Secondo quanto chiarito dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate Orlandi, nel corso dell’audizione in Commissione Parlamentare di Vigilanza sull’Anagrafe tributaria, non può essere accolta la proposta del CNDCEC che suggeriva, con riguardo alla nuova certificazione unica introdotta dal Decreto Semplificazioni, di rendere obbligatorio l’invio delle sole certificazioni rilevanti ai fini della precompilata la distinzione, infatti, comporterebbe una procedura più complessa e onerosa.
Operare una distinzione sarebbe più complesso e oneroso. Operare una distinzione tra le certificazioni utili ai fini della precompilata e quelle riguardanti soggetti non interessati dalla stessa, quali, ad esempio, i lavoratori autonomi titolari di partita Iva, risulta più complesso e oneroso, dal punto di vista tecnico e procedurale, che procedere all’invio complessivo di tutte le certificazioni emesse, per tacere del fatto che il sostituto d’imposta non sarebbe in grado di distinguere a priori se il contribuente abbia o meno i requisiti per accedere in generale al modello 730. È il chiarimento fornito ieri dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi, nel corso dell’audizione in Commissione Parlamentare di Vigilanza sull’Anagrafe tributaria, su un punto sollevato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili durante l’audizione del 29 ottobre 2014. La certificazione unica. Orlandi, nell’affrontare diversi temi trattati da diversi soggetti nel corso delle precedenti audizioni, si è soffermata su alcuni profili legati alla dichiarazione precompilata introdotta dal Decreto Semplificazioni numero 175/2014 tra questi, quello della certificazione unica, disciplinata dall’articolo 2, comma 1, del Decreto, che prevede l’obbligo per i sostituti d’imposta di trasmettere anche all’Agenzia delle Entrate, entro il 7 marzo, la certificazione unica dei compensi erogati per lavoro dipendente e per lavoro autonomo e delle relative ritenute effettuate entro il 28 febbraio di ciascun anno. Riguardo all’adempimento in esame, il CNDCEC aveva rilevato che sarebbe stato opportuno limitare l’obbligo di invio alle sole certificazioni rilevanti ai fini della dichiarazione precompilata, escludendo quelle relative ai soggetti che non sono destinatari della stessa, come i lavoratori autonomi titolari di partita Iva. Il Direttore delle Entrate ha spiegato che, da un confronto con associazioni di categoria e software house, è emerso che si tratterebbe di una distinzione eccessivamente complessa da un punto di vista tecnico. Per il primo anno, nessuna modifica sostanziale degli adempimenti. Inoltre, riguardo a una ulteriore proposta del CNDCEC di semplificare gli adempimenti per i sostituti d’imposta - ora obbligati alla trasmissione delle certificazioni uniche - eliminando il modello 770, Orlandi ha spiegato che per il primo anno di avvio sperimentale della dichiarazione precompilata si è ritenuto di non intervenire con modifiche sostanziali sugli attuali adempimenti, per non complicare «un processo già molto articolato». Lo stato di avanzamento lavori. Quanto allo “stato di avanzamento lavori” delle attività collegate con la campagna dichiarativa 2015, il Direttore delle Entrate ha spiegato che il calendario molto serrato definito insieme al partner tecnologico Sogei SpA ha consentito, con riguardo alla certificazione unica, di pubblicare a settembre la bozza del modello e a novembre le istruzioni relative al modello e le specifiche tecniche da utilizzare per la trasmissione telematica, che hanno permesso alle software house private di predisporre le necessarie procedure informatiche. Il percorso verrà completato nei prossimi giorni, quando l’Agenzia delle Entrate renderà disponibile gratuitamente anche il programma di compilazione e le procedure di controllo. fonte fiscopiu.it
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