Dai selfie di protesta … ai selfie di proposta

Con grande miopia e mancanza di lungimiranza, il Comitato dei Delegati di Cassa Forense ha preteso di portare circa 50.000 avvocati, iscritti d’ufficio, nel regime ordinario della previdenza forense così sottoponendoli ad un vero e proprio disagio finanziario senza futuro perché la contribuzione, soggettiva e integrativa da loro versata, non finirà sul loro montante contributivo individuale ma nella cassa comune che li destinerà, con un vero e proprio trucco previdenziale, alla pensione contributiva senza integrazione al trattamento minimo e quindi a poca cosa, salvo che dopo un certo numero di anni riescano a mettersi in pari con la contribuzione minima.

Le proteste. In questi giorni stanno arrivando le PEC di iscrizione d’ufficio con la quantificazione dei contributi minimi ridotti e sta scoppiando la rivolta chiedendosi a gran voce di poter versare la contribuzione parametrata al reddito prodotto senza minimi predeterminati. Il video, visibile sui forum e lanciato da MGA, ne è la prova tangibile. È evidente che la pretesa del management di Cassa Forense di estendere il modello ordinario ai 50.000 avvocati in difficoltà economica, che andranno ad aggiungersi agli altri 50 mila morosi, è destinata al fallimento quando invece lo stesso articolo 21 l. numero 247/2012 prevedeva una via d’uscita indolore attraverso l’opzione al sistema di calcolo contributivo. Ma, come abbiamo già sostenuto, il management di Cassa Forense ha inteso difendere ad oltranza il privilegio insito nel sistema di calcolo retributivo, ancorché corretto, sul presupposto-gravemente errato che il contributivo penalizzerebbe la solidarietà e quindi occorre pensare a delle soluzioni alternative. E le proposte. Una soluzione è rinvenibile nella normativa di carattere generale sulla previdenza italiana. L’Inps oltre al Fondo pensioni lavoratori dipendenti FPLD , per particolari categorie di lavoratori, gestisce altre forme previdenziali integrative o sostitutive dell’Assicurazione generale obbligatoria. Alcuni fondi speciali sono stati nel tempo soppressi. Tuttavia per gli assicurati e i pensionati iscritti al momento della soppressione continua a trovare applicazione, in via transitoria, la disciplina speciale prevista dagli stessi. L’Inps gestisce inoltre il Fondo di previdenza per il clero secolare e per i ministri di culto delle confessioni religiose diverse dalla cattolica, forma previdenziale compatibile con l’assicurazione generale obbligatoria e con altre forme di previdenza sostitutive, esclusive, esonerative della stessa. Fondi speciali, gestioni e categorie particolari di lavoratori. • Ex Fondo Trasporti • Ex Fondo Telefonici • Ex Fondo Elettrici • Fondo Dazio • Fondo Volo • Fondo Previdenza Marinara • Fondo Esattoriali • Fondo Gas • Fondo Clero • Fondo Quiescenza Poste • Fondo Ferrovie dello Stato • Fondo Speciale Minatori • Ex Fondo previdenziale e assistenziale degli Spedizionieri doganali • Ex Cassa di previdenza per l’assicurazione degli sportivi • Fondo Dirigenti di azienda industriali www.inps.it – voce Fondi speciali . Un nuovo fondo speciale? Nulla impedisce la costituzione all’interno di Cassa Forense di un fondo speciale, autonomo, governato sempre dal sistema di finanziamento a ripartizione, con calcolo contributivo della pensione, dove si potranno iscrivere tutti gli avvocati titolari di un volume d’affari e di un reddito inferiore rispettivamente ad € 15.000,00 e € 10.000,00 annui. Sarà corrisposta all’uopo una contribuzione pari al 10% a titolo di contributo soggettivo sul reddito professionale prodotto oltre al 4% di contributo integrativo. La pensione erogata sarà di tipo contributivo senza integrazione al trattamento minimo. L’iscritto alla gestione speciale potrà transitare in ogni momento nella gestione ordinaria mediante la corresponsione, in forma rateizzata decennale senza interessi, della differenza tra quanto corrisposto a titolo di contribuzione soggettiva e i minimi obbligatori richiesti dalla gestione ordinaria. In buona sostanza si tratta di andare a costituire una gestione speciale, autonoma, di copertura previdenziale per i titolari di redditi bassi che dovrebbe operare come una sorta di area di parcheggio e al contempo, per chi prosegua nella professione, rampa di lancio verso la gestione ordinaria senza comportare però, per chi versa oggi in difficoltà economica, problemi di cancellazione dagli Albi e senza utilizzare quindi la leva previdenziale come un fattore di selezione nella nostra categoria come invece sta avvenendo, inutile girarci attorno. Se poi vogliamo rinsaldare, implementandolo, il patto generazionale bisogna dire che il sistema di calcolo contributivo è l’unico criterio in grado di combattere l’evasione contributiva e un ulteriore aiuto potrebbe conseguirsi imponendo al 70enne pensionato o la cancellazione dall’Albo o la sospensione della erogazione della pensione fintanto che continuerà a lavorare senza però dover versare altra contribuzione. Dopo la legge di stabilità che interessa pesantemente le casse di previdenza con l’aumento della tassazione al 26% e il dirigismo assistito sugli investimenti altro che timido raggio di sole come chiosa il Presidente dello Adepp che raggruppa tutte le casse di previdenza! O si lavora sin da subito per costruire un’unica cassa di previdenza per tutti i professionisti abbattendo pesantemente le spese e creando cosi una area di eccellenza anche in considerazione del regolamento sugli investimenti finanziari che ha concluso il suo iter formativo o è molto meglio rientrare all’INPS con la garanzia finale dello Stato che oggi non vi è!! Chi poi pensa di poter risolvere tutti i problemi agendo con la assistenza dimostra ancora una volta di confondere la previdenza con la assistenza e la confusione è il viatico per il default. Pensiamoci su.