Locazioni turistiche, la pressione fiscale è minore per i forfettari. Dal confronto tra il carico fiscale complessivo dei soggetti “non imprenditori”, che assoggettano i proventi della locazione turistica ad aliquota IRPEF progressiva come redditi da fabbricati o come redditi diversi e quello dei soggetti imprenditori, aderenti al regime forfettario, si rileva come probabilmente questi ultimi siano incisi dalle imposte in misura inferiore. È questo il dato messo in evidenza nel Documento “La fiscalità delle locazioni turistiche”, curato da Viviana Capozzi e Paolo Frediani e pubblicato il 15 giugno 2016 sul sito della FNC.
Attività dei servizi di alloggio e ristorazione. Nello specifico, per le “Attività dei servizi di alloggio e ristorazione”, l’allegato 4 all’articolo 1, comma 54 lett. a , della l. numero 190/2014 Stabilità 2015 prevede un coefficiente di redditività del 40% sui ricavi «da ritenersi – si legge nello studio più che congruo rispetto ai costi medi effettivamente sostenuti nel settore». Oltre al vantaggio, caratterizzante il regime forfettario, dell’applicazione dell’imposta sostitutiva ad aliquota del 15%, peraltro ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività. I benefici, inoltre, si riflettono anche in capo agli utilizzatori dei servizi. «La scelta del regime forfettario, infatti, comporta il non addebito dell’IVA al consumatore finale, così come avviene per i soggetti “non imprenditori”, equiparando il prezzo del servizio e quindi evitando alterazioni del mercato e della concorrenza su tale versante». Infine, secondo lo studio, i forfettari sarebbero avvantaggiati anche sotto il profilo della regolamentazione amministrativa dell’attività. Fonte www.fiscopiu.it
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