Il Ministro della Giustizia ha esposto, mercoledì pomeriggio, alla Commissione Giustizia del Senato, le principali emergenze da risolvere il prima possibile emergenza carceri, processo civile telematico , avvocatura, personale amministrativo e lotta alla criminalità organizzata. Approvazione da parte del CNF, che valuta positivamente il coinvolgimento del mondo legale nel processo di riforma.
Il programma. Mercoledì pomeriggio, il Ministro della Giustizia Andrea Orlando si è recato alla Commissione Giustizia del Senato per esporre ai parlamentari presenti le linee programmatiche su cui si baserà il suo lavoro nei prossimi mesi. In attesa della riforma epocale della Giustizia, già promessa dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi per il mese di giugno, il Guardasigilli ha affermato di essersi concentrato su quattro emergenze, da risolvere prima dell’arrivo del pacchetto di riforme strutturali. Questione carceraria. Prima di tutto l’emergenza carceri dopo la delega al Governo per la depenalizzazione dei reati di minore allarme sociale, con l’implementazione, allo stesso tempo della detenzione domiciliare, si stanno studiando delle ulteriori misure tra cui la riforma della custodia cautelare non solo per ridurre i flussi detentivi in entrata, ma anche per aumentare quelli in uscita. Inoltre, il Ministero sta pensando a degli ulteriori strumenti, come la definizione di convenzioni con le Regioni per l’avvio di detenuti tossicodipendenti a centri regionali, per promuovere il lavoro in carcere e le condizioni di tutela della salute. Verrà, poi, data attuazione alle convenzioni internazionali, di cui ne saranno stipulate anche di nuove, per permettere ai detenuti stranieri di scontare la pena nel Paese d’origine. Infine verrà razionalizzato il patrimonio di edilizia carceraria. Agonia della giustizia civile. Secondo problema da risolvere riguarda la giustizia civile, che al momento è schiacciata sotto la mole dei processi in arretrato. Su questo punto, gli sforzi si stanno concentrando particolarmente sul processo civile telematico, che diventerà lo strumento chiave per la velocizzazione dei procedimenti. Queste valutazioni non verranno prese in solitudine, in quanto Andrea Orlando, fin dal suo insediamento, ha sempre cercato di sviluppare un tavolo di confronto con tutte le parti in causa, tra cui l’avvocatura, che, negli ultimi tempi, ha cercato in tutti i modi di farsi ascoltare. Proprio agli avvocati verrà dato un ruolo fondamentale per risolvere la questione, poiché altra misura al vaglio del Ministero riguarda la possibilità di trasferire, in sede arbitrale, i procedimenti pendenti, oltre all’introduzione di una procedura di negoziazione, assistita proprio da un legale. Altri strumenti ipotizzati potrebbero riguardare la “degiurisdizionalizzazione”, con un incremento anche del ruolo dei notai, e una spinta al processo esecutivo. Interventi sugli avvocati. Anche l’avvocatura sarà oggetto di cambiamenti è innegabile, ormai, il rapporto spropositato tra il numero di avvocati e quello degli abitanti 349, 6 ogni 100.000 , che contribuisce a frenare il sistema. Per questo motivo, si sta pensando ad una regolamentazione dell’accesso alla professione forense, con la previsione di un numero programmato, intervenendo o sul numero di abilitazioni annue o sul momento formativo. Personale. Il terzo punto è sul personale della Giustizia per questo caso si sta pensando, da una parte, alle possibilità di aumentare i lavoratori di polizia penitenziaria e di uffici giudiziari, mentre, dall’altra, ad una riforma della magistratura onoraria. Lotta alla mafia. Infine, altro nodo è il contrasto alla criminalità organizzata. Dopo l’approvazione del nuovo articolo 416-ter c.p. sul voto di scambio politico-mafioso, è in fase di definizione uno schema di disegno di legge che intende, da un lato, innalzare le pene in materia di associazione a delinquere di tipo mafioso e, dall’altro, introdurre il reato di autoriciclaggio. Le reazioni. Positivo il commento del CNF, che ha espresso condivisione per il programma illustrato dal Ministro. Il Consiglio, soprattutto, si dimostra contento per il coinvolgimento dell’Avvocatura sui progetti di riforma. Tuttavia, «ora si tratta di verificare in concreto come questi interventi annunciati si articoleranno in norme specifiche e si combineranno in quel progetto integrato tratteggiato oggi, per valutare l’effettiva efficacia delle misure».