Carabiniere a rimorchio in spiaggia, ma dopo il ""2 di picche"" chiede i documenti alle ragazze sudamericane

Condotta illegittima e atto posto in essere per scopi esclusivamente personali. Non regge la scusante del controllo della posizione come extracomunitarie.

Reato di abuso d'ufficio in spiaggia? Tutto è possibile A testimoniarlo è la storia - affrontata dalla Cassazione, con sentenza numero 35597/2011, Sesta Sezione Penale, depositata ieri - di un carabiniere, che, proprio nei pressi di una spiaggia, in borghese, aveva fermato due ragazze sudamericane, qualificandosi nella veste di pubblico ufficiale, chiedendo loro di esibire i rispettivi documenti e costringendole lì ad attendere l'arrivo di una pattuglia.Vamos a la playa. L'approccio col favore del sole è tipico del maschio latino, almeno secondo i luoghi comuni. Che, in questo caso, vengono pienamente rispettati. Mare e spiaggia, due ragazze sudamericane che fanno foto, un ragazzo italiano in jeans e maglietta, qualche parola per prendere confidenza, ma l'approccio fallisce inutile il tentativo di attaccare bottone, irrevocabile il due di picche ricevuto dalle ragazze, che raggiungono la loro automobile per andare via.Di fronte a questo smacco, però, il carabiniere reagisce presentandosi nella veste di pubblico ufficiale, chiedendo alle ragazze i documenti e chiamando addirittura una pattuglia.Una trasferta che costa cara È un operato, però, quello del carabiniere, che non viene assolutamente apprezzato. Difatti, quella trasferta al mare gli costa carissimo il Tribunale prima e la Corte d'Appello poi lo condannano a 4 mesi di reclusione. La ragione? L'aver esercitato le proprie funzioni di carabiniere per finalità esclusivamente ritorsive e vessatorie, e quindi estranee a ragioni di ufficio .Andando più nel dettaglio, viene chiarito che il reato di abuso d'ufficio si può concretizzare anche quando l'atto del pubblico ufficiale è messo in pratica per intenti inutilmente vessatori .Sempre in servizio? Di fronte a tale condanna, l'unica exit strategy per il carabiniere è il ricorso in Cassazione. Detto, fatto. Con una motivazione precisa essendo militare dell'Arma, costantemente operativo , aveva il dovere di controllare la regolarità dei documenti delle due donne che apparivano chiaramente, per le loro caratteristiche somatiche, come extracomunitarie. Il loro rifiuto di esibire i documenti integrava, di per sé, un reato , quindi correttamente l'imputato aveva sollecitato l'arrivo di una pattuglia . Inoltre, il racconto delle due donne poteva essere considerato come un tentativo di evitare sanzioni per l'omessa esibizione di documenti .Secondo questa ricostruzione, comunque, nessuna violazione di legge e nessun danno ingiusto alle persone offese , ma semplicemente il compimento del proprio dovere.Legittimità della condotta. Nodo gordiano della vicenda è, ovviamente, la valutazione del comportamento del carabiniere. A questo proposito, i giudici di piazza Cavour confermano il dovere-potere del carabiniere , anche quando non impegnato da ragioni di servizio , di adottare ogni provvedimento inerente alle sue funzioni di agente di polizia , ma sottolineano la necessità di capire se l'atto di ufficio incriminato è stato posto in essere per scopi esclusivamente personali . In quest'ultimo caso, è evidente, si può configurare il reato di abuso di ufficio.Ebbene, nella vicenda in questione, è stato accertato - verbo fondamentale - che la richiesta di esibizione dei documenti e l'ingiunzione di attendere l'arrivo di una pattuglia dei carabinieri , rivolte alle due donne, erano state poste in essere per ripicca, a fronte del rifiuto di quelle di farsi ritrarre in foto .A questo quadro, poi, si aggiunge anche il danno ingiusto provocato alle due ragazze, costrette ad attendere l'arrivo della pattuglia mentre esse stavano lasciando la spiaggia , ricorda la Cassazione.Ci sono, quindi, per i giudici, tutti gli elementi per contestare il reato di abuso di ufficio. Di conseguenza, ricorso respinto, e condanna confermata per il carabiniere.