Dall’aula di tribunale alla piazza: la porta degli uffici dei gdp è chiusa a chiave

Dopo la protesta dei magistrati onorari, conclusasi la scorsa settimana, anche l’Unione Nazionale Giudici di Pace ha proclamato uno sciopero nazionale della categoria, che si svolgerà tra il 4 ed il 10 novembre, per protestare contro le misure adottate dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando nell’ambito della riforma della Giustizia.

Nuove proteste. Finito lo sciopero dei magistrati onorari, nuove proteste in arrivo, questa volta da parte dei giudici di pace uffici chiusi dal 4 al 10 novembre, per protestare contro le misure adottare dal Ministro della Giustizia. Secca la replica ad Andrea Orlando, che si era detto stupito delle proteste dopo l’intenso dialogo sulla riforma con i rappresentanti delle varie categorie «Smentiamo categoricamente che sul ddl di riforma della magistratura onoraria, approvato dal Consiglio dei Ministri il 29 agosto scorso e non ancora presentato in Parlamento, vi sia mai stato accordo con le associazioni di categoria». Dialogo ridotto al minimo. Infatti, negli incontri svoltisi con il Guardasigilli, si è discusso soltanto di durata del rapporto, mentre è rimasta inascoltata la richiesta di estendere la discussione ad altri aspetti della riforma. Sotto accusa l’impegno, dichiarato ma non confermato secondo i giudici di pace, del Ministro di garantire la rinnovabilità dei mandati a tutti i magistrati in servizio fino al raggiungimento dell’età pensionabile. Trattamento da rivedere. Non si tratta, comunque, dell’unico aspetto negativo «sugli altri punti nodali della riforma, ossia il trattamento economico e previdenziale, le dichiarazioni del Ministro non smentiscono affatto i contenuti deleteri del disegno legge, che mira a ridurre drasticamente le indennità dei magistrati, rendendole per giunta incerte ed assoggettate alla totale discrezionalità del Ministero e dei Presidenti di Tribunale, oltre che vincolate al raggiungimento di fumosi ed indeterminati obiettivi ne' la previdenza facoltativa integrativa, peraltro a totale carico del magistrato, che già esiste, può essere considerata una seria risposta alle istanze della categoria». Tagli in vista? Un altro pericolo riguarda la voce, non smentita da Orlando, secondo cui, nella spending review allegata alla legge di stabilità, sarebbe previsto un taglio di 20 milioni di euro sugli stanziamenti di bilancio destinati al pagamento dei già miseri compensi di tutti i magistrati onorari, «notizia che, se si rilevasse fondata, sarebbe la prova definitiva della volontà del Ministro Orlando di abbattere le indennità dei giudici di pace e dei magistrati onorari di procure e Tribunale e di non riconoscere alcun diritto previdenziale». Secondo l’Unione Nazionale Giudici di Pace, il riconoscimento di un trattamento retributivo e previdenziale certo ed adeguato alla funzione espletata non costituisce una mera rivendicazione di categoria, ma sarebbe una garanzia imprescindibile di terzietà e professionalità del giudice.