Buone news dal Ministro della Giustizia Orlando. Dinanzi a Camera e Senato si è tenuta la annuale comunicazione del Guardasigilli, a proposito dello stato dell’amministrazione della Giustizia italiana. Il bilancio è positivo, secondo il Ministro, come dimostrano i dati registrati. Ottimo l’apporto dato dai processi di mediazione, soprattutto nell’ambito civile. Ma non tutti concordano con questa visione.
Il Ministro Orlando, nella giornata del 18 gennaio 2017, ha effettuato la “Relazione del Ministro sull’amministrazione della giustizia per l’anno 2016”, così come prescritto ai sensi dell’articolo 86, r.d. numero 12/1941. Positivo il bilancio finale. La Comunicazione del Ministro della Giustizia. Nella giornata del 18 gennaio, il Guardasigilli Orlando ha svolto l’annuale comunicazione sullo stato dell’amministrazione della Giustizia, riferita all’anno 2016, elencando le misure e i provvedimenti, già avviati o in procinto di esserlo, di tipo sia organizzativo che strutturale, finalizzati a migliorarne l’efficienza generale. In mattinata il Ministro ha illustrato lo stato delle cose alla Camera, mentre si è rivolto all’attenzione del Senato nel pomeriggio. I motivi del trend positivo. Concretamente si è assistito ad una diminuzione del 5% riguardo agli affari civili pendenti, con l’unica eccezione della Corte di Cassazione che sperimenta un trend invertito, con un aumento del 5%. In numeri puri, si è passati dalle 5,2 milioni di cause civili del 2013 ai 3,8 milioni del 2016. La ricetta di questo miglioramento, a detta del Guardasigilli, risiede nell’aumento stimato in un 10% in più delle mediazioni, con un totale di 366.000 tentativi di ADR nell’anno appena conclusosi. Anche nel penale si è riscontrato un miglioramento sensibile, con un calo del 7% dei procedimenti pendenti, dovuto probabilmente all’«attività di riduzione del ricorso al diritto penale», ottenuta tramite rivisitazione delle incriminazioni penali e l’introduzione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Di questo stato di cose hanno beneficiato anche le casse dello Stato, essendo diminuito anche il cd. debito Pinto, il risarcimento per l’eccessiva durata dei processi, proprio grazie al minor ingolfamento della macchina giudiziaria e il conseguente accorciamento dei tempi procedimentali. C’è chi non concorda. La reazione dell’Unione Camere Penali Italiane è chiara la politica, con la ricerca di consenso, spesso agisce in senso opposto rispetto al necessario, come è stato fatto dal Governo in occasione delle «norme come l’omicidio stradale» e dell’aumento generale delle pene. «Aumento delle pene e dilatazione dell’area del penalmente rilevante non costituiscono un deterrente e non aumentano la sicurezza». Il “panpenalismo” è utile solo in campagna elettorale, a detta del Ucpi, ma non lo è davvero ai fini dell’amministrazione della Giustizia.