Abogados e abuso di diritto, la palla passa alla Corte di Giustizia europea

Rappresenta un abuso del diritto comunitario la pratica di acquisire la laurea in giurisprudenza in Italia, trasferirsi in Spagna per ottenere il titolo di abogado e poi tornare nel Belpaese e chiedere la iscrizione ‘automatica’ all'elenco speciale degli avvocati stabiliti? È questa la domanda a cui dovrà rispondere la Corte di Giustizia delle Comunità europee su ricorso del Consiglio nazionale forense. Intanto, lo scorso 11 febbraio c’è stata la prima udienza, ma le conclusioni dell’Avvocato generale sono previste per il 10 aprile.

Nella mattinata di martedì 11 febbraio 2014, presso la Corte di Giustizia delle Comunità europee, si è tenuta la prima udienza in merito al rinvio pregiudiziale del CNF sulla questione ‘ abogados ’ cause Torresi C-58/13 e C-59/13 . La maggior parte degli abogados sono italiani. Secondo il CNF, il 92% degli avvocati iscritti nell'elenco degli avvocati ‘stabiliti’ sono italiani. Di questi, continua, l'82% ha conseguito il titolo in Spagna e il 4% in Romania. In sostanza, su un totale di avvocati stabiliti pari a 3759, 3452 sono di nazionalità italiana. Governo italiano, Austria e Romania sulle posizioni del CNF. Entrando nel merito, i giudici comunitari hanno rivolto molti quesiti a tutte le parti intervenute. La posizione del CNF, volta a verificare se la direttiva comunitaria cosiddetta ‘di stabilimento’ osti a una valutazione caso per caso delle richieste di iscrizione da parte dei Consigli dell’Ordine eventualmente opponendo un diniego in caso comportamento abusivo, è stata sostenuta davanti alla Corte anche dal Governo Italiano e da Austria e Romania. Le conclusioni dell’Avvocato generale presso la Corte Ue – fa sapere il CNF - sono previste per il 10 aprile, poi verrà emessa la sentenza.