Passa attraverso la spending review l’unica speranza per evitare il baratro

E’ necessario risparmiare, ovvero tagliare i costi, per perseguire l’obiettivo del risanamento dell’economia e per stimolare la crescita e la competitività. Sembra quasi un paradosso il fatto che la legge di conversione del d.l. 6 luglio 2012, numero 95 «Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini» sia stata pubblicata la vigilia di ferragosto quando la gran parte degli italiani, se non è via da casa e dal lavoro , è comunque molto probabilmente disattento alle questioni relative alla finanza pubblica. Eppure, passa attraverso la spending review l’unica speranza per evitare il baratro.

«Riformare la spesa pubblica - sostiene il Governo - non è una missione impossibile considerato che nella gestione della spesa pubblica ci sono ampi margini di risparmi e razionalizzazione. Ci sono sprechi nella produzione dei servizi quando una macchina costosa e ad alto potenziale viene sistematicamente sottoutilizzata o quando si acquistano fattori produttivi pagando prezzi superiori al mercato». Capire, in sostanza, che cosa si maschera dietro questo inglesismo, diventa fondamentale tenuto conto che, secondo le intenzioni del Governo, dalla riduzione degli eccessi di spesa dovrebbero derivare precisi benefici per i cittadini. In sostanza, il risparmio di spesa permetterà di evitare l’aumento di due punti percentuali dell’IVA per gli ultimi tre mesi del 2012 e per il primo semestre del 2013. Sarà inoltre possibile estendere la clausola di salvaguardia in materia pensionistica prevista dal decreto Salva Italia ad altri 55.000 soggetti, anche se maturano i requisiti per l’accesso al pensionamento successivamente al 31 dicembre 2011. Complessivamente, l’importo a favore dei lavoratori salvaguardati è di 1,2 miliardi a partire dal 2014 . Previsti inoltre ulteriori stanziamenti per la ricostruzione nelle zone colpite dal sisma 1 miliardo per il 2013 e 1 miliardo per il 2014. Fonte Governo Prioritaria la revisione della spesa pubblica. Ma prima di entrare nel dettaglio delle novità più importanti contenute nell’ultimo dei decreti legge del pacchetto cosiddetto spending review, e della relativa legge di conversione gli altri sono stati il d.l. numero 201/2011 ed il d.l. numero 52/2012 non pare superfluo soffermarsi su quali sono i punti cardine dell’azione del Governo perché «all’obiettivo della riduzione della spesa pubblica tutte le amministrazioni pubbliche devono concorrere ed assicurare la massima collaborazione». In tal senso, il Presidente del Consiglio ha inviato ai Ministri una nota, nella quale indica le linee da seguire per contenere le spese di gestione, precisando che la revisione della spesa è considerata come prioritaria dell’azione di governo. Tale direttiva disciplina specificamente il contributo che le amministrazioni centrali sono tenute a prestare per il raggiungimento dell’obiettivo della riduzione delle spese. Gli interventi richiesti vanno dall’eliminazione di sprechi ed eccessi di risorse impiegati, alla revisione dei programmi di spesa, al miglioramento delle attività di acquisto di beni e servizi, alla ricognizione degli immobili pubblici in uso alle pubbliche amministrazioni al fine di possibili dismissioni. L’attività di revisione della spesa di ogni amministrazione deve concentrarsi, in particolare, su - revisione dei programmi di spesa e dei trasferimenti - ridimensionamento delle strutture dirigenziali esistenti - razionalizzazione delle attività e dei servizi offerti sul territorio e all’estero, anche attraverso concentrazioni dell’offerta e dei relativi uffici - riduzione, anche mediante accorpamento, degli enti strumentali e vigilati e delle società pubbliche - riduzione in termini monetari per la spesa per acquisto di beni e servizi anche mediante l’individuazione di responsabili unici della programmazione della spesa, nonché attraverso una più adeguata utilizzazione delle procedure espletate dalle centrali di acquisto ed una più efficiente gestione delle scorte - ricognizione degli immobili in uso riduzione della spesa per locazioni, assicurando il controllo di gestione dei contratti definizione di precise connessioni tra superficie occupata e numero degli occupanti - ottimizzazione dell’utilizzo degli immobili di proprietà pubblica anche attraverso compattamenti di uffici e amministrazioni - restituzione all’agenzia del demanio degli immobili di proprietà pubblica eccedenti i fabbisogni - estensione alle società in house dei vincoli vigenti in materia di consulenza - eliminazione, ad eccezione di casi eccezionali riferibili per esempio a rapporti con Autorità estere, di spese di rappresentanza e spese per convegni. - eliminare sprechi e inefficienze, - garantire il controllo dei conti pubblici, - liberare risorse da utilizzare per interventi di sviluppo, - ridare efficienza al settore pubblico allo scopo di concentrare l’azione su chi ne ha bisogno. Dalle parole ai fatti. ARCUS S.p.A., la Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo dal 1° gennaio 2014 è posta in liquidazione. Stessa sorte per la Fondazione Valore Italia le cui funzioni saranno svolte dal Ministero dello sviluppo economico. Il Commissario liquidatore di Arcus durerà in carica fino al 31 dicembre 2014 e non è prorogabile. Per lo svolgimento dei propri compiti il Commissario liquidatore si avvale della struttura e del personale della Società e non può procedere a nuove assunzioni, neanche per la sostituzione di personale in posti che si rendano vacanti. I contratti di consulenza, di collaborazione coordinata e continuativa, di lavoro autonomo, di lavoro subordinato a tempo determinato, nonché, in ogni caso, i rapporti di qualsivoglia natura giuridica aventi ad oggetto lo svolgimento di funzioni dirigenziali, anche a tempo indeterminato, cessano di avere effetto ove non confermati dal Commissario liquidatore entro trenta giorni dal suo insediamento. Scompare un’altra società Promuovi Italia S.p.A. Gli affidamenti diretti ottenuti dal Mise sono trasferiti a titolo gratuito, a decorrere dalla data di stipula dell'accordo all'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa - Invitalia S.p.A. ovvero ad una società dalla stessa interamente partecipata. La società conferitaria subentra in tutti i rapporti attivi e passivi derivanti dal trasferimento. Agenzia per lo sviluppo del settore ippico-ASSI d.l. numero 95/2012 convertito con modificazioni l. numero 135/2012 Giochi e sport. Novità anche nel settore ippico, perché l'Agenzia per lo sviluppo del settore ippico-ASSI è da considerarsi soppressa dal 14 agosto, ovvero dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto 95, anche se resta comunque ferma, nei limiti temporali previsti dalla vigente normativa, la validità delle graduatorie dei concorsi pubblici espletati dall'ASSI e dall'Unire. Variazione societaria, invece, al fine di assicurare il controllo pubblico dei concorsi e delle manifestazioni ippiche, per la Unirelab s.r.l. la quale continuerà a svolgere le funzioni esercitate anche se con apposito decreto stabilite le modalità di trasferimento delle quote sociali della predetta società al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. L'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato e l'Agenzia del territorio sono incorporate, rispettivamente, nell'Agenzia delle dogane e nell'Agenzia delle entrate a decorrere dal 1° dicembre 2012 e i relativi organi decadono. Entro il 30 ottobre 2012 il Ministro dell'economia e delle finanze trasmette una relazione al Parlamento. Tutto ciò mentre imperversa il dibattito sul complessivo sistema gioco voluto da AAMS per rimpolpare le casse dello Stato. Studi e formazione . La scure non risparmia neppure la cultura. Viene riordinato, infatti, l’ISFOL. L'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori sarà commissariato fino a quando non sarà approvato il nuovo statuto secondo regole di contenimento della spesa e, comunque, non oltre il 31 dicembre di quest’anno. Rilevanti novità sono in vista anche per le scuole pubbliche di formazione con l’obiettivo primaria di pervenire ad una concentrazione delle stesse. In particolare, il Governo individua la necessità di una revisione della disciplina degli incarichi di docenza al fine di garantire la stabilità del corpo docente e l'eccellenza dell'insegnamento. Minaccia di nullità degli atti alle autonomie locali. Al fine di assicurare il coordinamento e il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, il contenimento della spesa e il migliore svolgimento delle funzioni amministrative, le regioni, le province e i comuni sono tenute a sopprimere o ad accorpare o, in ogni caso, assicurare la riduzione dei relativi oneri finanziari in misura non inferiore al 20 per cento, di enti, agenzie e organismi comunque denominati e di qualsiasi natura giuridica che, fin dal dalla data di entrata in vigore del d.l. numero 95/2012, esercitano, anche in via strumentale, funzioni fondamentali articolo 117, comma 2, lett. p , Cost. , o funzioni amministrative spettanti a comuni, province, e città metropolitane ai sensi dell'articolo 118. Anche se questo vincolo non riguarda le aziende speciali, gli enti e le istituzioni che gestiscono servizi socio-assistenziali, educativi e culturali. Se, entro marzo del 2013, le regioni, le province e i comuni non avranno disposto la riduzione gli enti, le agenzie e gli organismi indicati al medesimo comma 1 sono soppressi e sono nulli gli atti eventualmente successivamente adottati dai medesimi enti. Ovviamente, è fatto divieto agli enti locali di istituire enti, agenzie e organismi comunque denominati e di qualsiasi natura giuridica, che esercitino una o più funzioni fondamentali e funzioni amministrative conferite ai sensi dell'articolo 118, della Costituzione. Soppresse definitivamente? le commissioni inutili. A decorrere dalla data di scadenza degli organismi collegiali operanti presso le pubbliche amministrazioni, le attività svolte dagli organismi stessi sono definitivamente trasferite ai competenti uffici delle amministrazioni nell'ambito delle quali operano. Restano fermi, senza oneri per la finanza pubblica, gli osservatori nazionali Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, Comitato nazionale di parità e la Rete nazionale delle consigliere e dei consiglieri di parità . A decorrere da ferragosto ai componenti degli organismi collegiali ancora in carica non spetta, comunque, alcun emolumento o indennità.

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