Lo sforzo economico sostenuto per la gestione dell’immigrazione è stato all’indice negli ultimi anni, europeismo a parte. Oggi il legislatore detta nuove norme l. numero 46/2017, cd. Legge Minniti, in G.U. lo scorso 18 aprile 2017 , con impegni di spesa che sollecitano qualche spunto critico.
La propina. Nel gergo corrente si parla di propina ad indicare in termini generali un compenso, ma l’uso obsoleto del termine designa più propriamente la mancia, con accezione se non spregiativa, quanto meno caratterizzante un importo esiguo. Un aneddoto i docenti universitari ormai in pensione raccontano di quando la partecipazione di essi giovani cultori alle commissioni d’esame veniva incoraggiata proprio dal riconoscimento di un “cadeau” a ciascun esaminatore per ogni studente esaminato, appunto una propina. Economie di spesa nelle nuove norme sull’immigrazione. La normativa voluta del Ministero dell’Interno per un riassetto degli apparati che gestiscono il fenomeno migratorio i riferimenti essenziali ed il testo della cd. legge Minniti annovera, tra gli altri, impegni di spesa che per la loro scarsa consistenza richiamano evidentemente la propina di antica memoria. Mi riferisco, in particolare, all’articolo 2, comma 3, che recita «Con deliberazione del Consiglio superiore della magistratura sono stabilite le modalità con cui è assicurato, con cadenza annuale, lo scambio di esperienze giurisprudenziali e di prassi applicative tra i presidenti delle sezioni specializzate. A tal fine è autorizzata la spesa di 12.565 € a decorrere dall'anno 2017». Se non vado errato, a fronte di 29 sezioni specializzate tante dovranno essere, costituendosi presso ogni Corte d’appello , ciascuna vedrà riconoscersi la cifra di circa 400 €. Non è dato comprendere quale sia stata l’idea ispiratrice di questa prebenda, se tale la vogliamo chiamare/considerare, né si comprende quale possa essere il senso di incentivare i Presidenti delle sezioni distaccate attraverso una somma così poco significativa, ancor più se confrontata con i pesanti impegni organizzativi che faranno capo a tali Uffici di presidenza. Risvolti occupazionali. Non va sottaciuto che altrove il provvedimento denota maggiore sforzo nel sostenere economicamente le “nuove” politiche, così come contiene importanti risvolti occupazionali. Mi riferisco in particolare a nuove assunzioni da parte del Ministero dell’interno, per le quali sono previsti importi ben più significativi di quelli conferiti alle sezioni specializzate per un efficace confronto tra le stesse in particolare, l’articolo 12, intitolato all’Assunzione di personale da destinare agli uffici delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale e della Commissione nazionale per il diritto di asilo nonché disposizioni per la funzionalità del Ministero dell'interno, indica un impegno di € 2.766.538 per l'anno 2017 e di € 10.266.150 a decorrere dall'anno 2018. Si può rilevare qui uno sforzo economico consistente, del quale, tuttavia, non si comprende bene la logica, sol che si consideri l’opinabilità del reclutamento di nuove risorse umane, quasi che la PA non tracimasse di personale sotto o male utilizzato. Alcuni incentivi. Altrove, secondo una logica in qualche modo mediana, si prevedono applicazioni straordinarie di magistrati per l'emergenza connessa con i procedimenti di riconoscimento dello status di persona internazionalmente protetta e altri procedimenti giudiziari connessi ai fenomeni dell'immigrazione articolo 11 , con un impegno di spesa di € 391.209 per l’anno 2017, di € 521.612 per l’anno 2018 e di € 130.403 per l'anno 2019 secondo una logica “ad elastico” davvero difficile da decifrare . Siamo nel campo di un ricollocamento di magistrati già in ruolo, a differenza dei ranghi infoltiti del Ministero dell’interno nei nuovi uffici periferici . Sul punto mi limito ad osservare che la carenza di organico in magistratura assume ormai connotati di allarme, al quale si poteva/doveva cogliere l’occasione per porre un argine, non essendo questa la sede per rimedi strutturali. Pronti, via. Personalmente ritengo che questa legge sia l’ennesima epifania di una schizofrenia legislativa anche nella definizione di impegni di spesa e connessi profili ri organizzativi dello Stato, piuttosto che un ossequio al parametro della ragionevolezza nella selezione e diversificazione delle voci distinguere è spesso un bene . In particolare, e tra l’altro, non trovo condivisibile elargire propine ai magistrati, che sono tra i più preziosi servitori dello Stato – lo dico da avvocato, ricordando l’indimenticato saggio di Calamandrei Elogio dei giudici scritto da un avvocato – e meritano riconoscimento e rispetto, dalle istituzioni e dalla collettività sul tema servirebbero ben più ampie riflessioni . Nondimeno – factum infectum fieri nequit – così è stato scritto e così sarà fatto, col che solo il tempo potrà dire quanto dei rilievi innanzi mossi avrà la forza di segnare indirizzi politico legislativi meglio orientati, a beneficio anche di una spesa corretta dei denari pubblici.