Si lotta contro il sovraffollamento in carcere e l’arretrato giudiziario

Durante il Consiglio dei Ministri numero 41, tenutosi il 17 dicembre 2013, è stato approvato un decreto legge in materia penitenziaria. Un testo nato dalla necessità di restituire alle persone detenute la possibilità di un effettivo esercizio dei diritti fondamentali e di affrontare il fenomeno dell’ormai endemico sovraffollamento carcerario, nel rispetto delle fondamentali istanze di sicurezza della collettività. Ma i provvedimenti approvati sono diversi. Tra questi, è stato varato un pacchetto per la giustizia civile che l’OUA non condivide.

Su proposta del Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge in materia penitenziaria. L’obiettivo è quello di restituire alle persone detenute la possibilità di un effettivo esercizio dei diritti fondamentali e di affrontare il fenomeno dell’ormai endemico sovraffollamento carcerario, nel rispetto delle fondamentali istanze di sicurezza della collettività. Diminuire il numero di persone ristrette in carcere. L’obiettivo di diminuire, in maniera selettiva e non indiscriminata, il numero delle persone ristrette in carcere viene perseguito attraverso misure dirette ad incidere sia sui «flussi di ingresso negli istituti di pena con un intervento ‘chirurgico’ in materia di piccolo spaccio di stupefacenti, responsabile della presenza in carcere di un numero elevatissimo di persone che su quelli di uscita dal circuito penitenziario estendendo la possibilità di accesso all’affidamento in prova al servizio sociale, sia ordinario che terapeutico ampliando a 75 giorni per ciascun semestre la riduzione per la liberazione anticipata, in un arco di tempo compreso tra il 1 gennaio 2010 e il dicembre 2015 stabilizzando l’istituto della esecuzione della pena presso il domicilio prevista dalla legge numero 199 del 2010 ». Bilanciamento delle circostanze. La modifica riguarda ipotesi di lieve entità in materia di stupefacenti e consiste nell’introduzione di una nuova ipotesi di reato in luogo della previgente circostanza attenuante. La norma prevede una riduzione, nel massimo, della pena edittale. Liberazione anticipata. In merito alla «liberazione anticipata», è previsto un ampliamento del beneficio dell’aumento dei giorni di detenzione da 60 a 75 per ciascun semestre di pena espiata. Non si tratta – precisa il Consiglio - di una misura automatica e non si determina una liberazione immediata in massa di un numero rilevante di detenuti, ma è spalmata nel tempo e comunque sottoposta alla rivalutazione del Giudice che deve verificare il corretto comportamento dei detenuti. Si rafforzano gli strumenti di tutela dei diritti delle persone detenute. Nasce, inoltre, il Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o comunque private della libertà personale «viene anche previsto un nuovo procedimento giurisdizionale davanti al magistrato di sorveglianza caratterizzato da meccanismi diretti a garantire l’effettività delle decisioni giudiziarie, nella prassi troppo spesso inevase finalizzato a garantire ai detenuti e internati la tutela dei loro diritti» vengono altresì introdotte norme dirette a semplificare la trattazione di alcune materie di competenza della magistratura di sorveglianza, sulla quale graverà, in termini organizzativi, il peso dell’intervento d’urgenza. Minor numero di detenuti con effetti positivi sul sovraffollamento. E poi si è intervenuto sulla disciplina della espulsione per detenuti non appartenenti alla UE attraverso un ampliamento della platea dei potenziali destinatari della misura. Restano ferme – assicura il Governo - «le misure di rigore nei confronti delle forme più aggressive di criminalità organizzata, mentre gli istituti di favore introdotti non impediscono, in caso di successive condotte negative da parte dei beneficiari, di attivare efficaci meccanismi reattivi, impedendo ogni successivo accesso a soluzioni di tipo premiale». Le modifiche introdotte incidono prevalentemente sulla procedura finalizzata a dare concreta attuazione alla norma contenuta nell’art.16 della legge Bossi-Fini. Si potranno, quindi, ridurre i tempi di permanenza presso i CIE, in caso di anticipata scarcerazione con un’evidente riduzione del rischio di non identificazione nei 18 mesi, grazie all’avvio delle procedure fin dal momento dell’arresto. In questo caso, comunque sia, si tratta di detenuti che, espiata la pena, dovrebbero comunque essere espulsi. Insomma, verrebbe semplicemente anticipata una misura che comunque dovrebbe essere disposta con il vantaggio però di evitare le spese conseguenti al trattenimento prima in carcere e poi nei CIE. Possibile utilizzo del braccialetto elettronico. L’ampliamento delle possibilità di utilizzo del c.d. braccialetto elettronico nel luogo di dimora e per la detenzione domiciliare rappresenta, infine, una «sicura garanzia in ordine al mantenimento di adeguati standard di controllo istituzionale sui detenuti». Misure per un processo civile più efficiente Il Consiglio dei Ministri ha approvato poi, sempre su proposta del Ministro della Giustizia, un disegno di legge delega al Governo recante disposizioni per l’efficienza del processo civile, la riduzione dell’arresto, il riordino delle garanzie mobiliari, nonché altre disposizioni per la semplificazione e l’accelerazione del processo di esecuzione forzata collegato alla legge di stabilità 2014 . La proposta si articola in norme di delega ed in norme immediatamente precettive e ha ad oggetto misure di ordine processuale e sostanziale per il recupero dell’efficienza del processo di cognizione e di esecuzione, nonché misure finalizzate alla riforma della disciplina delle garanzie reali mobiliari, con l’obiettivo di agevolare le imprese nell’accesso al credito. e per smaltire l’arretrato. Le norme di delega, in particolare, sono volte ad «attribuire al giudice il potere di disporre, quando si tratta di causa semplice, il passaggio dal rito ordinario di cognizione al più snello rito sommario di cognizione ad attribuire al giudice il potere di decidere la lite di primo grado mediante dispositivo accompagnato dall’indicazione dei fatti e delle norme sulle quali si fonda la decisione, rimettendo alle parti la scelta se richiedere la motivazione estesa ai fini dell’impugnazione della sentenza, previo anticipato versamento di una quota del contributo unificato dovuto per il grado successivo tale intervento consentirà di ridurre considerevolmente i tempi del processo, posto che la stesura della motivazione per esteso in tutte controversie è uno dei fattori che impedisce la ragionevole durata dei processi civili, tenuto conto che soltanto il 20% delle sentenze rese in primo grado sono impugnate e che circa il 77% di queste ultime sono confermate a consentire al giudice di appello che conferma il provvedimento di primo grado di rifarsi alla motivazione già esposta dal giudice del provvedimento impugnato a smaltire l’arretrato civile in appello prevedendo che in alcune materie non particolarmente complesse e delicate sono ad es. esclude quelle che coinvolgono i diritti della persona la controversia venga trattata e decisa dal giudice in composizione monocratica e non collegiale a prevedere che il giudice quando emette una sentenza di condanna all’adempimento di obblighi di fare fungibili e non soltanto di obblighi di fare infungibile possa imporre al debitore che non adempia il pagamento di una somma di denaro fino al momento dell’adempimento a prevedere che in particolari materie ad elevato tasso tecnico il processo venga preceduto dall’espletamento di una consulenza tecnica volta soprattutto alla quantificazione del danno lamentato a responsabilizzare e valorizzare l’attività dei difensori a consentire agli ufficiali giudiziari di ricercare i beni da pignorare con modalità telematiche interrogando banche dati, ivi compresa l’anagrafe tributaria riformare il sistema delle garanzie mobiliari, introducendo forme di garanzie senza spossessamento, al fine di agevolare l’accesso al credito delle PMI». Per l’OUA il governo ha varato il nuovo «processo incivile». Sul punto, come già anticipato, ha già detto la sua l’OUA. E si tratta di un duro il giudizio sul pacchetto per la giustizia civile. Nicola Marino, infatti, ha affermato che «l’intervento del Governo dimostra l’assenza di una strategia di riforma efficace del processo civile e una totale ‘ignoranza’ sui reali problemi che investono imprese e cittadini». «Le principali misure contenute nel ddl di legge delega» – aggiunge - «sono state ‘vendute’ ai mezzi di comunicazione come il rimedio alle evidenti lungaggini dei procedimenti nel nostro Paese, ma in realtà sono una ‘lista della spesa’ infarcita di norme sbagliate ed inutili come sempre a ‘costo zero’». Discrezionalità e arbitrarietà del giudice? Il presidente OUA si dice assolutamente contrario alla motivazione a pagamento - in contrasto con l’articolo 111, comma 6, Cost. - e alla previsione del giudice unico in appello per alcune materie e per le cause pendenti da oltre 3 anni. Si cerca di garantire una maggiore funzionalità del Servizio sanitario nazionale. Ma il Consiglio dei Ministri ha approvato anche un disegno di legge che conferisce al Governo un’ampia delega ad adottare più significative misure per garantire la maggiore funzionalità del Servizio sanitario nazionale e pertanto delle prestazioni erogate, al fine di corrispondere in maniera sempre più adeguata e più qualificata alle necessità degli utenti e alla salvaguardia delle aspettative degli interessati. Stamina Il Ministro della salute Beatrice Lorenzin, in seguito ai recenti sviluppi della cosiddetta questione Stamina, ha riferito in cdm sull'intera vicenda, illustrando le iniziative intraprese. Il Consiglio dei Ministri, a sua volta, ha manifestato apprezzamento per il lavoro svolto dal Ministro Lorenzin e si è impegnato a valutare una sollecita riattivazione del procedimento di sperimentazione all’esito delle determinazioni della nuova commissione. Il Governo, infine, si è detto «pienamente consapevole della sofferenza e della situazione in cui si trovano i malati e i loro familiari. Inoltre il Governo si rende disponibile, nel rispetto della disciplina e dei protocolli vigenti, a indirizzare pazienti per i quali ne sussistano i requisiti e che ne facciano richiesta verso cure compassionevoli già riconosciute e autorizzate in Italia». La riunione, durante la quale, su proposta del Ministro degli Affari esteri, Emma Bonino, sono stati approvati anche 4 disegni di legge per la ratifica e l’esecuzione di alcuni Atti internazionali, è terminata alle 18.30.