La Camera dei Deputati ha approvato nel primo pomeriggio di giovedì 29 maggio il testo che accorcia i termini necessari per l’ottenimento del divorzio. Dai 3 anni attuali, si passa a 12 mesi, riducibili a 6 in caso di separazione consensuale, mentre non influirà la presenza o meno di figli. Il testo passa ora al Senato, dove la grande maggioranza politica ottenuta per questo voto spera di trasformare l’atto in legge definitiva.
Primo passo. 381 sì, 30 no e 14 astenuti per il primo via libera della Camera dei Deputati al divorzio breve. L’Aula, in un’eccezionale maggioranza formata da tre blocchi politici PD, SeL, FI, SC, FdI e M5S , ha così messo la prima base per l’accorciamento dei tempi necessari alla cancellazione definitiva del rapporto coniugale. Unici contrari sono stati i deputati dei popolari del gruppo parlamentare ‘Per l’Italia – UDC’, mentre la Lega Nord ha lasciato libertà di coscienza ai propri rappresentanti. Nuovi termini. Le norme approvate prevedono un termine di 12 mesi, decisamente inferiori ai 3 anni attualmente necessari, di separazione prima della possibilità di chiedere il divorzio. Ulteriore accorcio dei tempi previsti, che scenderebbero a 6 mesi, in caso di separazione consensuale. Data di partenza per il decorrere del tempo previsto sarà quella di notifica del ricorso, non quella del deposito degli atti, mentre non influirà la presenza o meno di figli. Separazione dei beni. Altro accorgimento riguarda la comunione legale, che si scioglierà nell’attimo in cui il giudice autorizzerà l’ormai ex coppia a vivere separati o al momento della sottoscrizione della separazione consensuale. In vigore da subito. Infine, l’ultimo articolo prevede un’applicazione immediata, per cui, i nuovi termini saranno operativi anche per i procedimenti in corso. Dopo i numerosi tentativi delle ultime legislature, sembra quindi in dirittura d’arrivo questa riforma del diritto di famiglia. A decidere sul futuro della norma, saranno ora i Senatori della Repubblica, i quali si stanno già organizzando per il voto in attesa dell’arrivo del testo a Palazzo Madama.