Il Tribunale Privato Arbitrale del Centro Studi Nazionale di Diritto Condominiale ed Immobiliare, che rappresenta una delle più importanti Camere Arbitrali d’Italia con 60 sedi in tutto il territorio nazionale e che ha sottoscritto fino ad oggi oltre 30.000 clausole arbitrali, evidenzia i punti critici della riforma della Giustizia, che “così come impostata, non porterà risultati rilevanti”. Questo il punto di vista del Presidente nazionale CESCOND, Rocco Guerriero, il quale sottolineando l’importanza dell’arbitrato, quale strumento per risolvere un’alta percentuale degli oltre 5 milioni di procedimenti pendenti, auspica in una maggiore informazione al cittadino, con l’obiettivo di valorizzare questo strumento stragiudiziale.
1- Il problema delle cause pendenti. Per il Tribunale Privato Arbitrale CESCOND, sperare che per una lite pendente le parti decidano di trasferire la causa dal Tribunale all’arbitrato è pura utopia. Gli avvocati, ma soprattutto la parte inadempiente non avranno nessun interesse a trasferire la causa dinnanzi a un arbitro con il rischio di subire una eventuale condanna in pochi mesi, preferendo, magari, approfittare delle lungaggini processuali. 2- La lesione del principio della libera concorrenza. In secondo luogo, a giudizio della CESCOND, il decreto numero 132/2014 andrebbe a ledere il principio della libera concorrenza e dell’equiparazione tra pubblico e privato, in quanto si riconosce un monopolio ai Consigli dell’Ordine Avvocati per gli Arbitrati relativi a lite insorta, tagliando fuori organismi privati che da anni si occupano solo di questo strumento stragiudiziale. Così facendo, i Tribunali vedranno aggiungersi al già notevole contenzioso arretrato anche i procedimenti arbitrali. In questo modo, verrebbe calpestata la natura stessa dell’arbitrato, che è insita nell’autonomia delle parti di scegliere il collegio giudicante e l’organismo che amministrerà il procedimento. Qualora le parti fossero favorevoli, situazione comunque improbabile, saranno ad ogni modo costrette a ricorrere all’organismo interno al Tribunale. 3- La discriminazione verso le nuove generazioni di avvocati. Ancora, non si comprende perché si sia deciso di eliminare un certo numero di professionisti prevedendo che le Camere Arbitrali interne ai Tribunali potranno essere composte solo da avvocati che siano iscritti da tre anni. Tale disposizione appare discriminatoria verso le giovani generazioni di avvocati, oltre ad essere contraria a quanto previsto dal c.p.c. che prevede che Arbitro può essere chiunque abbia la capacità di agire. Le proposte del Tribunale CESCOND. Il Tribunale Privato Arbitrale CESCOND avrebbe optato, piuttosto, per una campagna mediatica intensa di informazione al cittadino con l’obiettivo di comunicare che in Italia esistono strumenti alternativi al Tribunale per la risoluzione delle liti, che sono molto più rapidi ed economici. Sarebbe stato più efficace e semplice educare alla cultura degli strumenti stragiudiziali e non far credere che con questa riforma diminuiranno i contenzioni arretrati. Inoltre, si sarebbe dovuto insistere sulla Mediazione che è obbligatoria per gran parte della materia civilistica, ma che ancora oggi viene vista solo come un passaggio obbligato prima di arrivare davanti al Giudice, e non come uno strumento importantissimo per evitare che la lite degeneri in controversia legale.