Conto alla rovescia finito: in cella circa 60mila persone. E intanto l’Italia è in attesa di giudizio

Ore decisive per l’Italia la prossima settimana il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa valuterà se il nostro paese ha superato la prova in ambito carcerario per risolvere il problema del sovraffollamento, trovando un meccanismo di compensazione per chi ha vissuto condizioni di maltrattamento. La sentenza con cui, a gennaio 2013, la Corte dei Diritti dell’Uomo ha condannato sul punto l’Italia, ha stabilito, infatti, che un piano di soluzioni doveva essere trovato entro il 28 maggio 2014. Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha presentato un pacchetto a Strasburgo, convinto di aver fatto tutto il possibile per riportare sotto controllo la situazione in maniera “strutturale”.

In principio fu la sentenza Torreggiani. 27 gennaio 2013 è passato esattamente un anno dalla sentenza pilota sul caso Torreggiani, con la quale la Corte europea concedeva all’Italia dodici mesi di tempo per prendere dei provvedimenti contro il sovraffollamento carcerario. Un amaro responso per il Belpaese, accusato di violare l’articolo 3 della Convenzione europea, che proibisce la tortura e il trattamento inumano o degradante la detenzione non può comportare, infatti, la perdita dei diritti fondamentali e l’Italia deve urgentemente provvedere per garantire la buona salute delle sue 205 carceri. Stato comatoso. E proprio nel giorno in cui scade l’out out dell’Europa, i dati forniti dall’associazione Antigone sono sconcertanti 134,6 detenuti per 100 posti letto. Siamo ben lontani dalla media comunitaria del 97,8%, con una forte disomogeneità a livello nazionale fino al caso limite di Secondigliano NA , dove il congestionamento in aprile ha superato il 200% 1357 carcerati per 650 posti . E il problema non è solo di spazi secondo Simona Filippi, avvocato di Antigone, «in molte celle l’aria non circola e c’è ancora la doppia grata, che non fa nemmeno entrare la luce». Orlando a Strasburgo. A fronte di una situazione così difficile, il Ministro Orlando è tornato a Strasburgo per illustrare «le innovazioni normative e amministrative che consentiranno al paese di uscire dalla situazione di emergenza». Il Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Gabriella Battaini Dragoni, ha espresso soddisfazione per l’operato italiano e per l’impegno dimostrato dal governo che – a detta del Guardasigilli – ha «fatto tutto il possibile nelle condizioni politiche date e con le difficoltà del sistema» per riportare sotto controllo la situazione in maniera strutturale. Nell’ultimo anno i detenuti sono diminuiti di seimila unità ma è un dato poco confortante se si considera che in Europa fanno peggio solo Serbia, Ungheria e Cipro. Obiettivo umanizzazione della pena. L’obiettivo, difficile e ambizioso ma il cui raggiungimento è necessario, è una maggiore umanizzazione della pena per questo dovrà essere incentivato il ricorso alle pene alternative per i tossicodipendenti e lo sviluppo di progetti di lavoro in carcere e dopo il carcere. Cambiare il volto delle carceri e la qualità della vita al loro interno è soprattutto una scelta di civiltà occorre, quindi, invertire la marcia e le strade per farlo sono tante messa alla prova, revisione della custodia cautelare, convenzioni con le Regioni, intese con i paesi d’origine degli stranieri. Forse già nel prossimo Consiglio dei Ministri arriverà un ulteriore provvedimento del Governo che conterrà anche le c.d. misure compensative per i detenuti che si sono rivolti alla Corte di Strasburgo sconti di pena per chi è ancora in carcere, un risarcimento di 8-10 euro per ogni giorno vissuto in spazi o in celle sotto i tre metri. Intanto, sul sito del Ministero, è già online un database che consentirà di verificare, con un semplice clic, per ogni istituto penitenziario, quali siano le condizioni, i posti reali, il numero di detenuti, le regole per l’accesso dei familiari, i progetti di lavoro e formazione, la possibilità di seguire corsi di studio. Il CNF si schiera dalla parte di Orlando ed è ripresa, alla Camera, la discussione sull’introduzione del delitto di tortura nel codice penale.