Dopo la relazione dei Dieci Saggi a suo tempo incaricati da Napolitano e la recente relazione del Governatore della Banca d’Italia il Governo Letta non poteva certamente non iniziare con l’ affrontare anche il nodo della giustizia civile. In fondo i dati diffusi annualmente dalla Banca Mondiale e le condanne europee per la lunghezza eccessiva dei processo non sono certo lusinghieri e, soprattutto, allettanti per gli investimenti in Italia oltre che per tutti i creditori, per così dire, interni. Ecco allora che nel decreto legge soprannominato del fare varato il 15 giugno scorso dopo una lunga riunione fiume del Consiglio dei Ministri, uno dei capitoli di interveto vede alcune disposizioni introdotte per migliorare l’efficienza della giustizia civile. In attesa di conoscere il testo del decreto legge che sarà pubblicato a breve sulla Gazzetta ufficiale vediamo, in sintesi, quali sono i principali strumenti al quale il Governo ha pensato.
La mediazione torna obbligatoria. Il primo strumento per incidere sul contenzioso civile in entrata non poteva che essere la mediazione civile e commerciale i dati diffusi dal Ministero della Giustizia prima della nota sentenza della Corte Costituzionale che ne dichiarò l’illegittimità per eccesso di delega e che ebbe l’effetto di far crollare praticamente a zero il numero della mediazioni erano più che incoraggianti. La scelta è stata quella di reintrodurre la obbligatorietà del tentativo di mediazione con un atto avente forza di legge la sentenza della Consulta è perfettamente rispettata e la scelta italiana della obbligatorietà - e alla quale anche l’Europa guardava con interesse - non potrà che rappresentare, ancora una volta, un volano per lo sviluppo della mediazione civile e, quindi, per un nuovo modo di concepire la risoluzione delle controversie. Del resto erano in molti a chiedere, a gran voce, la reintroduzione della obbligatorietà come principale via per rianimare il sistema di risoluzione alternativa delle controversie come la relazione finale dei Dieci saggi aveva suggerito. Il coinvolgimento della classe forense. Peraltro, e salvo l’approfondimento che si dedicherà alle singole norme sulla mediazione, il Governo, già dal comunicato stampa, sembra aver voluto lanciare un messaggio distensivo a quegli avvocati che avevano e che già nuovamente riprendono a protestare per la mediazione obbligatoria salvo poi osservare che veramente in pochi hanno poi sostenuto la mediazione facoltativa dopo la sentenza della Consulta . Ed infatti, alcune norme sono dettate proprio con il dichiarato intento di ottenere un adeguato coinvolgimento della classe forense accolta la richiesta di espellere dall’elenco delle materie la RCAuto, previsto che soltanto gli accordi di mediazione ove tutte le parti siano assistite da avvocati che pure sottoscrivono il verbale di accordo, potranno ottenere l’esecutività per poter procedere, se del caso, nei confronti della parte che sarà inadempiente e, infine, ogni avvocato iscritto all’ordine è essere mediatore di diritto e, quindi, nessun corso di formazione iniziale, ma soltanto quelli di aggiornamento. Un prezzo forse troppo alto sul quale, forse, sarà bene che il Governo torni in sede di conversione in legge non già - sia ben chiaro - per non coinvolgere gli avvocati nella mediazione, ma piuttosto per coinvolgere la classe forense senza sacrificare troppo i cardini della mediazione. Decreto ingiuntivo più rapido. Il secondo punto sul quale il Governo Letta ha puntato è una modifica di alcune norme processuali e, in particolare, della disciplina del decreto ingiuntivo e, cioè, dello strumento più utilizzato per il recupero crediti. Ed infatti, oggi, uno dei problemi pratici di questa procedura è quello di avere certezza di quando il giudice dovrà pronunciarsi sulla esecutività per concederla o per sospenderla del decreto ingiuntivo soltanto concedendo l’esecutività il creditore potrà agire esecutivamente nei confronti del suo debitore. Ecco allora che il decreto legge prevede che nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, il giudice deve fissare la prima udienza non oltre 30 giorni e, in quella sede, decidere sulla provvisoria esecuzione senza possibilità di posticipare quella decisione in un momento successivo. Concentrazione delle cause con investitori stranieri. Il Governo ha poi annunciato la concentrazione esclusiva presso i Tribunali e le Corti di appello di Milano, Roma e Napoli delle cause che coinvolgono gli investitori esteri senza sedi stabili in Italia con lo scopo di garantire una maggiore prevedibilità delle decisioni e ridotti costi logicistici. Organizzazione degli uffici. Sul versante organizzativo, poi, sono stati annunciati l’istituzione di stage di formazione presso gli uffici giudiziari dei tribunali per i giovani laureati in giurisprudenza più meritevoli, l’arruolamento di 400 giudici non togati per lo smaltimento del contenzioso pendente presso le Corti di Appello e l’istituzione della figura di assistente di studio presso la Corte di cassazione per conseguire un aumento della produttività del settore. Concordato in bianco. Da ultimo merita un cenno la modifica della disciplina del concordato in bianco che, nelle intenzioni del legislatore consente all’impresa in crisi di evitare il fallimento e di salvare il patrimonio dalle aggressioni dei creditori con la massima tempestività attraverso una norma di favore per le imprese per un certo periodo di tempo i creditori non avrebbero potuto iniziare o proseguire azioni esecutive e cautelari. Il vantaggio per l’impresa è tale che nella prassi sono stati molti i casi di abuso imprenditori che chiedevano il concordato in bianco e, cioè, priva dalla proposta relativa alle somme che si intendono pagare ai creditori soltanto per ottenere un periodo di tempo di stasi . Ecco allora che il decreto legge corre ai ripari prevedendo una norma a favore dei creditori da un lato, l’impresa dovrà accompagnare la domanda di ammissione al concordato con l’elenco dei suoi creditori. Dall’altro lato, il Tribunale potrà, inoltre, nominare un commissario giudiziale, che controllerà se l’impresa in crisi si sta effettivamente attivando per predisporre una compiuta proposta di pagamento ai creditore, potendo chiudere la procedura se ci dovessero essere atti in frode ai creditori.
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