L’avvocato ha il diritto di criticare la giuria anche fuori dall’aula: vietato sanzionarlo

Rientrano nella libertà d’espressione dell’avvocato le critiche, seppure espresse ai media fuori dall’aula, sull’assenza di diversità della giuria che ha deciso un caso da lui patrocinato. È un giudizio di valore su una questione d’interesse generale organizzazione e funzionamento della giustizia penale fondato su solide basi fattuali e connesso all’esercizio del mandato difensivo, perciò la sanzione disciplinare inflittagli, seppure la più lieve, è sproporzionata e non necessaria in una società democratica.

È quanto sancito dalla CEDU, sez. V, Ottan comma Francia ricomma 41841/12 del 19 aprile 2018 che ha ravvisato una deroga all’art. 10 come anche nell’odierno analogo caso Hajibeyli e Aliyev comma Azerbaijan, ricomma 6477/08 fu negata la possibilità di iscriversi all’albo degli avvocati, pur avendone tutti i requisiti legali, per le critiche mosse all’esercizio della professione forense nel loro paese . Il caso. Protagonista della vicenda è l’avvocato del padre di un giovane straniero, residenti in un quartiere popolare, ucciso, durante un inseguimento, da un colpo di pistola sparato da un gendarme. Poco dopo il verdetto di assoluzione del poliziotto, l’avvocato, uscito dall’aula, rispondendo ad un giornalista criticò la giuria perché composta da soli bianchi e, quindi, non rappresentativa di tutte le minoranze etniche , evidenziando come la notizia fosse drammatica per la famiglia della vittima e la sua comunità a livello di pace sociale , aggiungendo che è l'intero sistema sociale che deve essere ripensato siamo davvero entrati in una società in stile americano dove la guerra civile è alle porte . Ciò suscitò indignazione in tutto l’ambiente giudiziario della sua città e fu punito con la sanzione disciplinare dell’ammonimento. Vani i ricorsi per le Corti interne l’avvocato, nel rilasciare queste dichiarazioni alla stampa, ha mancato di delicatezza e di moderazione, tanto più che una volta fuori dall’aula, non gode d’immunità, poiché le sue parole sono apprezzate in base alla libertà di espressione e non all’esercizio del mandato difensivo . Composizione delle giurie una questione di rilevanza mondiale. La CEDU è di diversa opinione. Rileva come il problema sollevato dal ricorrente sia un tema d’interesse generale molto sentito in Francia e nel mondo la diversità delle giurie, la rappresentatività delle minoranze ed il loro impatto sui processi decisionali è stato oggetto di studi approfonditi e di dossiers in Inghilterra dove è stato creato un comitato per le diversità giudiziarie , in Olanda, Germania, ma soprattutto in America ed in Canada dove gli afroamericani e gli appartenenti alle popolazioni aborigene sono più svantaggiati degli altri. Emerge la necessità di raggiungere l’obiettivo che nell’accesso alla magistratura e soprattutto nella selezione e composizione delle giurie siano rispettate tutte le diverse componenti della società. La CEDU ravvisa come, perciò, le dichiarazioni dell’avvocato, anche circa una società che viaggia a due velocità, abbiano un fondamento storico e sociale ben connotato dato che i disordini razziali sono questioni delicate e sentite non solo in Francia, ma anche in altri paesi ove la società è formata da più etnie, anche per la presenza di flussi migratori. Le immunità dell’avvocato. Occorre distingue se le critiche del legale siano espresse in aula o meno, stante il fatto che la giustizia e la difesa dei clienti si svolge nei tribunali e non innanzi ai media. Le espressioni usate dall’avvocato nell’esercizio del suo mandato sono scriminate i francesi usano l’espressione fatti di udienza e quindi egli gode d’immunità, salvo che le sue dichiarazioni non si trasformino in offese gratuite prive della necessaria moderazione Morice comma Francia [GC] e Bedat comma Svizzera [GC] nella rassegna del 24/4/15 e nel quotidiano del 29/6/16 . Infatti sia l’avvocato che i giudici hanno un ruolo fondamentale nell’amministrare la giustizia e nell’ispirare la fiducia della collettività nel sistema giudiziario. Per la CEDU, poi, nel caso di specie, l’avvocato stava cercando di estendere il suo mandato difensivo in vista di un appello con una giuria allargata anche alle altre componenti sociali e quindi erano nell’interesse del suo cliente. Il diritto di critica è sacro anche fuori dalle aule giudiziarie. Come sinora evidenziato, le critiche mosse dall’avvocato avevano solide basi fattuali v. dibattiti politici e scientifici sul punto relative a temi delicati d’interesse generale uso delle armi da parte della polizia, organizzazione e funzionamento della giustizia penale , molto sentiti non solo in Francia, ma anche in altri paesi. Per quanto scioccanti e non condivisibili da parte di alcuni, le considerazioni espresse dall’avvocato ricorrente secondo la CEDU non erano offensive, né mancavano di moderazione non ha accusato i Giudici di pregiudizi razziali, bensì ne ha criticato la parzialità. Tutto ciò rientra, come detto, nella critica tollerabile ed è un mero giudizio di valore che si basa su fatti sufficienti e rientranti nell’esercizio del mandato difensivo.

PP_INTERN_18Cedu_milizia_s_1