di Giulia Milizia
di Giulia Milizia *L'ordinanza del Tribunale di Alessandria dello scorso 12 agosto, risolvendo un apparente conflitto di competenza, enuncia un interessante principio di diritto.Il caso. Un detenuto impugnava il rapporto disciplinare elevato a suo carico presso il tribunale di sorveglianza di Padova, ove era precedentemente ristretto ed era stato redatto l'atto.Il carcere ove è attualmente detenuto, per una serie di incomprensioni tra gli uffici di queste città, però, lo indirizzava a quello che ha emesso l'ordinanza in esame. Il giudice declinava la giurisdizione sul reclamo, non essendo possibile applicare i criteri di competenza territoriale sanciti dall'articolo 677 c.p.p Si noti che fonda le sue conclusioni sull'analogia col processo civile.Differenze tra competenza e soggetto competente a decidere. Le espressioni potrebbero sembrare equivalenti, ma, in realtà, vi è una profonda differenza logica e semantica. Infatti, gli articolo 5-38 c.p.c. enunciano una serie di parametri per individuare la competenza a decidere , la ripartizione di giurisdizione tra le varie autorità G.O., GDP e l'individuazione del foro presso cui iniziare l'azione giudiziaria. È funzionale perché varia a seconda del luogo, della materia e del valore della lite. Questa è la competenza vera e propria e serve per individuare esattamente l'autorità e la sede ove indiziare l'atto introduttivo del giudizio di primo grado.Per quanto riguarda le impugnazioni e gli atti ad esse assimilabili, come il reclamo della fattispecie, il codice parla di soggetto competente a decidere . Si tratta, infatti, di un vaglio della correttezza dell'operato del giudice di prime cure e del rispetto della normativa in materia secondo grado di giudizio .Competenza impropria ed inapplicabilità dell'articolo 677 c.p.p I lemmi usati per descrivere quest'ultimo principio cfr. articolo 17-26, 341, 360, 391 bis etc. c.p.c., 18 L.F. e 28 statuto dei lavoratori fanno riferimento ad un concetto ben più semplificato di quello della competenza tout court Si parla di soggetto legittimato a decidere l'impugnazione di un dato provvedimento competenza impropria . L'attenzione del legislatore si sposta quindi dal foro all'atto contestato. Ergo, per la sua corretta individuazione, si fa espresso riferimento a criteri molto più snelli e semplici di quelli della giurisdizione ex articolo 7 ss c.p.c Più precisamente la legittimazione a decidere il gravame discende dal provvedimento giurisdizionale in quanto pronunciato da un certo tipo di ufficio giudiziario Cass. civ. sez. III, numero 2709/05 .La competenza è del giudice di Padova. Alla luce di questo nuovo principio di diritto, il giudice ha declinato la propria competenza a favore del giudice di Padova. Rileva che il reclamo avverso il rapporto disciplinare è un gravame, perciò soggetto alle regole appena enunciate, tanto più che l'articolo 677 c.p.p. è inapplicabile ai provvedimenti amministrativi e disciplinari.Si noti l'originale deroga al divieto di interpretazione analogica delle disposizioni che regolano i vari riti civile, penale ed amministrativo sancita dal nostro ordinamento articolo 12-14 preleggi c.c., Dossier della commissione bicamerale per la riforma del codice penale sul nuovo testo dell'articolo 129 c.p. C.Cost. numero 79/82 e conformi .* Praticante avvocato e conciliatore iscritta alla camera diConciliazione del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Grosseto
Tribunale di Alessandria, Ufficio di Sorveglianza, ordinanza del 12 agostoGiudice dott. VigneraOrdinanzasul reclamo proposto da D. P. attualmente detenuto presso la Casa di reclusione di Alessandria avverso il rapporto disciplinare elevato a suo carico l'11 novembre 2010 presso la Casa di reclusione di Padova.1. - Il 5 maggio 2011 D. P. dalla Casa di reclusione di Alessandria dove trovavasi ristretto indirizzava al Magistrato di sorveglianza di Padova reclamo avverso il rapporto disciplinare elevato a suo carico in data 11 novembre 2010 presso la Casa di reclusione di Padova, dove all'epoca il reclamante era detenuto.Poiché come detto il 5 maggio 2011 il D. P. era ristretto presso la Casa di reclusione di Alessandria, l'Ufficio matricola di quell'Istituto penitenziario trasmetteva il reclamo alla Magistratura di sorveglianza alessandrina anziché al Magistrato di sorveglianza di Padova, cui l'atto era indirizzato.Intercorsa corrispondenza tra i due Uffici, si ritiene oggi necessario pronunciare formalmente il seguente provvedimento declinatorio della legittimazione di questo Ufficio a prendere cognizione del superiore reclamo.2. - La cognizione del superiore reclamo spetta al Magistrato di sorveglianza di Padova, essendo irrilevante ai fini qui considerati il criterio territoriale fornito dall'articolo 677 c.p.p.Codesta disposizione, invero, deve considerarsi finalizzata ad individuare il giudice territorialmente competente in relazione ad un determinato procedimento di primo o di unico grado.Essa, invece, va considerata non applicabile ai procedimenti aventi ad oggetto l'impugnazione di un provvedimento amministrativo o giurisdizionale.Infatti, ai fini dell'individuazione della legittimazione alla trattazione dell'impugnazione di un provvedimento legittimazione che solo impropriamente può denominarsi competenza , ma che tecnicamente costituisce qualcosa di diverso v. Cass. civ., Sez. III, 10/02/2005, numero 2709, che richiameremo diffusamente tra poco , deve farsi riferimento non già all'art 677 c.p.p., ma unicamente ed in difetto di norme eccezionali v. esemplificativamente l'articolo 41 bis, comma 2 quinquies O.P. al criterio funzionale rappresentato dall'atto impugnato in quanto emesso da un determinato soggetto criterio che, più esattamente, fa attribuire la cognizione dell'impugnazione all'Ufficio giudiziario istituzionalmente preposto al controllo dell'operato dell'organo, che ha emesso il provvedimento impugnato [cfr. Cass. civ., Sez. III, 10/02/2005, numero 2709, nella cui motivazione si legge Il nostro codice di procedura civile, per restare alla disciplina generale usa il termine 'competenza' nelle disposizioni del capo 1^ del Titolo 1^ del Libro 1^ contenente per sua espressa intestazione 'disposizioni generali' , che è intitolato 'Del giudice'. Per quel che attiene al fenomeno normativo 'competenza', queste disposizioni pur 'generali' risultano, in realtà, dettate in riferimento all'individuazione della competenza a ricevere la domanda giudiziale in primo grado, introduttiva del processo di cognizione, salvo le norme, del tutto eccentriche sotto tale aspetto dell'articolo 17 e dell'articolo 26 ed un tempo dell'articolo 16, ora abrogato , concernenti, viceversa, l'esecuzione forzata Le norme che disciplinano la c.d. 'competenza' sul processo di impugnazione non usano l'espressione 'competenza' o il participio competente riferito all'ufficio giudiziario , ma individuano la legittimazione alla trattazione della impugnazione ragionando in genere di proponibilità o comunque usando espressioni verbali che non evocano in alcun modo formalmente la nozione di competenza si vedano l'articolo 341 c.p.c. a proposito dell'appello l'articolo 398 c.p.c. a proposito della revocazione l'articolo 405 c.p.c. a proposito dell'opposizione del terzo alla sentenza l'articolo 360 cod. proc. civ., che affronta il problema ragionando di impugnabilità di sentenze in riferimento al giudizio di Cassazione l'articolo 391-bis usa il verbo richiedere, a proposito della revocazione delle sentenze di Cassazione si vedano anche l'articolo 18 della L.F. e l'articolo 28 della l. numero 300 del 1970 naturalmente, quanto qui rassegnato non ha alcuna pretesa di esaustività e, per altro verso, nell'individuare la legittimazione alla trattazione dell'impugnazione, la riferiscono al provvedimento giurisdizionale in quanto pronunciato da un certo tipo di ufficio giudiziario, così semplificando al massimo la regola che l'utente deve applicare, ben diversamente da quel che accade o sovente può accadere per l'utente che deve adoperare una regola di competenza per il giudizio di primo grado ].Alla stregua di quanto precede, dunque ed in particolare A l'impugnazione avverso il provvedimento di un Magistrato di sorveglianza va proposta al Tribunale di sorveglianza, nel cui distretto ha sede l'Ufficio a quo B l'impugnazione avverso un provvedimento dell'Amministrazione va proposta al Giudice di sorveglianza, nella cui circoscrizione si trova l'Istituto penitenziario, da cui promana l'atto impugnato istituto nei cui confronti quel determinato Magistrato di sorveglianza esercita concretamente il suo potere di vigilanza ex articolo 69 O.P. .Del resto, se si ritenesse il criterio ex articolo 677, comma 1, c.p.p. operante pure ai fini dell'individuazione del giudice dell'impugnazione, si avrebbero conseguenze assolutamente irragionevoli.Si pensi, invero, all'ipotesi di un'istanza di permesso-premio presentata ad un determinato Ufficio di sorveglianza per esempio, a quello di Torino da un detenuto, che successivamente e nelle more della decisione viene trasferito ad un istituto penitenziario rientrante in un altro distretto per esempio, Palermo .In tal caso il reclamo avverso l'eventuale provvedimento di rigetto pronunciato dal Magistrato di sorveglianza di Torino dovrebbe essere presentato dal detenuto ex articolo 677, comma 1, c.p.p. al Tribunale di sorveglianza di Palermo con tutti gli inconvenienti che è facile ipotizzare e che farebbero seriamente dubitare della conformità di un tal soluzione normativa ai canoni della ragionevolezza e dell'efficienza ex articolo 3 e/o 111 Cost. .3. - Alla stregua di quanto precede, spetta al Magistrato di Sorveglianza di Padova la cognizione sul superiore reclamo proposto da D. P. avverso l'operato disciplinare dell'Amministrazione penitenziaria di Padova.Infatti A il reclamo de quo rappresenta sicuramente un'impugnazione [v. Cass. penumero , Sez. I, 08/02/2001, numero 19785 Camerino E' atto di parte assimilabile ad ogni effetto ad un impugnazione, il reclamo proposto ai sensi dell'articolo 14 ter l. numero 354 del 1975 ordinamento penitenziario , avverso le sanzioni disciplinari adottate dalla direzione della casa circondariale, sicché come previsto per tutti i mezzi di gravame nella specie la corte ha precisato inoltre che i termini per proporre il reclamo decorrono per legge dalla comunicazione del provvedimento la sanzione per l'inosservanza dei termini entro i quali può essere proposto è quella dell'inammissibilità ] B spetta istituzionalmente al Magistrato di Sorveglianza di Padova il potere di vigilanza sull'operato dell'Istituto penitenziario, da cui promana l'atto impugnato.Deve, pertanto, disporsi nuovamente la trasmissione degli atti al Magistrato di sorveglianza di Padova, il quale ovviamente potrà declinare la propria cognizione solo a seguito di rituale proposizione del conflitto di competenza.P.Q.M.Declina la propria legittimazione a prendere cognizione del reclamo de quo e dispone la trasmissione degli atti al Magistrato di sorveglianza di Padova.