Il Ministro della Giustizia è intervenuto al question time svoltosi nel pomeriggio di mercoledì 14 giugno alla Camera rispondendo ai quesiti sull’attribuzione del cognome materno ai figli dopo la sentenza della Corte Costituzionale numero 286/2016 e sulle iniziative normative per la revisione delle procedure di allontanamento dei figli dal nucleo familiare in attuazione di provvedimenti giudiziari.
Si è svolto alla Camera ieri, 14 giugno, il question time che ha visto protagonista anche il Ministro della Giustizia. Cognome materno. In merito alla questione dell’attribuzione del cognome materno ai figli, l’onorevole Galgano richiama l’attenzione del Guardasigilli sulla necessità di procedere con urgenza all’adeguamento dell’ordinamento alla sentenza della Corte Costituzionale numero 286/2016. Orlando ha sottolineato che il tema era già nell’agenda del dibattito parlamentare «ancor prima della pronunzia in parola, a conferma della necessità di un intervento riformatore della materia, con l’obiettivo di una definizione di nuovi criteri di attribuzione del cognome ai figli, rispettosi dell’uguaglianza dei coniugi e del diritto alla piena identità personale del minore». In tal senso si muove il ddl numero 1628 recante «Disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli», all’esame della II Commissione giustizia del Senato. Il testo prevede che «i genitori, all’atto della dichiarazione di nascita del figlio, possano attribuirgli, secondo la loro volontà, il cognome del padre o quello della madre o quelli di entrambi, nell’ordine concordato e che, in caso di mancato accordo tra i genitori, al figlio siano attribuiti i cognomi di entrambi i genitori in ordine alfabetico». Provvedimenti di allontanamento dei minori. In risposta all’onumero Binetti, che ha sollevato la questione della revisione delle procedure di allontanamento dei figli dal nucleo familiare in attuazione di provvedimenti giudiziari facendo riferimento ad un caso pendenti dinanzi al Tribunale di Viterbo, il Ministro evidenzia come la legislazione nazionale sul tema sia tra le più «evolute e sensibili anche in tema di ascolto, assicurando il diritto del minore ad esprimere, in maniera libera ed incondizionata, la propria volontà», ferma restando l’estrema delicatezza del tema « oggetto di continui approfondimenti, volti alla definizione di vere e proprie linee guida o di indirizzo sulle procedure di allontanamento, come quelle recentemente approvate su iniziativa dell’Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e la famiglia».