Non si possono sorvolare le città e i centri altamente frequentati dalle persone con i diffusi sistemi di volo a pilotaggio remoto senza specifica autorizzazione dell’Ente nazionale per l’aviazione civile che può essere fornita solo a soggetti idonei e già classificati.
Lo ha chiarito l’ENAC con la circolare numero 40278 indirizzata ai Comuni tramite l’Anci, il 14 aprile 2015. L’impiego dei droni sta diventando sempre più frequente anche per le numerose attività di rilievo territoriale commissionate dai Comuni a soggetti privati. Questi sistemi a pilotaggio remoto sono stati dunque puntualmente disciplinati in Italia con il regolamento adottato dall’Ente nazionale per l’aviazione civile il 16 dicembre 2013, al fine di tutelare il volo degli aeromobili e la sicurezza dei luoghi sorvolati. Autorizzazione dell’Ente. In pratica, con questo regolamento sono state dettagliate le diverse attività di volo con particolare attenzione alle zone abitate e densamente frequentate. In questi casi è necessario che l’operatore sia autorizzato dall’Ente e che il drone sia particolarmente sicuro, specifica la nota. Solo le organizzazioni riconosciute dall’Enac disponibili sul sito dell’Ente possono quindi essere abilitate alle operazioni più complesse. Ad oggi, prosegue la nota, l’ENAC ha autorizzato solo sporadiche attività ma nessun sorvolo dei centri abitati. Il Comune o il privato committente devono quindi prestare particolare attenzione a queste disposizioni, conclude l’Ente nazionale per l’aviazione civile, per evitare responsabilità diffuse in caso di volo abusivo e con l’impiego di conducenti non abilitati.
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