La risoluzione del CSM sull’aggressione ai patrimoni illeciti

Il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura tenutosi ieri, 13 settembre 2017, ha approvato una risoluzione in materia di attività degli uffici giudiziari nel settore delle misure di prevenzione antimafia e dell’aggressione ai patrimoni illeciti, risultati una delle principali direttrici della lotta alla criminalità organizzata.

Un fenomeno vasto. A fronte dell’analisi secondo cui quella dell’aggressione ai patrimoni illeciti è una delle principali strategia per un’efficace lotta alla criminalità organizzata, il CSM ha approvato ieri una risoluzione che si rivolge, da un lato, «al legislatore, affinché prosegua nella apprezzabile riforma della normativa in materia» e «al Ministro della Giustizia, affinché siano messe a disposizione degli uffici giudiziari le necessarie dotazioni tecnologiche e informatiche», dall’altro «al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, al PNA e ai dirigenti degli uffici, per i profili organizzativi e alla Scuola superiore della Magistratura, per l’implementazione della formazione specifica in materia». L’analisi del fenomeno ha infatti permesso di evidenziare come le organizzazioni criminali tendano a strutturare sistemi economici illegali complessi che incidono pesantemente su quelli legali, risultando dunque le indagini sui patrimoni illegali uno strumento essenziale per il contrasto alla criminalità organizzata. La risoluzione. Il CSM ha dunque posto in essere «una corposa attività istruttoria presso gli uffici giudiziari direttamente coinvolti nell’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniale e degli altri strumenti relativi ai patrimoni illeciti», acquisendo così «indicazioni relative alle prassi organizzative, alle eventuali criticità e, in definitiva, agli ambiti in cui si impone un intervento migliorativo», profili esplicati nel documento approvato.

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