Il richiamo ad un apparato sanzionatorio “in the facts” costituisce un prezioso propulsore del sistema mediatizio.
Un giudice cattivo non è un cattivo giudice. Dico cattivo il giudice risoluto nell’applicazione di rimedi sanzionatori, animato non tanto da seducenti utopie, quanto dal pragmatismo, ben ancorato ai paradigmi normativi. Credo fermamente che l’istituto della media conciliazione abbia bisogno di questo giudice, deciso nell’applicare le sanzioni previste dalla legge, anche quelle lato sensu premiali. Un esempio la mediazione “imposta” alle parti, a seguito di un formale mancato esperimento del tentativo di conciliazione, va vista anche come un beneficio un premio, appunto per la parte diligente. Questa alacrità del giudice lo definisce un buon giudice. Prodromi di una buona mediazione. Cupo il presente il sistema mediatizio arranca con la sua difficile presa sulla classe forense, esso si fa strada lentamente, nella cultura dello stragiudiziale, come percorso alternativo alla giustizia amministrata nei tribunali, pur essendo innegabilmente, e di per sé, una chance in più per “giustiziare” un diritto. Viva è l’esigenza di strumenti che rendano questo percorso realmente appetibile, in termini di economicità tout court . Si può ritenere per lo più condiviso che il risparmio di tempo si coniughi alla riduzione dei costi. Non è abbastanza va formulato con decisione l’auspicio di un procedimento scandito da presidi efficaci. Non divago per chi non segue le regole si impone un ricorso alle sanzioni, anche o prevalentemente strumentali ad un’accelerazione della cultura conciliativa. La logica corrente lo richiede, o persino lo impone. Non c’è più tempo il sistema mediatizio – è tema pertinente all’intero ordinamento giuridico – deve raggiungere livelli di efficienza maggiori di quelli attuali. Gli strumenti sanzionatori. Non un compendio della politica di orientamento alla mediazione piuttosto, propongo una tesi su come possa rivitalizzarsi il percorso conciliativo si consenta il rinvio a Mediazioni e sanzioni nessun ossimoro , in Diritto e Giustizia del 22 giugno 2015 . Spazio al giudice con i suoi poteri di stigmatizzare la cattiva mediazione spazio, in concreto, agli interventi sulla mancata partecipazione delle parti con invio in mediazione delegata , sulla condanna alle spese per chi eluda il confronto con condanna per lite temeraria, o resistenza temeraria , sull’adesione alla proposta del mediatore, con le relative ricadute, anche quando l’ipotesi di accordo sia presentata come iniziativa unilaterale del mediatore stesso. Non propongo l’inedito il percorso è noto, e già collaudato. Di recente, il Tribunale di Palermo sez. I Civile, ordinanza 29 luglio 2015, con nota di F. Valerini, La sanzione per la mancata partecipazione in mediazione il giudice non deve attendere la fine del processo , in Diritto e Giustizia del 7 agosto 2015 ha chiarito che c’è spazio concreto per la condanna immediata della parte che si sottragga immotivatamente alla mediazione obbligatoria, condanna al versamento all’Erario di una somma pari al contributo unificato. Non è tutto, in questo caso si prospetta anche un ritorno in mediazione, disposto dal giudice, attesa l’assenza di un effettivo confronto tra le parti. Del resto, non è una scoperta che l’ostilità di una parte allo strumento mediatizio possa assumere volti variegati talvolta è rifiuto ingiustificato della chiamata in mediazione, talaltra vera e propria mancata partecipazione, formalizzata secondo un contenuto che il giudice può apprezzare nella sua infondatezza. Ecco, dunque, che la solerzia del giudice trova spazi applicativi coerenti e significativi. La buona mediazione. Mi avvio a concludere. La buona mediazione non è necessariamente una mediazione “buona”. Ripropongo qui l’argomento proposto per il giudice – il buon giudice non è un giudice necessariamente “buono”, nel senso di indulgente – siccome gioco di parole con ambizione di sintesi. In definitiva, il giudice “cattivo” è essenziale per una buona mediazione, la quale assume il sembiante di una mediazione “cattiva” la buona mediazione non è necessariamente una mediazione buona, poco presidiata con strumenti sanzionatori, conseguentemente marginale al sistema.