La sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti del 22 giugno 2018 resa nel caso Carpenter v. United States è destinata a svolgere un ruolo fondamentale nel dibattito relativo al rapporto tra le nuove tecnologie, le investigazioni penali e la tutela della riservatezza e della privacy delle persone.
Il caso ha preso le mosse da un’indagine dell’FBI su alcune rapine dopo aver individuato i numeri di cellulare di alcuni sospettati i pubblici ministeri avevano ottenuto dal Tribunale alcuni orders per ottenere da parte delle compagnie i dati relativi alla posizione dei sospettati senza, però rispettare il quarto emendamento. Tra questi l’FBI ottiene i dati del signor Timothy Carpenter che attraverso 12.898 punti di localizzazione ripartiti per 127 giorni è stato localizzato anche nei pressi dei luoghi delle rapine. Il signor Carpenter aveva obiettato che così operando il governo aveva contravvenuto al quarto emendamento, ma i giudici – che lo condannarono - ritennero che mancava nel caso di specie una ragionevole aspettativa di privacy nelle informazioni sulla posizione raccolti dall'FBI perché aveva condiviso quell'informazione con i suoi operatori wireless. Il quarto emendamento Il tema sollevato dal ricorrente acquista un rilievo costituzionale perché implica la decisione se ricondurre, o no, sotto l’ombra protettiva del quarto emendamento della Costituzione americana i dati raccolti dalle celle telefoniche da parte degli operatori delle reti wireless. Il quarto emendamento, infatti, garantisce il diritto dei cittadini di godere della sicurezza personale, della loro casa, delle loro carte e dei loro beni, nei confronti di perquisizioni e sequestri ingiustificati con la previsione che non si emetteranno mandati giudiziari se non su fondati motivi sostenuti da giuramento o da dichiarazione solenne e con descrizione precisa del luogo da perquisire e delle persone da arrestare o delle cose da sequestrare. e l’evoluzione tecnologica. Peraltro, con il tempo la dottrina e la giurisprudenza hanno avuto modo di precisare che il quarto emendamento tutela più le persone che i luoghi e, quindi, tutela anche quella riservatezza che è legittimo aspettarsi a dispetto dei nuovi strumenti tecnologici che consentono sempre di più di invadere l’area del privato dove opera la ragionevole aspettativa di tutelare la propria privacy. Ma ciò che gioca un ruolo fondamentale è l’evoluzione tecnologica alcune decisioni assunte in tempi passati dalla Corte Suprema circa la possibilità di non comprendere nel quarto emendamento alcune attività di indagine, oggi non sono più valide proprio perché la tecnologia ha reso possibile un controllo quasi completo delle attività delle persone. Qualità e quantità dei dati raccolti sono in grado di cambiare l’approccio anche al quarto emendamento al fine di proteggere il diritto alla riservatezza del singolo anche relativamente ai propri movimenti e in luoghi pubblici. e i dati storici delle celle telefoniche. Orbene, la Corte Suprema nel caso di specie esamina proprio i dati raccolti dagli operatori di rete wireless ogni volta che un telefono si connette a un sito di celle, genera un timestamp record che contiene informazioni sulla posizione del sito di celle il cui acronimo è CSLI . Secondo la Suprema Corte – che annulla la sentenza di condanna rinviando per una nuova decisione - non è possibile consentire allo Stato l’accesso illimitato al database del gestore della rete wireless dove vengono raccolte le informazioni sulla posizione fisica dell’utente. Quasi un braccialetto elettronico. Si tratta, infatti, di dati come le informazioni GPS che, sempre più precisi in ragione della diffusione dell’uso dei telefoni cellulari, sono in grado di rivelare molto dell’utente, dei suoi movimenti e delle sue preferenze anche familiari, politiche, professionali, religiose, e sessuali . Diversamente da una macchina – osserva, infatti, la Corte Suprema - il cellulare segue fedelmente il suo proprietario oltre le vie pubbliche e in residenze private, studi medici, luoghi di aggregazione politica e altri locali potenzialmente rivelatori di tendenze. Di conseguenza, quando il governo tiene traccia della posizione di un telefono cellulare che è come se avesse collegato un monitor alla caviglia dell’utente del telefono. E, quindi - proprio in ragione della maggior numero dei dati, della loro precisione, della capacità rivelatrice di altro – il caso esaminato dalla Corte Suprema – più vicino all’ipotesi della raccolta di dati GPS caso Jones - è diverso dall’ipotesi in cui, in precedenza, la stessa aveva escluso la garanzia del quarto emendamento per i dati telefonici riguardanti il numero telefonico chiamato da un’utenza fissa e registrati dalla compagnia telefonica caso Smith . Irrilevante lo scopo commerciale di chi registra. Infine, e questo è molto importante, il fatto quelle informazioni siano raccolte da una terza parte, anche per fini commerciali ivi compresa la vendita a terzi dei dati magari anonimizzati , non rendono meno meritevole della protezione dal quarto emendamento i dati relativi alla localizzazione dell’utente.
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