A seguito delle «serissime criticità relative alle condizioni statiche dell’edificio» di via Nazariantz che ospita gli uffici del settore penale del Tribunale di Bari e della Procura della Repubblica, emerse dalla relazione di consulenza redatta su incarico dell’INAIL, il Presidente del Tribunale ha disposto che tutte le udienze il cui svolgimento è previsto tra il 28 maggio e il 30 giugno si terranno nelle tensostrutture messe a disposizione dalla Regione Puglia ed installate nel piazzale antistante l’edificio.
Sede provvisoria. Nel frattempo, il clamore sollevato da avvocati e magistrati in relazione alla vicenda, ha portato il Ministero della Giustizia ad autorizzare l’utilizzo dell’immobile di Modugno, già sede della soppressa sezione distaccata del Tribunale, per lo svolgimento delle attività giudiziarie. È stato anche dato avviso della pubblicazione della documentazione per partecipare alla procedura per l'individuazione di uno o più immobili da destinare a sede del Tribunale di Bari e della Procura della Repubblica presso lo stesso. L’offerta dovrà pervenire in busta chiusa, firmata su ogni pagina nonché sigillata e controfirmata sui lembi di chiusura, entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 11 giugno 2018. È la soluzione migliore? Il fronte delle proteste non è però chiuso. L’AIGA, attraverso le parole dell’avv. Domenico Attanasi, coordinatore area sud, chiede al Ministro Orlando di «ripensare la scelta di spostare il Tribunale Penale nella città di Modugno, individuando una sede provvisoria che si trovi nelle vicinanze dell’attuale Palazzo di Giustizia di Piazza De Nicola». «La risposta all’emergenza di dover trasferire gli uffici della Procura e del Tribunale in alcuni plessi lontani chilometri dal Palazzo di Giustizia di Piazza Enrico De Nicola – si legge nel comunicato diffuso dai giovani avvocati - rappresenta anche l’ennesimo segnale di colpevole disattenzione verso l’Avvocatura tutta e, in particolare, verso la giovane Avvocatura, considerato che il giovane avvocato quasi quotidianamente svolge incombenti in più uffici, senza potersi avvalere di collaboratori».
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