La finanza e le Casse di previdenza dei professionisti

Troppa finanza nel mondo? Un OGM ipersviluppato rispetto alla sua naturale funzione di servizio dell’economia è la finanza oggi. Gli enormi danni arrecati dalla crisi hanno richiamato l’attenzione sugli effetti di questa mutazione genetica maggiore insicurezza economica e fragilità finanziaria, più disuguaglianze tra pochi ricchi e molti poveri, meno crescita.

Che fare? Più che complicare le regole va ridotta l’alimentazione della finanza attraverso l’eccessivo ricorso a manovre monetarie per governare l’economia. Va rilanciata alla politica la palla che, abdicando a propri compiti, ha passato alle banche centrali, sovraccaricandole di responsabilità Giangiacomo Nardozzi, Il mondo alla rovescia. Come la finanza dirige l’economia . Nonostante questo i francesi hanno eletto Macron, che proviene dal mondo bancario, nuovo Presidente della Repubblica. Siamo tutti francesi è la nuova linea dei politici italiani esultanti a destra, a sinistra e al centro, per come è andata oltre Alpe. Ma veniamo a noi,ovvero alla finanza nelle Casse di Previdenza. Le Casse di previdenza dei professionisti. L’ADEPP, l’Associazione che raggruppa le Casse di previdenza dei professionisti, ha pubblicato la fotografia del patrimonio degli Enti di previdenza dei liberi professionisti a fine 2015. Se si adotta il criterio del mark to market gli attivi vengono valutati in 73,23 miliardi di euro, in crescita di circa 5% rispetto al 2014 e del 34% rispetto al 2011. Valorizzando gli attivi, secondo le evidenze contabili, questi sono pari a 68,55 miliardi di euro. Questo patrimonio copre per circa 1/3 l’ammontare del debito previdenziale latente che è costituito da tutte le promesse pensionistiche fatte dalle varie Casse. Sino ad oggi ogni Cassa gestisce autonomamente il suo patrimonio. A tutt’oggi non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale sugli investimenti delle Casse di previdenza dei professionisti stante la contrarietà delle Casse all’introduzione delle gare ad evidenza pubblica voluta dall’ANAC di Cantone. Ogni Cassa dispone della sua struttura avvalendosi di advisor , banche e intermediari finanziari oltre a strutture interne di proposta e controllo ex ante ed ex post . I contributi previdenziali sono versati obbligatoriamente dagli iscritti quindi è evidente che nell’affidamento al mercato finanziario deve essere usata la diligenza del buon padre di famiglia. In macroeconomia i risparmi di spesa sono i primi investimenti da fare. Io vedo due soluzioni l’ADEPP potrebbe contrattare l’emissione di un Bond statale decennale al tasso fisso netto del 2%, sufficiente a coprire le proiezioni attuariali che ogni singola Cassa deve fare agli effetti della sostenibilità economico finanziaria di lungo periodo. Ricordo che a primavera 2018 si chiuderà l’ombrello protettivo del QE di Mario Draghi alla BCE con il quale ha acquistato, sul mercato secondario, titoli del debito pubblico delle Nazioni europee in difficoltà il prestito delle Casse potrebbe costituire lo antidoto a speculazioni internazionali sul debito nostrano che è facile prevedere con la impennata dei tassi per finanziarlo! Oppure le Casse potrebbero consorziarsi, nel settore degli investimenti, perché il fai dai te è molto più costoso e rischioso. Ovviamente contro queste due opzioni scenderà in campo il sistema bancario e l’industria finanziaria che non vorrà privarsi degli ingenti profitti. Ma è tempo di affrontare il problema e di dire da che parte si sta se dalla parte degli iscritti, obbligati ad esserlo, o se della parte dell’industria finanziaria.