Orlando contro la spada di Damocle del 28 maggio

Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando si è recato, lunedì 24 marzo, a Strasburgo per presentare un pacchetto di riforme, con cui si spera di risolvere il problema della situazione carceraria, prima del termine assegnato dalla Corte Europea. L’idea, smentita dal Ministero, era di prevedere un risarcimento per i detenuti, che hanno vissuto in situazione degradante.

Riassunto delle puntate precedenti. Maggio 2009 prima condanna della Corte di Strasburgo all’Italia per la situazione disastrosa delle carceri. Gennaio 2013 con il caso Torregiani, la Corte Europea condanna nuovamente il nostro Paese, emanando una sentenza pilota, a causa dell’alto numero di ricorsi con lo stesso contenuto. Maggio 2013 la Grande Camera della Corte conferma la condanna, sospendendo, però, gli altri ricorsi. L’Italia ha un anno di tempo per risolvere il problema. Dicembre 2013 il Governo Letta emana un decreto-legge, il c.d. “Svuota-carceri”, per ridurre il numero dei detenuti, tramite sanzioni più lievi e la possibilità di scontare le pene più ridotte mediante misure alternative. Inizio marzo 2014 L’Europa pretende delle misure più efficaci per l’emergenza carceri. Corsa in Europa. Arriviamo così al 24 e 25 marzo. Il Guardasigilli Orlando si è recato in questi giorni in Europa per illustrare un pacchetto di misure «con dati, proposte, politiche e convenzioni», su cui il Ministero sta lavorando a tempo pieno, per risolvere l’emergenza prima del 28 maggio, giorno in cui terminerà la sospensione degli altri ricorsi, che potrebbero portare a pesanti sanzioni di tipo economico. Le ipotesi. Il progetto che è circolato in questi giorni prevedeva un risarcimento, o monetario o mediante una riduzione di pena, per i detenuti costretti a vivere in celle di dimensioni estremamente ridotte. La quantificazione sarebbe stata affidata al giudice di sorveglianza, con parametri compresi tra i 10 e i 20 euro per ogni giorno scontato per chi è già uscito di prigione o in un giorno di pena in meno ogni 5 passati in situazione degradante. Tuttavia, il Ministro ha smentito seccamente l’ipotesi «Non c'è nessuna volontà del governo italiano di risolvere un problema complesso come quello del sovraffollamento carcerario con risarcimenti pecuniari» e «Non intendiamo proporre baratti tra condizioni disumane di detenzione e denaro. Non c'è per questo nessun bisogno che si auspichi che la Corte europea dei diritti umani respinga questa strategia poiché questa strategia non c'è». 28 maggio 2014 l’Italia avrà fatto i compiti a casa?