Cassa Forense: tra ignavia e fiori di cardo

La Commissione elettorale centrale, a maggioranza, il 4 dicembre 2013 ha proclamato il nuovo Comitato dei Delegati di Cassa Forense e la delibera è stata inviata alla Gazzetta Ufficiale per la pubblicazione che è avvenuta il 10 dicembre 2013 G.U., Parte Seconda, n. 145 del 10 dicembre 2013 .

Ho ragione di ritenere che nella seconda meta di gennaio 2014 si terrà la prima riunione del Comitato dei Delegati per l’elezione del Presidente di Cassa Forense e per il rinnovo di cinque componenti del Consiglio di Amministrazione. Ad oggi sono state rese pubbliche tre candidature alla presidenza di Cassa Forense. Per il parziale rinnovo del CdA le candidature sono almeno 15. Nell’ordine di apparizione per la presidenza di Cassa Forense Nunzio Luciano di Campobasso, Lucia Taormina di Rapallo e Giangaleazzo Monarca di Milano. Allego i programmi presentati dai candidati, qui cliccabili. Il programma di Nunzio Luciano. Le linee guida presentate da Nunzio Luciano esordiscono con le cose fatte Abbiamo garantito, con la certificazione dei Ministeri vigilanti, la sostenibilità finanziaria a 50 anni, in attuazione del comma 24 dell’articolo 24 del Decreto Salva Italia. E ciò, senza incidere sulle contribuzioni a carico degli iscritti, rimaste sostanzialmente immutate e senza rinunciare alla solidarietà del nostro sistema previdenziale, eliminando quelle discrasie che consentivano a molti di percepire pensioni non corrispondenti ai contributi versati. La garanzia è fittizia perché costruita su un bilancio tecnico che ha proiettato redditi e volumi di affari in aumento quando invece la realtà certifica che vi è stata una profonda contrazione nei redditi se è vero, com’è vero, che il reddito dell’Avvocatura italiana è regredito a livello degli anni ’90 . Come ha certificato l’attuario, a pag. 56 del bilancio tecnico, giova ricordare che le presenti valutazioni, riferendosi a periodi di tempo così lunghi, producono risultati da interpretarsi con estrema cautela, poiché l’andamento demografico ed economico della gestione si manifesterà nella misura descritta se e solo se le ipotesi demografiche e finanziarie poste a base delle elaborazioni troveranno integrale conferma nella realtà . Il report ALM, che Cassa Forense si ostina a tenere segretato, dimostra che il funding ratio che descrive il rapporto fra il patrimonio attivo e le promesse pensionistiche fatte debito previdenziale si attesta intorno al 22% largamente insufficiente a garantire le promesse fatte anche in considerazione che alla fine del 2014 entrerà in vigore anche per Cassa Forense l’obbligo di dotarsi di riserve tecniche come per le compagnie di assicurazione. Se a ciò aggiungiamo l’ormai imminente ingresso in Cassa Forense di 56.000 avvocati titolari di redditi sottominimali e di altri 50.000 avvocati morosi nei confronti di Cassa Forense, il quadro è desolante e depone per l’insostenibilità di lungo periodo. Senza tacere del fatto che Cassa Forense nelle proiezioni di sostenibilità non ha separato l’assistenza dalla previdenza usando quindi anche le risorse della assistenza per far quadrare i conti della previdenza. Nunzio Luciano dà quindi per scontata la sostenibilità che invece non c’è e non propone alcuna soluzione al riguardo. Il programma di Lucia Taormina. Il programma presentato da Lucia Taormina affronta in modo convincente la necessità di un’integrale rielaborazione del regolamento ex art. 21 legge 247/2012 in corso di adozione mantenendo fermi due irrinunciabili capisaldi della previdenza forense che sono l’iscrizione a domanda e la infrazionabilità dell’anno. Il programma di Giangaleazzo Monarca. Le riflessioni presentate da Giangaleazzo Monarca affrontano invece, unico fra i tre candidati, il problema del debito previdenziale per la cui cristallizzazione appare indilazionabile l’opzione al sistema di calcolo contributivo, equo e solidale, con l’avvio di un piano di ammortamento cinquantennale del debito maturato da plasmare sugli iscritti, proporzionalmente al beneficio ricevuto. L’autonomia della Fondazione non può trasformarsi in arbitrio e quindi, nello interesse degli iscritti, esige controlli continui ed efficienti sulla sostenibilità anche se non devono tradursi in appesantimenti ma, al contrario, assicurare una garanzia essenziale. I delegati, vecchi e nuovi, hanno a disposizione circa un mese di tempo per approfondire ogni questione ed agganciare la soluzione che garantisca da un lato l’equità intra ed intergenerazionale e, dall’altro lato, la sostenibilità di lungo periodo della Fondazione. Non mi interessano i nomi contano le idee e i programmi sui quali - mi auguro -possa esserci la più ampia convergenza. Ignavia corpus hebeat, labor firmat illa maturam senectutem, hic longam adulescentiam reddit Aulo Cornelio Celso – De Medicina 1 – 1 – 14 a.C. – 37 d.C. E veniamo alla nomina di fine corsa di cui si sussurra nelle stanze del potere. Lucio Quinzio Cincinnato, vissuto nel V secolo a.C., eletto dictator, dopo la vittoria contro gli Equi ed i Volsci che si erano armati contro Roma, tornò al suo lavoro nei campi, senza strapuntini. Così, inaugurando una nuova stagione, chi scrive ed il suo successore Marco Ubertini. L’esempio sembra interrompersi se è vero che il CdA ha in corso la modifica dei regolamenti per portare chi sta per lasciare, con indennità e rimborso spese, al Fondo immobiliare Cicerone di recentissima costituzione da parte di Cassa Forense. Cincinnato è passato alla storia per il suo distacco dal potere, per aver servito lo Stato per poi rinunciare ad ogni carica per tornare al suo lavoro, così come dovrebbe essere per tutti. Ma si sa, i tempi cambiano e la discendenza di Cincinnato non è ramificata come i fiori del cardo delle nostre montagne!

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