L’Antitrust sanziona la FIGC per le restrizioni all’accesso ad alcune qualifiche professionali

Con un provvedimento del 27 giugno scorso, reso noto con un comunicato stampa, l’Antitrust ha sanzionato la FIGC per un importo di oltre 3 milioni di euro per ingiustificate restrizioni all’accesso ad alcune qualifiche professionali. La Federazione ha già annunciato il ricorso.

Le professioni interessate dalle condotte restrittive sanzionate dall’Antitrust sono quelle di Direttore Sportivo e Collaboratori della Gestione Sportiva, che curano gli assetti organizzativi delle squadre di calcio in ambito, rispettivamente, professionistico e dilettantistico di Osservatori Calcistici, che svolgono attività di scouting, e di Match Analyst, che effettuano l’analisi statistica dei dati prestazionali di singoli calciatori e squadre. La violazione. Il procedimento, avviato dall’Autorità dopo alcune segnalazioni, ha portato ad accertare la natura anticoncorrenziale «di quanto previsto da alcuni Regolamenti federali e dai relativi bandi di ammissione ai corsi di formazione in relazione alle figure professionali sopra richiamate, a partire almeno dal 2010. In particolare, la FIGC ha stabilito un numero massimo di soggetti ammessi a partecipare ai corsi di abilitazione, unitamente a requisiti di residenza e/o cittadinanza, oltre a riservare le anzidette attività ai soggetti iscritti in appositi elenchi federali, la cui iscrizione obbligatoria è condizionata alla frequenza e al superamento dei predetti percorsi di formazione, offerti in via esclusiva dalla FIGC». Ritenendo quindi integrata la violazione dell’articolo 101 TFUE, l’Antitrust ha irrogato alla Federazione Italiana Giuoco Calcio una sanzione di 3.330.659,69 euro, inferiore al massimo edittale di cui all’articolo 15, comma 1, l. numero 287/1990. La FIGC ha annunciato l’imminente ricorso avverso il provvedimento.

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