Ciò che qualifica la validità di un’elezione del domicilio è l’individuazione della persona del domiciliatario, pertanto è valida la notifica dell’estratto contumaciale avvenuta presso uno studio in uso all’avvocato di fiducia, anche se collocato in una città diversa da quella contenuta nell’atto di elezione di domicilio.
Lo ha affermato la Corte di Cassazione nella sentenza numero 43880, depositata il 25 ottobre 2013. Il caso. La Corte di Appello, in funzione di giudice dell’esecuzione, aveva rigettato la richiesta di dichiarare non esecutiva la sentenza di condanna per violazione dell’articolo 186 CdS giuda in stato di ebbrezza . A sostegno della decisione, era stata esclusa la nullità della sentenza e del susseguente estratto contumaciale notificato al condannato, perché - soltanto per mero errore materiale emendabile - la sentenza riportava nella intestazione una erronea indicazione della sentenza appellata, dovendo prevalere il dispositivo, corretto, letto in udienza. Inoltre, il G.E. aveva escluso il difetto di notificazione dell’estratto, a nulla rilevando che il luogo della notificazione sia stato lo studio del co-difensore di fiducia, diviso con un altro collega, e non lo studio principale del legale. Contro tale decisione, il condannato ha proposto ricorso per cassazione. A suo dire, la Corte avrebbe notificato una sentenza relativa a diversa sentenza e tanto integrerebbe circostanza idonea a incidere direttamente nel diritto di difesa, a nulla rilevando il dispositivo letto in udienza, giacché l’imputato era contumace. Con un ulteriore motivo, il ricorrente ha osservato che la notifica dell’estratto contumaciale al co-difensore è stato eseguito presso uno studio diverso da quello indicato nella elezione di domicilio, a mani di una tale che non sarebbe dipendente del legale, il quale con la predetta non avrebbe alcun rapporto fiduciario. Per la Suprema Corte il ricorso è infondato. L’estratto della sentenza contumaciale deve contenere soltanto gli elementi essenziali al fine di dare notizia all’imputato che una sentenza è stata pronunciata nei suoi confronti. Quanto al primo motivo, gli Ermellini hanno affermato che a nulla rileva ai fini della legittimità dell’estratto contumaciale, che l’originale della sentenza contenga, per palese errore materiale, una discrasia tra dispositivo e intestazione, giacché l’estratto contumaciale portato a conoscenza dell’imputato conteneva riferimenti precisi alla sentenza appellata e alla decisione assunta sul gravame. Invece, relativamente alla seconda censura, anch’essa infondata, Piazza Cavour ha ritenuto la notifica valida, perché eseguita in un luogo in cui il «medesimo difensore svolgeva comunque la sua attività professionale». Quanto alla persona che materialmente ha ricevuto l’atto, secondo il Collegio, il giudice territoriale ha correttamente evidenziato che «trattasi di persona individuata nella relazione di notificazione come persona incaricata della ricezione dell’atto, né per questo appare necessario un rapporto di lavoro subordinato tra avvocato domiciliatario e detta persona». Alla stregua delle esposte considerazioni, il ricorso è stato rigettato.
Corte di Cassazione, sez. I Penale, sentenza 1 - 25 ottobre 2013, numero 43880 Presidente Chieffi – Relatore Bonito Ritenuto in fatto e considerato in diritto 1. La Corte di appello di Brescia, in funzione di giudice dell'esecuzione, con ordinanza del 1^ ottobre 2012 rigettava l'incidente in executivis con il quale B.A. aveva chiesto, ai sensi dell'articolo 670 c.p.p., di dichiarare non esecutiva la sentenza di condanna per violazione dell'articolo 186 CdS resa a suo carico, il 30 giugno 2011, dalla predetta corte distrettuale. A sostegno della decisione il G.E., preso atto delle ragioni esposte dal condannato, escludeva la nullità della sentenza e del susseguente estratto contumaciale notificatogli, perché soltanto per mero errore materiale, emendabile ai sensi dell'articolo 130 c.p.p., la sentenza riportava nella intestazione una erronea indicazione della sentenza appellata, dovendo nella fattispecie prevalere il dispositivo letto in udienza, corretto in ogni sua indicazione e correttamente riportato nell'estratto contumaciale. Escludeva altresì il G.E. difetto di notificazione di detto estratto, notificato al difensore di fiducia a mani di persona all'uopo incaricata, a nulla rilevando che il luogo della notificazione sia stato non già lo studio principale di detto legale, co-difensore di fiducia, posto in omissis , ma lo studio dal medesimo diviso con altro collega in Brescia. 2. Ricorre per cassazione avverso detta ordinanza B.A. , assistito dal difensore di fiducia, sviluppando due motivi di impugnazione. 2.1 Col primo di essi denuncia la difesa ricorrente violazione dell'articolo 130 c.p.p. osservando la difesa del ricorrente ha proposto appello avverso la sentenza del Tribunale di Brescia che lo aveva condannato per il reato di cui all'articolo 186 co. 2 lett. a CdS. la Corte di appello ha notificato una sentenza relativa a diversa sentenza, dappoiché, quale sentenza impugnata, ha indicato il Tribunale di Bergamo e la data del 22.10.2010 tanto non integra mero errore materiale dappoiché circostanza idonea ad incidere direttamente nel diritto di difesa a nulla rileva il dispositivo letto in udienza giacché l'imputato era contumace eppertanto non presente in quel frangente processuale tanto integra nullità di cui all'articolo 178 c.p.p. co 1 lett. c relativo al diritto di assistenza e rappresentanza dell'imputato. 2.2 Col secondo motivo di impugnazione denuncia invece la difesa ricorrente violazione dell'articolo 148 e segg. c.p.p., osservando la notifica dell'estratto contumaciale al co-difensore Bo.Ar. è stato eseguito a mani di tale P.G. , in , presso uno studio posto in via omissis , diverso da quello indicato nella elezione di domicilio in omissis , sede professionale dell'avv. Ar Bo. la predetta P. non è dipendente dell'avv. Bo. e con la predetta non intercorre alcun rapporto fiduciario. 3. Con argomentata requisitoria scritta il P.G. in sede concludeva per il rigetto del ricorso giacché condivise le ragioni del rigetto difensivamente impugnato. 4. Il ricorso è infondato. 4.1 Quanto al primo motivo è stato opportunamente rammentato dal P.G. in sede che l'estratto della sentenza contumaciale che, unitamente all'avviso di deposito, va in ogni caso notificato all'imputato e comunicato al procuratore generale presso la corte di appello, non consiste nella copia integrale della sentenza e non deve quindi contenere tutti gli elementi formali di cui all'articolo 546 cod. proc. penumero , ma soltanto quelli essenziali al fine di dare notizia all'imputato che una sentenza è stata pronunciata nei suoi confronti, in sua contumacia, sì da porlo nelle condizioni di esercitare il diritto di impugnazione nel termine prescritto Cass., Sez. II, 10/01/2006, numero 3635 . Ne consegue che a nulla rileva ai fini della legittimità dell'estratto contumaciale, che l'originale della sentenza contenga, per palese errore materiale, una discrasia tra dispositivo ed intestazione, giacché l'estratto contumaciale portato a conoscenza dell'imputato conteneva riferimenti precisi alla sentenza appellata ed alla decisione assunta sul gravame. 4.2 Quanto invece al secondo motivo, come detto anch'esso infondato, osserva il Collegio che, contrariamente all'assunto difensivo, la notifica dell'estratto contumaciale eseguita presso il difensore di fiducia domiciliatario è valida anche se effettuata presso uno studio diverso, ed ubicato in un'altra città, rispetto a quello indicato nell'atto di elezione Cass., Sez. I, 20/01/2010, numero 4605 . Quando si tratta infatti del difensore di fiducia, mentre è stata ritenuta valida un'elezione di domicilio presso lo studio del proprio difensore individuato nominativamente, senza l'individuazione del luogo, non è stata ritenuta valida una elezione presso lo studio senza l'individuazione nominativa del domiciliatario Sez. 4^ 24 gennaio 2008 numero 13933, rv. 239222 ne discende che ciò che qualifica la validità di un'elezione del domicilio è l'individuazione della persona del domiciliatario e nel caso di specie la notifica dell'estratto contumaciale è avvenuta presso uno studio in uso all'avvocato di fiducia, anche se collocato in una città diversa da quella contenuta nell'atto di elezione di domicilio, cioè invece che omissis , luoghi in cui il medesimo difensore svolgeva comunque la sua attività professionale. Quanto alla persona che materialmente ricevette l'atto, correttamente ha evidenziato il giudice territoriale che trattasi di persona individuata nella relazione di notificazione come persona incaricata della ricezione dell'atto, né per questo appare necessario un rapporto di lavoro subordinato tra avvocato domiciliatario e detta persona. Nel caso in esame inoltre la notifica è avvenuta ad entrambi i codifensori, di guisa che giova altresì richiamare l'insegnamento di questo giudice di legittimità secondo cui la notifica dell'estratto contumaciale di sentenza è ritualmente effettuata presso uno solo dei difensori domiciliatari dell'imputato, non sussistendo un diritto di costui a una duplice notificazione dell'unico atto, giacché, in considerazione dell'affidamento proprio della difesa fiduciaria, in difetto di specifici e inequivocabili elementi indicativi del contrario, può ritenersi ragionevolmente raggiunta la prova dell'effettiva conoscenza del procedimento e del provvedimento da parte dell'imputato medesimo, senza che occorra una notificazione anche all'altro difensore Cass., Sez. I, 27/11/2009, numero 49736 . 5. Alla stregua delle esposte considerazioni il ricorso deve essere rigettato, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento ai sensi dell'articolo 616 c.p.p P.Q.M. la Corte rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali.