L’Aula della Camera ha approvato, nella mattinata del 1° febbraio, il disegno di legge delega al Governo per la riforma delle disciplina della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Il testo, che prevede, tra l’altro, l’abbandono del termine stigmatizzante “fallimento”, passa ora all’esame del Senato.
La Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura, durante la seduta del 1° febbraio, il disegno di legge delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell'insolvenza. La soddisfazione del Ministro della Giustizia. Tra le disposizioni inserite nel testo, viene proposto l’abbandono del termine “fallimento”, come peraltro già accade in Francia, Germania e Spagna. Come si legge nel comunicato pubblicato sul sito del Ministero della Giustizia tale espressione «si accompagna spesso alla stigmatizzazione sociale e al discredito anche personale conseguente all’esito imprenditoriale sfortunato». Il Guardasigilli Andrea Orlando ha commentato «si tratta di un primo passo importantissimo verso l'approvazione definitiva di una riforma che finalmente modernizza un sistema vecchio di 74 anni. Con questo provvedimento si anticipano le procedure di allerta, si cerca di prevenire il rischio default quando è ancora possibile e si colma la lacuna che riguardava i gruppi di imprese insomma, si contribuisce fondamentalmente alla competitività del Paese, che così si allinea ai criteri che, in materia, ispirano gli altri Stati europei. Mi auguro che il testo possa essere presto licenziato anche dal Senato».