Avvocatura shaken not stirred

250 mila avvocati, dei quali 25 mila in bonis, ben rappresentati a tutti i livelli, e 225 mila in difficoltà, priva di rappresentanza, soli, ma con molti leoni alla tastiera.

Al Congresso di Rimini muore l’OUA e nasce l’OCF l'organismo preposto ex art. 39 l. n. 247/2012 ad attuare i deliberati del Congresso Nazionale Forense. Il Congresso Nazionale Forense è la massima assise dell'Avvocatura italiana nel rispetto dell'identità e dell'autonomia di ciascuna delle sue componenti associative. Tratta e formula proposte sui temi della giustizia e della tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, nonché le questioni che riguardano la professione forense. Il Congresso Nazionale Forense delibera autonomamente le proprie norme regolamentari e statutarie, ed elegge l'organismo chiamato a dare attuazione ai suoi deliberati. All’assemblea del 17 e 18 novembre 2017, OCF ha, tra il resto, deliberato di chiedere al CNF di pronunciarsi formalmente entro la fine di novembre sulla sua volontà di considerare le spese del Congresso e quelle di OCF come funzionali alla realizzazione delle sue competenze istituzionali in caso contrario, e al fine di superare il clima di incertezza relativo al tema che a oggi ha impedito all’OCF, a un anno dalla sua formale costituzione, di espletare pienamente le proprie funzioni, l’ufficio di coordinamento ha avuto mandato di chiedere la convocazione di una immediata sessione ulteriore del Congresso per rendere chiare le regole che riguardano l’erogazione del contributo. OCF ha deliberato altresì di ampliare i temi del prossimo Congresso, in programma a Catania a ottobre 2018, includendone alcuni particolarmente sentiti dall’Avvocatura, tra cui la difesa della giurisdizione e del ruolo nell’avvocato nel processo e il rispetto e piena attuazione dell’art. 5, della Costituzione per contrastare le tendenze di accentramento in materia di geografia giudiziaria. OCF ha altresì indetto per il 16 febbraio 2018 la giornata della dignità e dell’orgoglio dell’Avvocatura e della salvaguardia delle tutele per manifestare a salvaguardia della professione forense quale strumento di composizione delle distorsioni sociali e del mercato per l’irrinunciabilità della tutela giudiziaria dei diritti per l’autonomia e l’indipendenza dell’Avvocatura e il diritto alla giusta remunerazione della prestazione professionale. La delibera rende chiaro il contratto tra OCF, da un lato, e CNF, dall’altro, e le difficoltà dell’Avvocatura che si agita ma non si mescola. Nulla di nuovo, mi verrebbe da dire, sotto il sole italiano! L’esperienza dell’OUA e l’esperienza dell’OCF dimostrano che l’Avvocatura ha bisogno di un unico organismo di rappresentanza che, a mio giudizio, dovrà essere il Consiglio Nazionale Forense diviso in 2 sezioni una giurisdizionale e l’altra di rappresentanza dell’intera Avvocatura italiana, eletto con suffragio universale dall’intera base. Il Congresso di Catania non potrà ingabbiare ancora una volta l’Avvocatura su temi decisi da pochi a tavolino anche perché, uno dei problemi più sentiti oggi dall’Avvocatura italiana e cioè quello previdenziale, mi risulta semplicemente dimenticato. Agitato, non mescolato va bene per il Vodka Martini di James Bond ma non per l’Avvocatura italiana.