La Camera dei Deputati ha approvato nel primo pomeriggio di giovedì 24 luglio il d.l. numero 92/2014 che ha previsto il risarcimento, economico o mediante uno sconto di detenzione, ai detenuti che hanno espiato, o stanno ancora espiando, la pena in condizioni degradanti e contrarie alla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo. Il testo passa ora al Senato per il voto finale.
Passaggio parlamentare a metà cammino. Prima approvazione alla Camera per il d.l. numero 92/2014, che ha introdotto le misure di risarcimento per i detenuti che hanno espiato la pena in condizioni degradanti 305 i voti favorevoli a Montecitorio, contro i 110 no ed i 30 astenuti. Il testo passa ora al Senato per l’approvazione definitiva. Le modalità. La nuova normativa prevede un risarcimento che si può articolare in due modalità diverse. Se la pena è ancora da espiare, sarà abbuonato un giorno per ogni 10 passati in celle sovraffollate. Per chi si trova ancora in carcere, invece, o se il residuo di pena da espiare non permette l’integrale detrazione di pena prevista nel primo caso, il rimedio avrà carattere economico, con l’erogazione di 8 euro per ogni giornata in cui si è subito il pregiudizio. A tal fine, da oggi al 2016, sono stati stanziati 20,3 milioni di euro. In più, nel decreto è stato previsto il divieto di custodia cautelare nell’ipotesi di pena non superiore ai 3 anni, oltre all’allargamento delle norme di favore del diritto minorile ai minori di 25 anni, e non più di 21, all’aumento del numero dei magistrati di sorveglianza e degli agenti penitenziari. Le reazioni. Dure le accuse da parte degli schieramenti politici che hanno votato contro il provvedimento. Per il Movimento 5 Stelle si tratta di «un indulto continuo, senza fine», con «quattro provvedimenti ‘svuotacarceri’ in un anno». Secondo i membri della commissione Giustizia del M5S, «ai detenuti diamo un contentino in denaro o lo sconto di qualche giorno, senza mai considerare il disumano sovraffollamento in cui vivono». Severo anche il gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia che, per bocca del suo rappresentante alla Camera Fabio Rampelli, ha accusato la maggioranza di aver risolto il problema del sovraffollamento delle carceri «prima mettendo in libertà i condannati per pene punibili fino a 5 anni di reclusione e oggi distribuendo 240 euro al mese ai delinquenti. È l’ennesimo decreto svuotacarceri e questo come gli altri non ha previsto nulla per le vittime e i loro famigliari». Il PD difende, invece, la bontà del provvedimento. Secondo Donatella Ferranti, presidente della Commissione Giustizia, non si tratta di una “paghetta” ai delinquenti né tantomeno di uno ‘svuotacarceri’, «semplicemente è un provvedimento che risponde ad un obbligo assunto dall’Italia al comitato dei ministri del Consiglio d’Europa al fine di evitare migliaia di condanne e multe salatissime».