Decreto ingiuntivo all’INPS, ‘recupero’ della rivalutazione per il pensionato. Ferrò: «Vittoria. Ma è solo il primo passo...»

Soddisfazione contenuta per il legale napoletano, che rappresenta un pensionato di 82 anni. Praticamente certa l’opposizione dell’Istituto. Obiettivo è chiudere il primo grado entro la fine dell’anno. Ma la decisione del Tribunale è destinata a dare forza a centinaia di persone, e a spingerle alla battaglia legale con l’INPS.

«È una vittoria, certo, ma rappresenta solo un primo passo ». Preferisce tenere i piedi per terra, Vincenzo Ferrò, avvocato napoletano, di 57 anni, consapevole che la battaglia con l’Istituto nazionale della previdenza sociale sarà lunga e complicata. Intanto, però, egli è riuscito a mettere a segno un colpo non di poco conto dal Tribunale di Napoli, difatti, è arrivato il ‘via libera’ alla sua richiesta di un “decreto ingiuntivo” a favore di un proprio cliente – un pensionato, di 82 anni, ex dirigente di una grossa società italiana –, e finalizzata al recupero della “mancata rivalutazione”, negata illegittimamente, ha sancito la Corte Costituzionale, dalla famigerata ‘legge Fornero’. Punto di svolta, ovviamente, proprio la decisione della Consulta a fine aprile, come noto, si è sancita l’«illegittimità costituzionale» della norma con cui si era stabilito che «la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici è riconosciuta, per gli anni 2012 e 2013, esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo INPS, nella misura del 100 per cento». Non a caso, ricorda Ferrò, appena due settimane dopo l’ufficializzazione della decisione della Consulta, è scattato il «ricorso per l’ingiunzione di pagamento» nei confronti dell’Istituto. E approdo fondamentale, almeno in questa prima fase, è quello delineato dal giudice del Lavoro del Tribunale di Napoli, il quale ha ordinato all’INPS di «pagare in favore» del pensionato «la somma di 3mila e 47 euro». Ma, aggiunge Ferrò, non è accompagnato dalla cosiddetta «clausola di provvisoria esecuzione». Ciò significa, come si può leggere nel documento del Tribunale, che “nel termine di 40 giorni dalla notifica del provvedimento” l’Istituto può “proporre opposizione”. Pare scontato che l’‘Inps’ contesti la decisione del Tribunale «Al 99 per cento l’Istituto si opporrà», profetizza, molto facilmente, Ferrò, che, difatti, è già pronto ad affrontare la battaglia legale vera e propria. Per questo motivo, egli riconosce il valore della «vittoria» conquistata, ma, allo stesso tempo, la considera «solo il primo passo» Obiettivo, in questa ottica, è riuscire a «il primo grado entro la fine dell’anno», spiega Ferrò. E sempre in questa ottica pare completamente privo di significato il “decreto legge” emesso dal Governo Renzi, che, si legge nel documento ufficiale, “riconosce, per il 2012-13, ai trattamenti pensionistici superiori a tre volte i trattamenti minimi, una parziale rivalutazione in base all’inflazione, graduata in funzione decrescente per fasce di importi pensionistici fino a sei volte il trattamento minimo, con decorrenza primo settembre 2015 gli arretrati invece saranno pagati in un’unica soluzione il 1° agosto prossimo, per un ammontare medio di oltre 500 euro a pensionato, importo che sarà maggiore per le pensioni comprese tra tre e quattro volte il minimo e inferiore per le pensioni comprese tra quattro e sei volte il minimo stesso. L’onere è pari, per il bilancio pubblico, per effetto degli arretrati, a 2 miliardi e 180 milioni di euro per il 2015 e, a regime, a 500 milioni dal 2016 in poi. La platea dei destinatari, con pensioni superiori a tre volte il minimo e non superiori a sei, è di 3,7 milioni di pensionati”. Anche il provvedimento del Governo Renzi non pare destinato ad avere effetti enormi, coprendo «solo il 10 per cento», spiega Ferrò, della platea dei pensionati coinvolti. Ciò significa che continuerà ad essere corposo l’‘esercito’ dei pensionati pronti a battagliare con l’INPS. Non a caso, proprio Ferrò spiega di avere numerosi clienti intenzionati a recuperare la «rivalutazione» delle loro pensioni «Ci stiamo attrezzando, anche da un punto di vista logistico ». L’avvocato napoletano non si sbilancia sui numeri, eppure è possibile ipotizzare che, dalla fine di aprile all’inizio di giugno, già un centinaio di pensionati siano pronti alla ‘guerra legale’ con l’Istituto previdenziale. E questo numero è destinato ad aumentare in maniera esponenziale, in tutt’Italia, anche, anzi soprattutto, tenendo presente la “vittoria” registrata da Ferrò, e la ‘pietra miliare’ posata dal giudice del Lavoro di Napoli.

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