Il tema dell’educazione previdenziale e finanziaria è antico e si è iniziato a parlarne in Italia vari anni fa, purtroppo nel disinteresse di molti Salvatore Rossi, Direttore Generale della Banca d’Italia in Seminario istituzionale sull’educazione finanziaria, Camera dei Deputati, Roma, 13.06.2016 .
Alfabetizzazione. Alfabetizzare vuol dire fornire ai cittadini strumenti conoscitivi e metodologici di base per affrontare decisioni in materia previdenziale e finanziaria dalla valutazione della propria posizione previdenziale molti anni prima del pensionamento, dall’impostazione del proprio bilancio domestico, alla stipula di un mutuo per comprare casa, all’investimento del proprio risparmio nel materasso piuttosto che in un’obbligazione, all’implementazione del proprio montante contributivo previdenziale con un programma di previdenza complementare. Dice giustamente Salvatore Rossi, nella sua relazione sopra citata, che «da tempo immemorabile si insegnano ai bambini le unità di misura di peso, lunghezza, superficie, perché da grandi sappiano confrontare diverse quantità di mele al mercato o misurare i metri quadri del proprio appartamento». Non si sono mai diffusamente insegnate, a nessun livello scolastico, cose come la distinzione concettuale tra debito e credito, com’è fatto il bilancio di una qualunque azienda, che relazione c’è, o dovrebbe esserci, tra il rendimento di un titolo e il rischio che esso non venga ripagato a scadenza, quali vantaggi consegua al criterio di calcolo retributivo della pensione rispetto a quello contributivo, che cosa sia il tasso di sostituzione, che cosa sia il bilancio tecnico e il funding ratio. È evidente che senza queste nozioni di base un cittadino che deve prendere decisioni cruciali su quanto risparmiare per il domani, su quanto e come investire per aumentare il benessere della sua famiglia, su come orientarsi nel ginepraio delle offerte di prodotti finanziari e previdenziali che gli vengono proposti, incontra serie difficoltà se manca delle nozioni elementari a cui prima accennavo. Educazione previdenziale e finanziaria. Sul versante della previdenza e della finanza si giocano i destini dei popoli mantenerli nello stato di incultura previdenziale e finanziaria consente ai Governi di legiferare molto facilmente senza incontrare troppe resistenze. È vero che come ha scritto il Direttore Generale della Banca d’Italia «l’educazione finanziaria è difficile da realizzare per almeno due motivi i suoi benefici si producono per lo più nel medio – lungo periodo e non sono di immediata e facile valutazione essi sono tanto maggiori quanto più i singoli interventi si inseriscono in un quadro strategico in grado di valorizzarli in una logica coordinata e condivisa». Un intervento legislativo in materia di educazione previdenziale e finanziaria è quindi indispensabile e rappresenterebbe un passo avanti decisivo nella direzione di una strategia nazionale volta ad accrescere le conoscenze della popolazione in campo bancario, assicurativo e previdenziale e a favorire lo sviluppo di competenze per scelte finanziarie consapevoli. Alfabetizzazione finanziaria e previdenziale, protezione del consumatore, inclusione finanziaria come ampio accesso a strumenti disegnati sui reali bisogni dei risparmiatori e a costi ragionevoli rappresentano i tre pilastri di un programma politico che dovrebbe essere attuato al più presto.