una svolta rivoluzionaria per le coppie», nel segno del «diritto alla procreazione». Finalmente è stata posta la parola fine ai “viaggi della speranza” all'estero, con la possibilità di usufruire, nei centri italiani, di tecniche mai utilizzate prima «per colpa di una legge medievale e oscurantista». Il freno della Lorenzin. Più cauta il ministro Beatrice Lorenzin, per la quale «l'introduzione della fecondazione eterologa nel nostro ordinamento è un evento complesso che difficilmente potrà essere attuato solo mediante decreti». Facile comprendere, infatti, che non risulta coinvolta solo la procedura medica ma anche problematiche più ampie ed estremamente delicate, come «l'anonimato o meno di chi cede i propri gameti alla coppia e il diritto d chi nasce da queste procedure a conoscere le proprie origini e la rete parentale come fratelli e sorelle». La Chiesa sconcerto e preoccupazione. Dura la reazione della Chiesa in ambienti vaticani serpeggia sconcerto e preoccupazione. Lo confermano le parole di monsignor Renzo Pegoraro, Cancelliere della Pontificia Accademia per la Vita, per il quale il divieto caduto oggi determinava una «serie di garanzie soprattutto per il nascituro, a tutela della chiara identità dei genitori, con le relative responsabilità. La possibilità che ci sia una terza figura, spesso maschile, quindi una distinzione tra paternità biologica e una affettiva e sociale nella stessa coppia, crea dei problemi». Vinta una battaglia, non la guerra. Al di là degli umori, è innegabile che la Corte Costituzionale, con la decisione odierna, apre una nuova stagione di dibattito, all’insegna di battaglie non meno ambiziose di quella appena vinta il prossimo obiettivo è l’«abolizione del divieto di ricerca sugli embrioni» annuncia Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni.