L’OUA dice no alla reintroduzione della mediazione e invita il presidente Napolitano a non firmare

L’Organismo Unitario dell’Avvocatura ha convocato un’assemblea nazionale straordinaria per il 25 giugno 2013, a Roma, presso Cassa Forense. Tra le possibili azioni di protesta? L’astensione dalle udienze. Inoltre, tramite il presidente Nicola Marino, ha ribadito il suo no alla reintroduzione dell’obbligatorietà della mediazione.

Il 19 giugno 2013 si è riunita la Giunta dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, durante la quale è stato approvato un deliberato che critica fortemente le norme sulla giustizia contenute nel cosiddetto decreto del fare . Si tratta dell’ennesima conseguenza fa sapere l’OUA - della mancanza di confronto con l’avvocatura, della logica emergenzialista degli apparati ministeriali di Via Arenula, ma anche della sudditanza di certa Politica alle pressioni degli interessi economici delle imprese che speculano sulla mediazione obbligatoria . Non firmare! Per questi motivi, l’OUA ha deciso di chiedere al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di non firmare il decreto, auspicando, allo stesso tempo, un incontro urgente con il Ministro Cancellieri. Ma non è finita qui. Un’assemblea straordinaria per promuovere le iniziative di protesta, ma anche per presentare un pacchetto di proposte alternative. Per il prossimo 25 giugno, infatti, è stata convocata un’Assemblea Nazionale Straordinaria dell’Avvocatura presso la Cassa Forense, via E. Quirino Visconti 8 , alla quale sono stati invitati anche il CNF, le Unioni Regionali, gli Ordini territoriali e le Associazioni forensi. No alla mediazione. Nicola Marino ha ribadito come sia del tutto, incomprensibile il ritorno all’obbligatorietà che nella sua esistenza ha dato risultati numerici insignificanti, invece che 1 milione di cause in meno, come annunciato da diversi Ministri all’epoca, questo sistema nella sua applicazione concreta ne ha intercettato al massimo alcune decine di migliaia . Per il presidente OUA, questo è un deja vu , perché è un provvedimento bocciato dalla Corte Costituzionale con una motivazione della Consulta ampia e articolata, nella quale si elencano diversi profili di illegittimità, che non sono stati assorbiti dal vizio di delega che era già di per se condizione di bocciatura. Questo decreto legge se non modificato in Parlamento, va incontro alla stessa sorte, con il corollario di caos nei tribunali e di incertezza che ne conseguirà .