Se Google chiude una porta, le Authority aprono un portone

Il Garante della Privacy italiano, insieme alle altre Autorità Europee, ha iniziato a mettere a punto un programma per dare esecuzione effettiva alla sentenza dello scorso maggio sul diritto all’oblio caso Google , rispondendo così ai numerosi reclami degli utenti che si sono visti opporre un rifiuto alla “de-indicizzazione” da parte di Mountain View. Via libera, inoltre, alla possibilità per le forze dell’ordine di utilizzare delle piccole telecamere da applicare direttamente sulla divisa, che dovranno però essere attivate solo in caso di effettiva necessità.

Questo è il contenuto della newsletter numero 393 del Garante della Privacy del 30 settembre 2014. E se Google dice no? Tra il 16 ed il 17 settembre si è svolta a Bruxelles una riunione dei Garanti UE l’obiettivo era di elaborare dei criteri comuni per gestire i ricorsi ed i reclami presentati dagli utenti che, in seguito alla sentenza sul diritto all’oblio della Corte di Giustizia UE, hanno chiesto la “de-indicizzazione” dal motore di ricerca, ricevendo però un rifiuto da parte di Mountain View. Le Autorità hanno ribadito che «tutti i motori di ricerca devono adempiere agli obblighi derivanti dalla sentenza della Corte europea» e hanno sottolineato l’esigenza largamente sentita da parte degli utenti europei, che, in questi mesi, hanno sollevato un numero massiccio di ricorsi. Al termine della riunione, è stato stabilito di costituire una rete di “punti di contatto” per scambiare rapidamente le informazioni e creare una tool box di criteri comuni per garantire un approccio coordinato nella gestione dei ricorsi e dei reclami. E’ stato, così, creato un database condiviso delle decisioni assunte man mano su tali ricorsi e reclami, mettendo anche a punto uno schema di analisi di queste decisioni, per evidenziare analogie e differenze tra i vari casi. Inoltre, in programma ci sono degli incontri con i rappresentanti dei motori di ricerca, degli editori e dei media online, in modo da potersi confrontare sul livello di attuazione della sentenza europea. Cameraman in divisa. L’Authority ha dato parere favorevole alla possibilità per la polizia di fare uso di piccole telecamere, da indossare durante delle manifestazioni pubbliche, ma soltanto in caso di effettiva necessità. Il sistema prevede che le telecamere individuali vengano applicate al gilet tattico e attivate in base alle indicazioni del funzionario che dirige il reparto di polizia. Numerose, però, sono le limitazioni a questa facoltà per le forze dell’ordine. Innanzitutto, l’attivazione del sistema avverrà solo in situazioni di insorgenza di concrete e reali situazioni di pericolo di turbamento dell’ordine e della sicurezza pubblica. Le riprese dovranno, poi, essere conservate per un periodo di tempo limitato e in seguito cancellate. Inoltre, se il presunto pericolo non si concretizza, dovrà essere disposta la tempestiva cancellazione delle indagini. La stessa fine sarà riservata alle immagini che risultino eccedenti rispetto alle finalità perseguite. Infatti, conclude il Garante, «il sistema, per quanto finalizzato alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, alla prevenzione, all’accertamento o alla repressione dei reati, è pur sempre soggetto al rispetto dei principi del Codice privacy sul trattamento dei dati personali».