IMU-Bankitalia, subito in Gazzetta dopo l’ok della Camera

È stata pubblicata in G.U. la Legge n. 5/2014 recepisce, senza particolari modifiche, il contenuto del D.L. n. 133/2013 dello scorso novembre. Il MEF intanto smentisce le voci di presunti trattamenti favorevoli riservati alle banche, ribadendo che le nuove regole relative alla partecipazione al capitale di Bankitalia non comporteranno oneri per lo Stato.

La Legge 29 gennaio 2014, n. 5, ha confermato le disposizioni concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia contenuti del D.L. n. 133/2013. Il quadro dei provvedimenti principali. Viene confermata la cancellazione, in via definitiva, della seconda rata IMU per l’anno 2013 in relazione alle unità immobiliari adibite ad abitazione principale. Sono però esclusi gli immobili di lusso appartenenti alle categorie catastali A/1 abitazioni di tipo signorile , A/8 abitazioni in ville ed A/9 castelli e palazzi di eminenti pregi artistici o storici . Per la mini-IMU – che i contribuenti hanno versato già entro il 24 gennaio – ribadita la quota per il calcolo del quantum , pari al 40%, dell’eventuale differenza tra l’importo risultante dall’applicazione dell’aliquota di base e della detrazione decisa dal Comune per il 2013. Confermato inoltre l’aumento al 128,5% dell’acconto IRES ed IRAP per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013 per gli enti creditizi, finanziari e assicurativi e per la Banca d'Italia cui va però aggiunto l’ulteriore incremento di 1,5 punti percentuali disposto con decreto ministeriale . Il Ministero puntualizza Nessun regalo alle banche . Nel corso del dibattito parlamentare svoltosi alla Camera dei Deputati per la conversione D.L. n. 133/2013 c.d. IMU-Bankitalia, il MEF ha evidenziato come la polemica abbia preso il sopravvento sulla realtà dei fatti. In particolare, come emerge dal Comunicato stampa n. 27, in merito alle nuove regole relative alla partecipazione al capitale della Banca d'Italia, nessun regalo è stato fatto alle banche. La rivalutazione del capitale, da un lato, e una più equilibrata ripartizione delle quote di partecipazione alla Banca d'Italia, dall’altro, non comportano oneri aggiuntivi per lo Stato e sono apparse necessarie visto che il sistema era lo stesso fin dal 1936. fonte www.fiscopiu.it

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