Dopo l’intervento al convegno internazionale “Nutrire le relazioni – la mediazione come cultura e come pratica”, organizzato da Associazione MEDeS., Università Cattolica del Sacro Cuore e Equipo IMCO, la professoressa Jacqueline Morineau, spirito della mediazione in tutti i sensi, ha concesso un’intervista a Diritto e Giustizia.
La mediazione come cultura e come pratica. Oggi, in via San Paolo 12 a Milano, si è tenuto il convegno internazionale “Nutrire le relazioni – la mediazione come cultura e come pratica”, organizzato da Associazione MEDeS., Università Cattolica del Sacro Cuore e Equipo IMCO. L’iniziativa, aperta a professionisti, ha avuto una vasta platea composta da Mediatori Familiari e di Comunità, Assistenti Sociali, Educatori, Psicologi, Avvocati, Giornalisti. Mediazione con metodo umanistico. Tra i numerosi interventi, quello più atteso era quello di Jacqueline Morineau, direttrice e fondatrice del CMFM di Parigi, docente all’Università Bicocca di Milano, Facoltà di Sociologia, nonché principale referente in materia di mediazione. La Morineau ha scritto diversi libri – tra cui “Lo spirito della mediazione”, vero e proprio punto di riferimento per i mediatori – e, soprattutto, ha ideato il metodo di risoluzione del conflitto denominato Umanistico. Diritto e Giustizia ha avuto la fortuna e l’onore di intervistarla. Ha fondato il Centre de Médiation et de Formation à la Médiation CMFM nel 1984, madre della mediazione? In realtà, come lei stessa si è definita, è «un dinosauro della mediazione». Un “dinosauro” umile - aggiungiamo noi - dato che, oltre ad aver dichiarato di non saper nulla di mediazione nel momento in cui ha iniziato, alla nostra domanda «Quindi mediatori si diventa, come ha fatto lei?», la risposta è stata «Non so nulla nemmeno adesso, tutti impariamo giorno dopo giorno. Io sono a questo convegno per portare il mio pezzettino, ma anche per continuare ad imparare». Secondo lei in Italia siamo ancora indietro nell’ambito della mediazione? «Non mi piace pensare ad una mediazione solo civile, commerciale o penale, sarebbe limitato. Io credo che la mediazione sia globale e che sia applicabile su tutti i fronti». Tuttavia, secondo Morineau, in Italia la «mediazione funziona e funzionerà sempre meglio», perché in Italia «la gente è sensibile e profonda e più predisposta a diventare mediatore, anche rispetto alla stessa Francia». Il motivo? «l’Italia ha tante influenze greche». Grecia, Italia e mediazione? «Sì, quando ho iniziato mi sono affidata alla tragedia greca, la quale sosteneva di accogliere il conflitto. Proprio attraverso il conflitto – concetto ribadito anche durante il suo intervento – si ha la possibilità di iniziare un dialogo, ma è necessario essere anche consapevoli che il primo conflitto è con noi stessi». Come ha detto lei durante il suo intervento, «viviamo una crisi planetaria», cosa dovremmo fare? «Prendere consapevolezza che siamo tutti responsabili e affrontare il conflitto». Tra le tante cose che ha imparato nella sua vita, la professoressa ne sottolinea una «Ciascun ostacolo ha un senso e possiamo sempre imparare».