L’astensionismo al COA di Roma: normalità o patologia?

La settimana scorsa si sono tenute le elezioni per il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma.

La settimana scorsa si sono tenute le elezioni per il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma. Provo a fare un’analisi. Gli aventi diritti al voto erano 25.277. I votanti sono stati 8.546 con una percentuale del 33,81%. Non è andato quindi al voto il 66,19% pari a 16.731. La lista Vaglio, presidente uscente, ha portato tutti 16 i candidati nel COA e il presidente uscente Mauro Vaglio ha ottenuto 4.582 consensi pari al 53,6% dei votanti. L’avv. Pierluca Dal Canto, che in questi ultimi anni si è impegnato personalmente nell’impugnativa di numerosi regolamenti che interessano la stragrande maggioranza degli avvocati, si è piazzato all’ultimo posto con 26 voti. Secondo il sociologo Ilvo Diamanti, che di numeri se ne intende, l’astensione non è una minaccia che incombe sulla nostra democrazia. È, invece, fisiologica. Se votare è un diritto, lo è anche non votare. Chi non vota accetta, o subisce, la scelta di chi vota. Personalmente mi è difficile condividere l’ottimismo di Diamanti sulle cause dell’astensionismo e sui suoi effetti. Le elezioni sono il meccanismo principe della democrazia. Consentono agli avvocati non solo di scegliere i propri rappresentanti, ma anche di premiarli o punirli con la riconferma o meno. La somma dell’interesse di tutti fa l’interesse generale. Ma se i tanti nel caso di specie 25.277 , diventano pochi 8.546 , gli interessi rappresentati saranno sempre più ristretti, con grave danno per tutti. A mio giudizio il basso tasso di affluenza è la spia di qualcosa che non va nella democrazia. Certo le cause possibili possono essere diverse ci può essere chi non va al voto perché tanto non cambia niente , chi non va al voto perché non capisce la funzione del COA, chi semplicemente si disinteressa della politica forense. In generale il tasso di astensione cresce quando gli elettori percepiscono o che la posta in gioco è bassa, oppure che il voto non avrà molta influenza. Quando il grado di democrazia è basso, la democrazia è solo formale con la conseguenza che le istanze popolari vengono ignorate. Nel caso di specie il collega che in prima persona ha portato avanti numerose iniziative giudiziarie impugnando vari regolamenti che interessano moltissimo avvocati, è stato ignorato. Si potrebbe allora pensare che le iniziative giudiziarie intraprese non sono state condivise impossibile sostenere che non erano conosciute perché sui social se ne è continuamente parlato. Non credo che questo sia solo un astensionismo fisiologico.