Cassa Forense mercoledì 25 maggio 2016 ha organizzato a Roma un convegno “Casse di previdenza e fisco”.
Alle Casse professionali si applica una doppia tassazione un sistema esoso, iniquo e incostituzionale. Ai relatori del convegno “Casse di previdenza e fisco”, organizzato a Roma mercoledì 25 maggio scorso da Cassa Forense, sono state poste queste domande Perché la doppia tassazione è sbagliata? Quali sono le conseguenze per i professionisti? La doppia tassazione esiste in altre realtà del mondo? Avrei preferito che il management di Cassa Forense avesse organizzato un convegno sulla sostenibilità economico finanziaria di lungo periodo delle Casse di previdenza visti i dati macroeconomici negativi dell’economia italiana, e non solo oppure come affrontare da parte di Cassa Forense la realtà che vede più di 100 mila avvocati in grave difficoltà economica. Ma torniamo al tema del convegno. In Italia sono tassati sia la pensione erogata, sia i rendimenti dei patrimoni accantonati dagli Enti di previdenza. Per evitare la doppia imposizione fiscale dei rendimenti sarebbe necessario assoggettare a tassazione la prestazione pensionistica al netto del rendimento conseguito, come avviene per i fondi pensione complementari italiani. È noto che i sistemi previdenziali possono essere oggetto di imposizione fiscale in tre fasi 1. Fase della contribuzione 2. Fase della maturazione del rendimento 3. Fase dell’erogazione delle prestazioni. In Europa prevale il modello che tassa la sola fase tre e cioè la sola prestazione. In Italia però, così come in Danimarca, in Svezia e in Ungheria, vige il modello che tassa le fasi due e tre e cioè sia la fase della maturazione del rendimento che la fase dell’erogazione delle prestazioni. Effettivamente siamo di fronte ad una doppia tassazione ma che non colpisce le Casse di previdenza ma semplicemente tutti gli iscritti per quanto riguarda il rendimento del patrimonio e i pensionati per quanto riguarda le prestazioni erogate. Vediamo quindi di fare chiarezza attraverso dei semplicissimi passaggi logici. Il rendimento tassato è il rendimento del patrimonio delle Casse di previdenza. Detto patrimonio è formato dalla contribuzione previdenziale obbligatoriamente versata da tutti gli iscritti. Facciamo un successivo passaggio che è questo. Da cosa è composta la prestazione pensionistica che viene erogata? La prestazione pensionistica erogata è composta dal montante contributivo versato dall’iscritto e, per la parte non finanziata da detto montante contributivo, dal rendimento del patrimonio. Al momento dell’introito della pensione l’iscritto pensionato subisce la doppia tassazione e cioè dapprima lo Stato tassa il rendimento del patrimonio dell’Ente di previdenza e poi tassa, per intero, la pensione erogata che, come si è detto, è formata dal montante contributivo che ha beneficiato della deduzione e quindi va tassato e dal rendimento del patrimonio che per questa parte è già stato tassato ma subisce una seconda tassazione. Tale seconda tassazione non si scarica sull’Ente di previdenza e quindi sulle Casse che agiscono soltanto come sostituti d’imposta in nome e per conto dello Stato. La doppia tassazione, prima sul rendimento del patrimonio e poi sulla pensione composta in parte dai rendimenti del patrimonio, è sicuramente ingiusta e incostituzionale, ai sensi degli articolo 38 e 47 della Carta Costituzionale, ma dovrebbe essere il pensionato a dolersene e non mi risulta che sino a oggi la questione sia mai stata sollevata dall’iscritto pensionato che, a mio giudizio, è l’unico legittimato a farlo anche attraverso l’Associazione pensionati di Milano di Vittorio Lo Fiego. Aiuta tutta questa discussione a risolvere i problemi previdenziali che affliggono oggi l’Avvocatura italiana? A mio giudizio scarsamente, ma prendo atto che invece nella presentazione del convegno si può leggere che «la Cassa Forense dimostra, anche con questo convegno, di voler contribuire, insieme all’ADEPP, alla soluzione dei problemi dell’Avvocatura e dei liberi professionisti, le cui risposte alla crisi economica devono poter essere inserite dentro un quadro di tempestiva rivisitazione delle dinamiche della doppia tassazione degli Enti previdenziali e di assistenza». Da quindici anni la Commissione Europa segnala la disarmonia esistente fra i vari sistemi di tassazione fiscale senza peraltro approdare ad alcun risultato. Oggi il Governo, investito del problema, pensa di poter arrivare, con un costo contenuto e quindi sopportabile, alla esenzione fiscale solo per gli investimenti effettuati nella economia reale, vero driver della crescita. Ovviamente investimenti nell’economia reale italiana anche se questo non lo potrà dire per non incorrere nelle censure della UE.