Il Ministro Cancellieri detta le sue linee programmatiche: il cittadino sarà la sua stella polare

Lunedì 20 maggio 2013, in audizione alla Commissione Giustizia del Senato, Annamaria Cancellieri ha esposto i punti e le idee che seguirà nel corso del suo mandato alla guida del Dicastero di via Arenula. Con una panoramica generale sul mondo della Giustizia, il Ministro ha spaziato dalla geografia giudiziaria al processo civile telematico, dal tempo dei processi, passando anche per la mediazione, alla situazione carceri, promettendo anche una veloce attuazione della riforma forense.

Il cittadino al centro. Il Ministro della Giustizia Cancellieri, in audizione alla Commissione Giustizia del Senato, ha posto il cittadino al centro dell’attenzione della sua azione di governo. Rifiutandosi di vedere la giustizia come una mera erogazione di un servizio, cita l’economista Amartya Sen, secondo cui il discorso giustizia ha a che fare «con la vita vissuta delle persone e investe quella dimensione di libertà concreta che gli individui riescono o non riescono a vivere». Il dialogo è necessario. Con questa finalità, quindi, bisogna porre fine ai dissapori tra forze politiche ed al contrasto tra queste e magistratura, che costituiscono un «prepotente fattore di disaffezione della società civile verso il mondo delle istituzioni». Invitando tutti al dialogo, ricorda che «in un bel saggio Amos Oz dice noi siamo delle penisole, non siamo delle isole». Ringraziando l’ex Ministro Severino per l’opera compiuta, afferma la necessità di proseguire nella direzione da lei indicata. Geografia Giudiziaria. Il Ministro Cancellieri invita al coraggio per dare continuità alla riforma della razionale distribuzione degli uffici giudiziari sul territorio. Si dichiara consapevole dei prossimo pronunciamento della Corte Costituzionale sul tema, ma ritiene comunque necessario che il 13 settembre la riforma entri in vigore, poiché «un differimento della sua entrata in vigore correrebbe fortemente il rischio di essere mal interpretato e di generare un negativo effetto di disorientamento». Solo successivamente, con ampia condivisione parlamentare, si potranno apportare le modifiche del caso. Processo civile telematico. Nella direzione dell’innovazione e dell’ammodernamento della macchina giudiziaria, si incontra la piena operatività del processo civile telematico. Il Ministro sostiene la necessità di «realizzare un sistema informatico che consenta l’accesso diffuso, in rete, da parte dei cittadini, ai sistemi di giustizia, così da organizzare meglio ed accelerare l’erogazione dei servizi all’utenza». Tempi dei processi. Annamaria Cancellieri sottolinea che fronteggiare l’eccessiva lunghezza dei processi in Italia «è una priorità della politica, ma richiede un corale impegno di tutti i soggetti che operano nel processo, con l’intento di evitare che, attraverso la dilatazione smisurata dei tempi, il cittadino veda di fatto frustrata la propria istanza di giustizia». E’ opportuno che ciascun ufficio giudiziario si doti di un programma di smaltimento dell’arretrato. Una possibile proposta è quella di creare «un ufficio di staff del giudice che ne supporti efficienza e qualità». Mediazione obbligatoria. Nella direzione di deflazione dei carichi giudiziari potrebbe andare anche la disciplina della mediazione, tenendo conto dell’orientamento espresso dalla Corte Costituzionale. Il Ministro rileva come tale strumento, viste anche le altre esperienze europee e pur richiedendo una certa metabolizzazione culturale, «si è rivelato di grande efficacia sotto il profilo dell’abbattimento del contenzioso civile, con un positivo effetto anche sul piano della composizione dei conflitti tra le parti, per circa la metà dei quali è stato raggiunto l’ accordo». Specifica però che «la diffusione di tale strumento dovrà essere accompagnata da regole deontologiche e di incompatibilità serie e rigorose, dal rispetto di un principio di competenza, da una adeguata professionalità dei mediatori». Situazione carceri. Visto anche il recente caso Torreggiani deciso dalla CEDU, il neo Ministro, riportando i dati della situazione italiana, afferma come ineludibile «un percorso di umanizzazione della vita carceraria, onde rendere effettivo il principio costituzionale della funzione rieducativa della pena». Per fronteggiare tale emergenza, «la reclusione va limitata ai soli reati più gravi, con l’introduzione, come sanzioni autonome, della detenzione domiciliare e del lavoro di pubblica utilità, inteso quest’ultimo come obbligo di fare a favore della comunità». In secondo luogo «è il caso di prevedere forme alternative di definizione del procedimento penale, condizionate a programmi di trattamento cui sottoporre l’imputato». Il diritto penale deve essere utilizzato come extrema ratio. «In particolare andrebbe affrontato, in termini condivisi, sia un percorso di “decriminalizzazione astratta” ossia di abrogazione di fattispecie di reato o trasformazione di reati in illeciti amministrativi , che di “depenalizzazione in concreto”, attraverso l’introduzione dell’istituto della irrilevanza del fatto e di meccanismi di giustizia riparativa». Riforma forense. Ricordando come fosse da tempo attesa la legge di riforma della professione forense, il Ministro Cancellieri rassicura sulla proprie intenzioni «procedere a dare il massimo impulso all’attuazione della predetta riforma attraverso un lavoro congiunto e condiviso con il Consiglio nazionale forense e con tutti i protagonisti del mondo dell’ avvocatura, a livello nazionale e territoriale». Concludendo. Portando anche l’attenzione sulla lotta alla criminalità organizzata, sull’esigenza di una riforma organica della riforma minorile e sul dovere dell’Italia di adempiere al proprio ruolo guida nella cooperazione internazionale in tema di giustizia, il Ministro Cancellieri conclude la propria audizione con questa affermazione «sono certa che lavoreremo insieme affinché questi temi non siano mai più terreno di scontro politico, ma vengano affrontati con onestà intellettuale in una visione oggettiva e priva di condizionamenti di alcun genere».