Dal 1° gennaio non si può più circolare in moto in Svizzera muniti delle vecchie patenti di categoria B rilasciate fino al 31 dicembre 1985. Oltre alla multa si rischiano infatti guai grossi anche in caso di sinistri. Lo ha evidenziato il sottosegretario Del Basso De Caro in risposta ad una interrogazione, giovedì 20 marzo in commissione trasporti alla Camera.
Fino al 1° gennaio 1986 in Italia la patente di categoria B comprendeva automaticamente anche quella di categoria A, specificamente dedicata alla conduzione dei veicoli a due ruote. Con il recepimento della direttiva 80/1263/CEE, anche l’Italia si è adeguata alla diverse indicazioni comunitarie iniziando una progressiva riduzione delle abilitazioni comprese nelle patenti superiori. E con l’avvento della riforma della patente europea questo processo si è definitivamente concluso nel mese di gennaio 2013. Una questione di lettere. La Confederazione Elvetica, però, nel mese di giugno 2012 ha approvato una riforma stradale che incide sull’equipollenza delle patenti svizzere con quelle comunitarie, specificando che dal 1° gennaio 2014 occorre che tutti i conducenti europei che circolano in Svizzera su veicoli a due ruote necessitano sempre di una licenza di guida indicante la lettera A o A1. Ma nessuna informazione ufficiale è stata diramata all’Italia che ha appreso di questa limitazione incidentalmente. E solo il 14 febbraio scorso della vicenda è stato interessato il Ministero degli affari esteri, nella speranza che sulla questione possa essere fatta velocemente chiarezza per evitare ulteriori problematiche ai numerosi utenti in circolazione con l’imminente stagione calda. Nel frattempo l’unico modo per circolare regolarmente in moto in Svizzera è quello di richiedere l’aggiornamento formale delle vecchie patenti di guida nazionale con l’apposizione anche della lettera A nello spazio preposto.
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